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Sanità. Il 118 e servizi d’emergenza sono al collasso. Gli operatori lanciano un SOS

Il gesto più semplice e drammatico che spesso, e purtroppo, siamo chiamati a compiere, è quello di chiamare al telefono il 118 per una emergenza e aspettarci che arrivi un’ambulanza con il personale medico e paramedico adeguato per farvi fronte. Dietro quel numero c’è però un servizio essenziale e del personale specializzato che è stato portato al collasso e che talvolta deve affrontare non solo la precarietà in cui è chiamato ad operare ma anche l’insicurezza, la paura, la rabbia delle persone in emergenza.

“Riteniamo sia indispensabile, nonchè urgente, una riforma del sistema 118 italiano che preveda l’obbligo di personale infermieristico con contratto a tempo indeterminato e con una formazione professionale specifica post-laurea, sia per gli infermieri delle Centrali Operative che dei mezzi di soccorso, con il conseguente riconoscimento giuridico ed economico”. Sono queste le richieste esplicitate dalle rappresentanze infermieristiche del Consiglio Direttivo Nazionale della Sis 118 (Società Italiana Scientifica, ndr).

Gli infermieri del Sistema di Emergenza Territoriale 118 hanno ruolo insostituibile e determinante per assicurare al cittadino utente in evidente o potenziale pericolo di vita il più elevato livello di qualità dei percorsi di assistenza e di cura in contesto operativo tempo dipendente, in perfetta integrazione, sintonia e rispetto riguardo alle competenze del medico, senza alcuna pretesa di sostituzione di ruolo”, ha dichiarato al Quotidiano Sanità Mario Balzanelli, Presidente Nazionale della Sis 118.
La Vicepresidente della Sis 118 Francesca Perri precisa come intanto si chiede l’uniformità del Servizio a livello nazionale, perché la situazione è piuttosto caotica al momento, con Regioni dove c’è un’eccessiva medicalizzazione, altre dove c’è un un eccesso di volontari del soccorso, che seppure abbiano fatto corsi di addestramento, non sono professionisti dell’Emergenza, altre dove gli infermieri e a volte anche i medici risultano volontari, ma che sono pagati a nero! “Ecco, queste differenze da Regione a Regione sono spesso causa di demotivazione per tutti gli operatori che hanno la qualifica professionale adeguata e che hanno passione per questo particolare tipo di lavoro, perché a mio personale avviso, lo devi amare questo lavoro!” afferma Francesca Perri, una vita da medico sulle ambulanze e le emergenze,”D’altra parte le varie differenze si ripercuotono sui cittadini, che ricevono un’assistenza diversa se non addirittura inadeguata, a seconda della Regione in cui abitano!”.

Ma oltre ai problemi strutturali di un servizio d’emergenza costretto a sua volta “all’emergenza”, se ne aggiungono altri a peggiorare le cose. Ci sono le aggressioni contro medici e infermieri ma anche altri come le multe alle ambulanze. “Adesso pare che qui a Roma fiocchino le multe agli autisti se con l’ambulanza passiamo sulle corsie preferenziali, quando non siamo in sirena!” denuncia Perri, “ma riuscite a capire il concetto che noi siamo sempre in servizio, anche quando abbiamo terminato un soccorso, perché sempre reperibili via filo e via radio e che non possiamo rischiare di essere imbottigliati nel traffico caotico di Roma?”


Il 6 febbraio scorso le rappresentanze infermieristiche del Consiglio Direttivo Nazionale della Sis 118, hanno approvato un documento che riteniamo utile per comprendere come stanno, drammaticamente, le cose in questo servizio essenziale per tutta la collettività.
“Dal 1997, anno di fondazione come consulta dei dirigenti responsabili delle centrali operative del 118, ad oggi il Sis 118 si è trasformato diventando la società scientifica che racchiude al suo interno medici, infermieri, autisti – soccorritori e tecnici del soccorso e svolge la sua funzione di studio e aggiornamento con un attività intercategoriale, interprofessionale e multidisciplinare cercando di assicurare, in campo nazionale, il massimo della professionalità e delle conoscenze a tutti i suoi soci al fine di garantire delle cure adeguate col fine prioritario di ridurre, in modo scientifico e statisticamente significativo, le morti evitabili e le disabilita gravi di natura traumatica e non traumatica. Vivendo in questo spirito di collaborazione professionale non capiamo e non sono nostre le varie polemiche che si sono accese negli ultimi mesi tra sigle professionali o tra singoli professionisti”.

“La Sis 118 riconosce nell’infermiere del 118 una fondamentale figura di integrazione tra professioni costituenti il sistema dell’emergenza sanitaria territoriale. Essa nel rispetto del perimetro delle altrui competenze, ed alla luce del progresso delle professioni infermieristiche, completa il Sistema, garantendo una più adeguata risposta d’equipe, alle esigenze di servizi essenziali al cittadino. Per questo riteniamo sia indispensabile, nonchè urgente, una riforma del sistema 118 italiano che preveda l’obbligo di personale infermieristico con contratto a tempo indeterminato e con una formazione professionale specifica post-laurea, sia per gli infermieri delle Centrali Operative che dei mezzi di soccorso, con il conseguente riconoscimento giuridico ed economico ( indennità professionale e di rischio biologico – ambientale)”.
“Per questo la Sis 118 continuerà a lavorare con spirito di interscambio professionale alla pari affinché sia garantito un servizio 118 sempre più moderno e al massimo della professionalità per il bene e la salute di tutte le persone presenti nel territorio nazionale”.

Chi lavora nell’emergenza chiede che la politica metta il muso seriamente e faccia i conti con questa situazione. Quanto e quante tragedie serviranno per sentire battere un colpo?

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1 Commento


  • Francesca Anna Perri

    Grazie!

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