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Tecnologia low cost. L’India corre col tablet

PUò soprendere ma fino a un certo punto che paesi che meno hanno, come benessere, più investono in tecnologia e istruzione. Se l’India puà decidere di promuovere prima la ricerca per costruire un tablet low cost e poi di distribuirlo gratuitamente agli studenti, cediamo all’opera una politica economica e culturale di prim’ordine. Da un lato su punta sulla qualità (serve tanta conoscenza per risolvere la sfida dell’hi tech a prezzi stracciati) e sulla quantità (l’Inda è un paese di giovani, centinaia di milioni sono minorenni e in età scolare).

Mentre l’Occidente del consumismo si contrae, rinunciando a migliorare come insieme per conservare un fortissimo differenziale nella distribuzione interna della ricchezza, lì si scommette sulla scolrizzazione di massa per uscire dal sottosviluppo. Non è il socialismo: è una politica. Non semplicemente quella “obbedienza al mercato” che nasconde lo sforzo di mantenere un immenso potere per pochi.

 

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da Repubblica

Un tablet per tutti a 45 dollari. L’India scommette su Android

Un programma pilota del governo destina migliaia dispositivi touchscreen agli studenti. Il nome dell’apparecchio è Aakash, distribuito gratuitamente ai ragazzi e a prezzo stracciato nei negozi. E intanto, anche l’Africa produce il suo primo anti-iPad

ROMA – Il governo indiano spinge sull’innovazione, e regala un tablet agli studenti. Si chiama “Aakash” o “Ubislate”, è un dispositivo basato su Android con touchscreen e applicazioni in quantità, e si annuncia di qualità complessiva accettabile. Costo finale circa 45 euro, ma appunto, se non siete studenti: per questi ultimi infatti l’Aakash è gratuito, perché viene riconosciuto dalle istituzioni come strumento utile alla formazione, in un programma di test che coinvolge migliaia di studenti.
Al momento dell’annuncio, per Aakash (parola che significa “cielo”) era previsto un prezzo di trentacinque dollari, ma anche se basato su tecnologia ormai a basso prezzo, farlo costare meno di cinquanta è già un risultato sbalorditivo. Considerando che, oltre allo studio, il piccolo tablet può anche riprodurre video in alta definizione e tutto sommato essere utilizzato per la gran parte delle operazioni più comuni. Proprio come uno dei tanti tablet cinesi in vendita a circa il doppio del prezzo.
Aakash e Ubislate. La differenza tra i due modelli è nel prezzo e nella connettività. Ubislate, circa 60 dollari, dispone di un modulo Gprs e connettività gratuita, Aakash supporta solo il wifi e costa 15 dollari in meno. All’interno le due macchine sono sostanzialmente indistinguibili dai vari tablet “bulk” che affollano il mercato: 256 mega di Ram, 2 gigabyte di memoria di massa (ma le microSd sono supportate). Pesa 50 grammi, lo schermo è da 7 pollici, resistivo e quindi con i limiti di questa tecnologia, 800×480 è la risoluzione. Ma c’è un coprocessore grafico che Aakash può utilizzare per applicazioni più intensive, come la riproduzione video in hd. Il cuore è Android Froyo, non l’ultimo grido in fatto di sistemi operativi mobili, ma comunque perfettamente funzionante. E soprattutto non oneroso per l’utente e per il governo indiano.
Android in Africa. Dopo l’India, che conta decine di migliaia di attivazioni di dispositivi mobili al giorno, smartphone e tablet sono in piena espansione anche in Africa. Secondo The International Data Corporation, nel 2011 le vendite dovrebbero crescere del 50%, ma è un terreno per Android piuttosto che per Apple: iPhone e iPad costano troppo per questi mercati. E proprio dal continente africano arriva una nuova sfida tecnologica lanciata da un giovane imprenditore del Congo Brazzaville, Vèrone Mankou. Lo scorso settembre Mankou ha presentato Way-C, un tablet al 100% africano “di ottima qualità”. E’ dotato di una versione customizzata di Android e costa poco più di 200 euro, una cifra tre volte inferiore a quell’iPad commercializzata a Brazzaville. Ma ancora superiore, e di molto, al piccolo miracolo indiano.


da Il Sole 24 Ore

 

Nella guerra dei tablet si è inserita l’India che, per ovviare al gap di accesso tecnologico e digitale nel Paese, ha lanciato una versione super-economica del dispositivo da destinare agli studenti. Il tablet, chiamato Aakash (cielo in hindi) è realizzato in India dalla compagnia britannica DataWind e venduto al governo di New Delhi per 50 dollari.

 

Dopo un primo modello pilota, che verrà distribuito gratuitamente a 100mila giovani, il tablet sarà venduto agli studenti alla cifra sovvenzionata di 35 dollari. In previsione c’è anche una versione per il mercato a 60 dollari. «I ricchi hanno accesso al mondo digitale, i poveri e le persone normali ne sono esclusi: Aakash metterà fine a questa divisione digitale» ha spiegato il ministro dell’Educazione e delle Telecomunicazioni, Kapil Sibal.

 

 

All’evento di lancio, le reazioni sono state diverse: molti degli studenti presenti, provenienti del dipartimento di tecnologia, hanno apprezzato l’operazione, riconoscendo tuttavia che il dispositivo avrebbe bisogno di essere raffinato. «Se lo si guarda soltanto dal punto di vista del prezzo, va bene, ma noi abbiamo laptop e usiamo l’iPad quindi conosciamo la differenza». Sono circa 19 milioni gli indiani che ogni mese sottoscrivono abbonamenti per telefoni cellulari.

 

Un simile tablet potrebbe aprire le porte all’insegnamento a distanza nelle aree rurali, ha sottolineato un’insegnante parlando di «una grande differenza se riusciranno a mantenere quanto promesso».

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da Hwupgrade

Circa una settimana fa, Amazon aveva annunciato la disponibilità di un tablet low-cost venduto a solo 199 dollari. La soluzione Amazon prende il nome di Kindle Fire e, ovviamente, conta di ottenere un discreto successo proprio grazie al prezzo contenuto. In un periodo economicamente infelice come quello in cui siamo coinvolti in questo momento tuttavia, la corsa al low-cost non è mai finita e, anzi, vede il continuo accumularsi di concorrenti.

A solo sette giorni di distanza da Kindle Fire compare quindi online Aakash, un tablet di origini indiane che si distingue per diverse ragioni. La prima di queste, come per Kindle Fire, è proprio il prezzo, decisamente fuori dalla norma e che si attesta a 35 dollari, circa 26 euro.

Strettamente voluto dal governo indiano, Aakash (che in hindi significa cielo) avrà il difficile compito di sensibilizzare la popolazione riguardo alla tecnologia e, in particolare, al mondo del web. Già da anni, il governo di New Delhi insegue infatti il sogno di dotare ogni bambino di un pc o comunque di un dispositivo che permetta di accedere nel modo più semplice possibile alla rete.

Il tablet per il momento sarà destinato così solo agli studenti ma è previsto a breve il lancio anche nei negozi ad un prezzo al pubblico che dovrebbe aggirarsi intorno ai 60 dollari. “I ricchi hanno accesso al mondo digitale, i poveri e le persone normali ne sono esclusi: “Aakash” metterà fine a questa divisione digitale”, queste le parole del ministro dell’educazione e delle telecomunicazioni indiano che, orgoglioso, ha più volte sottolineato l’origine indiana della soluzione.

Nonostante lo sviluppo sia stato affidato a una società inglese, l’assemblaggio è stato completamente appaltato a una fabbrica indiana. Prodotto inizialmente in 100.000 unità, il dispositivo è stato pensato per essere distribuito a una base di circa 10 milioni di studenti.

Le caratteristiche tecniche sono, come intuibile, di fascia bassa e il gap nei confronti delle soluzioni più blasonate è abbastanza evidente ma, ovviamente, il contenimento dei costi, soprattutto se così marcato, costringe a dei sacrifici in termine di componentistica e assemblaggio.


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