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Giugliano: riparte e si sblocca la vertenza “Clausola Sociale”

Nella serata di Martedì 7 febbraio 2017 si è consumato un nuovo atto della vertenza Clausola Sociale a Giugliano. Una nutrita delegazione di militanti del Movimento Lavoratori e Disoccupati/ USB Giugliano è intervenuta alla riunione dei capigruppo del consiglio comunale, prendendo parola.

I disoccupati hanno espresso tutta la loro delusione per gli impegni disattesi dal Sindaco Poziello e per l’empasse dell’assise comunale sul tema della “Clausola Sociale”, ovvero la clausola da applicare agli appalti a committenza comunale che consentirebbe di assicurare che una quota dei manovali di nuova assunzione siano disoccupati del territorio senza ammortizzatori sociali. Nonostante i ritardi e le resistenze, che avevano in più occasioni portato il Movimento ad organizzare presidi, proteste con incatenamenti simbolici e megafonaggi, massicci attacchinaggi di manifesti politico-satirici ed una occupazione spontanea del Comune a Luglio, Poziello alla fine si era anche espresso favorevolmente, ed in più occasioni, sulla questione, senza mai però tradurre in fatti gli impegni. Si tratterebbe di un provvedimento a costo zero per l’Amministrazione ma che, data l’entità dei lavori in programma, potrebbe essere di grande interesse per ristabilire un principio: quello del “lavoro per diritto”.

Slegandoci per un momento dalla vertenza giuglianese, è infatti pratica purtroppo diffusa nel Sud Italia, soprattutto in provincia, quella di utilizzare i lavori pubblici come perni per tessere le tele della “clientela” che può essere elettoralistica od anche di tipo più sfacciatamente criminale. E la clientela è più totalizzante quanto più alta è la percentuale di assunzioni che controlla. Allargare la platea delle assunzioni, ristabilire con i fatti che “un diritto resta un diritto” nei substrati sociali tipicamente vittime della clientela (i disoccupati senza reddito) potrebbe rendere il “rivolgersi a quello” solo una delle ipotesi per farsi assumere. L’altra, più credibile e dignitosa, è la Lotta per il Lavoro. Siamo in una fase in cui bisogna ripensare e ricostruire tutto o quasi, poiché la Crisi di Sovrapproduzione ed il conseguente ricatto padronale hanno praticamente annullato il potere contrattuale dei lavoratori occupati, ma anche quello conflittuale dell’“esercito industriale di riserva”, i disoccupati. La Clausola Sociale “alla giuglianese”, ispirata dalle esperienze di Siracusa, Alcamo, Cesa, etc., adattata al territorio ed al tipo di lavori, è una delle idee riprese anche dalla “Vertenza Metropolitana” di Napoli, assieme al Reddito Minimo Garantito (diverso dal Reddito di Cittadinanza). Ma anche i “Disoccupati e Precari in Lotta” del VII Municipio di Roma hanno adottato la proposta Clausola Sociale, in salsa romana, esprimendo più volte vicinanza politica al Movimento giuglianese.

Ma passando dal generale al particolare della vertenza di Giugliano, pare che qualcosa si sia sbloccato. Innanzitutto il Movimento 5 Stelle e la lista Cambiamenti (collocata nel centrodestra, ma con posizioni dialoganti sulla questione del Diritto al Lavoro), hanno formalmente avanzato emendamenti al Documento Unico di Programmazione 2017 del Comune di Giugliano (ricordiamo che il 2017 vedrà lavori di notevole importanza per la città), presentando chiaramente e con correttezza gli emendamenti come recepimento della battaglia dei disoccupati organizzati, ovviamente e legittimamente nell’interesse non del Movimento Lavoratori e Disoccupati, con il quale hanno profonde differenze politiche, ma dell’economia cittadina. Dopo l’intervento di martedì dei disoccupati militanti, anche settori della maggioranza hanno aperto all’approvazione della proposta, dando seguito a quanto messo nero su bianco nei verbali di riunione delle Commissioni Consiliari tenutesi in giugno.

La partita è ancora aperta, ma gli emendamenti ed il nuovo atteggiamento di apertura costringono però un po’ tutti ad uscire allo scoperto, prendendo tra l’altro formalmente atto di due cose: In primo luogo, Giugliano non è assolutamente una città pacificata, in cui i disoccupati si accodano tutti ai servizi sociali accontentandosi in maniera dimessa nei pochi spiccioli del “portierato sociale” o dei “tirocini formativi” (umiliante tra l’altro per chi ha perso il lavoro di operaio edile dopo 20 anni di mestiere, doversi “formare” per far la guardia ai giardinetti). In secondo luogo che il dissenso tra i disoccupati, a Giugliano, ha un riferimento politico-sindacale pienamente riconosciuto che, probabilmente, armato della sua tenacia granitica, non potrà mai essere sconfitto, perché ormai radicato nei quartieri periferici ed in quelli poveri del Centro, rendendosi voce di chi non ha voce, nell’interesse delle classi popolari di Giugliano.

 

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