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Napoli. Il primo sgombero dell’era De Magistris?

Questa è stata la legittima domanda che ci siamo posti quando questa mattina, lunedì 20 marzo, i Vigili Urbani e la DIGOS hanno sgomberato e sigillato i locali del Civico 7 Liberato allocato sotto i portici della Galleria Principe di Napoli.

 

La cronaca dei fatti

Dallo scorso 6 gennaio attiviste ed attivisti hanno preso possesso di alcuni locali in disuso da molti anni nello spazio esterno alla Galleria Principe di Napoli.

Questi spazi – abbandonati dal 2005 dai vecchi assegnatari dell’Istituto Campano di Storia della Resistenza che ora ha una nuova sede nel quartiere Fuorigrotta – non sono assegnati a nessuna associazione o altra entità e giacevano in uno stato di grande degrado materiale.

In questi spazi abbiamo trovato numeroso materiale archivistico di proprietà dell’Istituto Campano di Storia della Resistenza che abbiamo restituito prontamente al Professor Guido D’Agostino il quale non si era preoccupato da metterlo al sicuro da umidità, infiltrazioni d’acqua, caduta di calcinacci ed altri fattori di consunzione di tale materiale storico ed archivistico della città di Napoli.

Nel contempo – ai fini di avviare, come è avvenuto per altre strutture occupate in numerosi quartieri della città, un percorso di tutela e diffusione dei beni comuni e pubblici – abbiamo chiesto, più volte, di interloquire con l’Assessore Clemente che è la titolare della Galleria Principe nonché del corpo dei Vigili Urbani.

Dopo un primo incontro con un suo collaboratore (Alberto Corona), con il quale sembrava si fosse avviata una positiva interlocuzione, hanno iniziato a palesarsi alcune subdole provocazioni.

Una settimana fa è stata interrotta l’energia elettrica nonostante da 12 anni nessuno si era preoccupato della gestione e valorizzazione di quei locali.

Alle nostre continue e certificate richieste di incontro con l’Assessore è seguito solo il silenzio fino alla indegna gazzarra dello sgombero di questa mattina con fotografo DIGOS/Mattino a seguito che non ha mancato di immortalare, per la pubblica opinione, un “pericoloso impermeabile” con annesso logo del movimento No Tav.

Alle ore 13 abbiamo avuto un incontro a Via Verdi, nella stanza del Presidente del Consiglio Comunale, con l’Assessore Clemente alla presenza di alcuni consiglieri comunali (de Majo, Andreozzi e Bismuto) ribadendo le nostre ragioni sociali e ricostruendo l’esatta cronaca di questi due mesi.

L’Assessore Clemente è sembrata cadere dalle nuvole circa l’intervento criminalizzante e repressivo e si è detta disponibile ad un percorso di discussione e confronto sul futuro dei locali del Civico 7 e dell’intera area della Galleria Principe la quale – ad onore del vero – è ancora completamente immersa nel degrado umano e materiale nonostante anni di chiacchiere e progetti altisonanti.

Nel pomeriggio/sera – come è giusto e profondamente legittimo – abbiamo rioccupato i locali ed abbiamo indetto un Assemblea per martedì 21 marzo alle ore 17 aperta ai compagni ed agli attivisti dei movimenti di lotta cittadini.

 

Qualche considerazione politica

Non siamo tra coloro che amano il complottismo. Ci sembra, però, particolarmente “curioso” che questo sgombero sia avvenuto nel pieno delle polemiche pretestuose e pericolose in corso dopo la sacrosanta giornata di protesta di sabato 11 marzo contro la presenza a Napoli del fascio/leghista Salvini.

Del resto il clamore mediatico che il Mattino ha dato a questa operazione congiunta di Vigili Urbani e DIGOS – con annesso sequestro/furto di sedie, armadietti, stufe, attrezzi da muratore di nostra proprietà che erano nei locali da noi abitati – è senza ombra di dubbio funzionale alla campagna di criminalizzazione contro i Centri Sociali e le esperienze autorganizzate che nell’area metropolitana partenopea animano i nostri territori attraverso attività sociali, di orientamento e diffusione culturale e di lotta vera al degrado, alla criminalità organizzata ed al complesso delle patologie antisociali del sistema capitalista.

Colpisce che l’Assessore Clemente da mesi si rifiuta di interloquire con noi e considera la Galleria Principe di Napoli un bene “cosa sua” che non deve rientrare – come giusto che sia – nell’ambito e nelle competenze della Delibera sui Beni Comuni che l’Amministrazione ha varato e che costituisce un positivo punto di partenza per un processo di riacqusizione e valorizzazione dal basso di beni, strutture e spazi pubblici che si sottraggono, con il protagonismo popolare, all’incuria ed al degrado.

Colpisce che il Sindaco, Luigi De Magistris, il quale, quotidianamente, ribadisce il valore politico e progettuale di quella Delibera non prenda atto dell’incongruenza e dell’atteggiamento contradditorio dell’Assessore Clemente.

Infine sarebbe davvero un grave errore politico di questa amministrazione napoletana, soccombere agli attacchi interessati delle destre, in primis quella PD di governo, finire per agire in contrasto con quanto finora affermato sulla necessaria partecipazione popolare alla rinascita sociale, politica, economica e morale di questa città che si vuole ribelle ai poteri forti e speculativi.

Su questi temi – anche come campanello di allarme circa la libertà di lotta e di organizzazione nella nostra città – vogliamo aprire un dibattito chiaro con tutte e tutti.

Non vorremmo che lo sgombero del Civico 7 Liberato sia un primo segnale dell’applicazione del Decreto Minniti “sulla sicurezza” a Napoli con buona pace delle suggestioni sulla “città ribelle” e sulle “anomalie napoletane”.

Vi aspettiamo numerosi Martedì 21 alle ore 17 presso i locali del Civico 7 Liberato.

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