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Bologna: ancora inforuni sul lavoro

Ancora l’ennesimo grave incidente sul posto di lavoro a Bologna, dopo il drammatico conteggio di questi giorni che ha visto 5 lavoratori uccisi in Lombardia, 4 alla Lamina di Milano per inalazioni di gas tossici e un giovane 19enne a Brescia schiacciato in un tornio sotto gli occhi del padre. Questa volta è un ragazzo di 32 anni che si trova attualmente in Rianimazione all’Ospedale Maggiore in prognosi riservata. Il fatto è avvenuto nella sede dell’Unicredit in via Del Lavoro mentre il ragazzo, che lavora come corriere per una ditta di trasporti, la Buonocore srl, stava passando ai colleghi lastre in vetro di circa 35kg l’una. I due colleghi, che si erano allontanati per poggiare il materiale, sono tornati e l’hanno trovato schiacciato e immobilizzato dalla lastra andata in frantumi che ha provocato le gravi ferite al lavoratore.

Solo venerdì il settore industriale si è fermato per 2 ore di sciopero generale nazionale proclamato da USB per dare una ferma risposta a quanto accaduto a Milano, con punte di adesione dell’ottanta per cento registrate alla Piaggio di Pontedera, alla Marcegaglia di Bologna e più in generale nelle industrie dell’Emilia Romagna. Anche all’Ilva di Taranto, per questioni legate al ciclo produttivo, lo sciopero si terrà la prossima settimana.

La notizia di questo ennesimo dramma avvenuto venerdì scorso si aggiunge alla lista di infortuni sul lavoro provocate dallo smantellamento delle tutele per i lavoratori che nella nostra regione, dati alla mano, sta manifestandosi con drammaticità: tra gennaio e ottobre 2017 sono oltre 71.000 gli incidenti avvenuti in regione (2.000 in più dell’anno precedente), la maggior parte nell’area metropolitana di Bologna che segna il record regionale con 15.626 infortuni denunciati (400 in più rispetto al 2016). È lo stesso ispettorato territoriale del lavoro a denunciare che “i dati sono imputabili anche a tutte quelle aziende che non investono in sicurezza e che invece ne riducono i presidi per abbattere le spese pur di ottenere gli appalti, nonché con l’estrema esternalizzazione dei contratti di appalto e al coinvolgimento di lavoratori con contratti flessibili, poco professionalizzati, che non forniscono più l’esperienza necessaria a evitare i rischi degli infortuni sul luogo di lavoro”.

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