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Calvi Risorta (Ce): Il 7 ottobre in piazza per le bonifiche e contro Invitalia

E’ degli ultimi giorni l’ufficializzazione che il soggetto attuatore delle bonifiche della ExPozzi, la discarica di rifiuti industriali più grande d’Europa sita in Calvi Risorta (Caserta), sara’ il carrozzone affaristico di Invitalia. La notizia giunge a pochi giorni dal corteo indetto ad inizio agosto per il 7 Ottobre e tra i primi punti della piattaforma popolare c’è proprio il secco “no” ad Invitalia. Per i movimenti e comitati, la bonifica dovrebbe essere gestita dai comuni, restare sui territori in modo da poter mettere in piedi controllo militante e sociale. L’affidamento ad Invitalia significa non solo l’impossibilità di essere incisivi, ma quasi sicuramente l’ennesima rapina messa in atto dal Pd sui territori.

Se da un lato gli atteggiamenti delle amministrazioni sono fumose e poco chiari, dal punto di vista delle comunità il quadro è abbastanza chiaro e per questo motivo il corteo del 7 si carica di ancora più importanza. Non certo un punto di arrivo, ma di sicuro un punto di partenza per cominciare a costruire l’argine politico e sociale a Invitalia. Si scenderà in strada non solo per la ex Pozzi di Calvi, ma anche per la bonifica di un altro grande sito incendiato quest’estate nel casertano, e cioè l’Ilside di Bellona. E’ da metà luglio infatti che in tutto l’alto casertano si sono messi in moto comitati, assemblee, collettivi per costruire una risposta degna a quello che è stato un attacco alla salute e ai territori senza precedenti. Un attacco pianificato e messo in atto nel nome degli affari e dell’estrazione di profitto dai territori e da chi li abita. L’appello lanciato dalle comunità calene è per sabato 7 ottobre, alle 10 presso la villa comunale di Calvi Risorta, per costruire dal basso un fronte popolare e militante che rilanci l’opposizione a Invitalia e che sappia mettere in difficoltà le controparti nell’immediato. Le comunità sono state chiare per il 7 chiedono un tavolo permanente sulle bonifiche con Ministero dell’Ambiente, Ministero del Mezzogiorno e regione Campania, per ribaltare la situazione e imporre il controllo delle comunità sulle operazioni di bonifica. Solo una prima tappa, ma che vuole essere da subito determinata, per cominciare a costruire in tutta la regione percorsi di opposizione e contrasto all’ennesima rapina giocata sulla salute dei campani, per trasformare l’affaire delle bonifiche nel terreno del conflitto e delle possibilità.

 

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