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Crisi dell’ANM a Napoli. Siamo al rush finale

Basta fumo con la manovella, senza un reale piano industriale sarà solo una lenta agonia verso il fallimento e la privatizzazione.

Dopo oltre un anno di occupazioni, manifestazioni, cortei, assemblee e scioperi in cui l’Unione Sindacale di Base ha sempre denunciato la pesante condizione di ANM devastata da squilibri, mala gestione ed inefficienze, finalmente la decisione giusta: l’amministrazione comunale sembrerebbe, in questo caso il condizionale è d’obbligo, che abbia recepito il concetto per cui “chi ha sbagliato deve pagare”, inserendo all’interno del piano concordatario il cambio dei dirigenti, il taglio ai privilegi e ai superminimi.

Interventi che, qualora realmente attuati, riporterebbero nell’azienda senza anima, così come la definisce Francesco Donato Perillo nell’editoriale pubblicato sul Corriere del Mezzogiorno, una reale discontinuità col passato. L’azienda senza anima dove gli amici dei capi fanno carriere e quelli bravi fanno anticamera, in cui regna un patto tacito di complicità e tolleranza dei capi, Il lassismo dei collaboratori, il corporativismo dei sindacati, l’ingerenza della politica nelle assunzioni, nelle nomine e nelle promozioni.

E’ assolutamente intollerabile che in ANM si siano lasciati marcire i problemi per anni, tollerando sprechi e cattiva gestione fino a trasformare l’azienda di trasporto pubblico in un carrozzone assistenziale e clientelare. Il nuovo piano concordatario, se approvato, servirà forse a far quadrare i conti e a risollevare l’ANM dal baratro finanziario, ma non a ridurre i tempi di attesa alle fermate o a garantire il rispetto dei tempi di percorrenza della metropolitana.

Sono mesi che in ANM si continuano a proporre piani che non salvano e utilizzare medicine che non curano. Un caso emblematico è quello dei 194 esuberi di personale da riqualificare in aree di produzione diretta (VTV e AT), contenuti nella procedura di licenziamento collettivo, parte di quelle unita, circa una quarantina, continuano a restare nelle loro posizioni di esubero, all’interno dei loro uffici. Stessa sorte per gli odiosi “fuori posizione”, figli del “sistema” ANM, fatto di connivenze politico – sindacali che hanno portato la partecipata comunale sull’orlo del baratro.

I 325 nuovi esuberi di dipendenti e il taglio del salario accessorio del personale di esercizio sono misure che non condividiamo e su cui restiamo in trincea. Il salvataggio di ANM non deve passare sulla pelle dei lavoratori e dei cittadini. Il rigore non può consistere principalmente nel taglio delle linee e nella riduzione del personale, gli effetti sul servizio pubblico potrebbero incidere sul già basso livello attuale di efficienze economica e sociale.

Non ci stancheremo mai di evidenziare che in ANM non esistono esuberi ma una irragionevole e cattiva gestione delle risorse umane e finanziarie, l’Azienda non ha mai voluto consegnare alle Organizzazioni Sindacali né il documento attestante l’esigenza di personale né il piano industriale, lasciando seri interrogativi sulle future attività che saranno ricomprese all’interno del perimetro aziendale.

Non permetteremo che ad essere incolpati di non garantire l’offerta di trasporto a Napoli siano sempre i lavoratori, vista l’età e le condizioni del parco circolante e la percentuale ancora troppo elevata di passeggeri non paganti. E’ arrivato il tempo di fare le cose sul serio, senza un piano industriale volto a consolidare un risanamento sostanziale e, soprattutto, duraturo è solo fumo con la manovella.

L’accordo sottoscritto oggi in azienda da CGIL – CISL e UIL rappresenta l’ennesimo atto di una farsa che dura da mesi; il piano concordatario non si può modificare, è intoccabile. I fumosi obiettivi ribaditi oggi in sede aziendale altro non sono che il riassunto di quanto prospettato in conferenza stampa a giornalisti e parti sociali. Meno soldi dal Comune, meno personale e meno corse per gli utenti.

Noi vogliamo che l’Azienda resti pubblica, quindi dei cittadini, e che il debito venga risanato da un’azione congiunta di tutte le parti pubbliche, Governo, Regione e Comune. Vogliamo che si continui a lavorare al progetto dell’Azienda Unica su scala Metropolitana (ferro/gomma/sosta). Vogliamo che realmente finisca la stagione dei privilegi e possa iniziare quella della responsabilità e dell’etica professionale.

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