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Il Giuglianese come zona di stoccaggio di monnezza e di produzione di morte

Quello che sta andando in scena in Campania, in modo particolare nella provincia di Napoli e Caserta, è un disegno criminale preciso, che travalica ampiamente i bisogni concreti del territorio, un piano artificioso che, con la buona pace delle condizioni di vita e di salute dei cittadini campani, continua a mettere al centro interessi di natura economica.

Il disegno criminale è chiaro ai più ormai: come spesso accade in questo particolare periodo dell’anno, si tende a creare l’emergenza, smaltendo illegalmente rifiuti e generando lo scompiglio nella gestione dei rifiuti, che tanto fa comodo alle lobby e ai signori della politica del malaffare.

I territori interessati sono in gran fermento. Sempre di più si rendono protagonisti i comitati cittadini in difesa della salute e dell’ambiente, che vedono la partecipazione e la mobilitazione di cittadini che iniziano a prendere coscienza, di cittadini consapevoli del fatto che non si possa più delegare. Gli amministratori locali, nella quasi totalità dei casi, sono il frutto politico del giogo delle maggioranze politiche nel quadro nazionale e regionale, della spartizione dei voti a livello locale, del sistema malato di affarismo paesano, delle promesse e delle prebende delle famiglie note per la loro integrazione nel sistema criminale

È chiaro che, in questo scenario, appare complesso definire chi è l’alleato e chi il nemico. Ma a Giugliano sappiamo bene le cose come stanno.

Il sindaco Antonio Poziello altro non è che un adepto dello sceriffo De Luca, un suo luogotenente nella città di Giugliano, terzo comune della regione per popolazione e comune non capoluogo di provincia più popoloso d’Italia. Elementi che pesano sul piano della gestione politica della Campania. È per questo che, contrariamente a quanto vuole far credere il sindaco di Giugliano, che nelle ultime settimane si è eretto a difensore della città relativamente ai fatti di Cava Giuliani per lo stoccaggio delle balle di Acerra, siamo ben consapevoli del suo ruolo politico e sociale, ma soprattutto sappiamo bene che ha la necessità di preservare la sua poltrona alle prossime amministrative 2020, che tra l’altro cadranno in concomitanza con le elezioni regionali.

Dal punto di vista ambientale è ancora caro il prezzo da pagare. Quotidianamente si assiste a roghi tossici in tutta la regione. Discariche illegali create nei decenni scorsi dalla camorra, mai bonificate e ancora sottoposte all’incuria più totale. D’improvviso bruciano, disperdendo nell’aria nubi tossiche derivanti da rifiuti speciali, rifiuti che alle industrie di “tutta Italia” costa troppo smaltire secondo procedure che rispettino l’ambiente.

Due giorni fa è bruciata Cava Alma, tra Villaricca e Qualiano e non certo per puro casualità.

Stando alla relazione dei vigili del fuoco, c’erano quattro incendi appiccati in modo strategico. Ieri, con rabbia e sgomento, abbiamo appreso che è stato fermato sul nascere un incendio a Taverna del Re (che è l’area di stoccaggio delle cosiddette ecoballe). Un incendio di natura dolosa, che avrebbe potuto provocare un danno senza precedenti. Probabilmente ad appiccare l’incendio è stata la stessa mano criminale che ha agito a Cava Alma.

Discariche legali, che insistono su questo territorio da anni e anni. Discariche che hanno prodotto inquinamento dell’aria e del suolo, che hanno inficiato le falde acquifere, che hanno generato un disastro non ancora del tutto bonificato.

Ora si prova a riempire nuovamente Cava Giuliani di rifiuti, la stessa che di recente era stata liberata da vecchie balle. Ancora una volta, sempre Giugliano, insieme ai paesi confinanti, individuato come luogo di morte e di ulteriore manomissione ambientale.

Siti di stoccaggio da record mondiale. Su tutti quello di Taverna del Re, uno scempio destinato a rimanere negli annali della monnezza, sia per la vastità della bella opera che ci è stata regalata, sia per i disastri che ha prodotto per l’ambiente circostante. Ma non è finita qui, la monnezza è denaro. Chi gestisce lo smaltimento dei rifiuti questo lo sa bene, per cui ai piani alti non conviene “tombare i soldi”, ma raccoglierli. E allora ecco che la Regione Campania decide di costruire un nuovo impianto per lavorare le balle di Taverna del Re.

E dove se non Giugliano? Perché Giugliano è vasta, Giugliano ha una gran periferia da riempire di rifiuti. L’ex centrale Enel turbogas, sita presso la circonvallazione esterna, è l’area che la Regione ha già acquistato per procedere con questo ennesimo piano disastroso. Pensiamo solo a quanti danni si creeranno nel trasporto di quelle balle (trasporto che, peraltro, è uno degli anelli più deboli della filiera di smaltimento, soprattutto in relazione agli affari della camorra). Pensiamo ai danni che il combustibile, destinato ai cementifici, possa produrre per l’ambiente, considerando sempre il contenuto di quelle balle. 

Troppa libertà viene lasciata all’iniziativa privata in un settore strategico nella gestione politica territoriale, tanto nello smaltimento, quanto nel trasporto.

È assodato che, se non si mette in discussione il modello di gestione dei rifiuti, a partire dall’alto, non si può andare a stanare il problema sui territori, per cui è necessario mettere sul piano della discussione la nazionalizzazione della gestione e dello smaltimento dei rifiuti. Il tutto sotto la lente del “controllo popolare” da parte dei movimenti di lotta e delle comunità organizzate.

I cittadini, organizzati nei comitati e nelle associazioni ambientali, sono chiamati ad un ruolo storico, quello di difendere la vita e la salute della nostra terra. Non basta più delegare agli amici o ai consiglieri di turno, sia perché nessuno, singolarmente, può risolvere un problema così grande, sia perché non si ha la volontà politica di ribaltare un sistema che fa comodo a troppe lobby e a troppi signori della politica.

Mai più morte e inquinamento, organizzarsi e coordinarsi per imporre gli interessi popolari!

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