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Bologna. Il Comune non rispetta gli impegni sull’emergenza abitativa

A meno di due settimane dal violento quanto inutile sgombero dell’occupazione di via Irnerio 13, già si vedono le mancanze dell’amministrazione nel rispettare i termini degli accordi della trattativa fatta quel giorno.
Infatti, ad alcuni degli ex abitanti è stato comunicato negli ultimi giorni di dover lasciare le strutture dove per ora alloggiano in attesa di un’assegnazione più stabile.
L’accordo stipulato tra ASIA e l’amministrazione comunale, rappresentato dall’assessore Amelia Frascaroli, con l’arcivescovo Zuppi come garante, era ben chiaro, con tre punti in particolare evidenza:
– Tutte le persone a cui quel giorno era stata strappata la casa dallo sgombero sarebbero stati alloggiati temporaneamente in alberghi, ostelli e strutture, per poi entrare in un piano di assegnazione di alloggi d’emergenza.
– Nessuno, né famiglie né singoli, deve rimanere senza un tetto né subito dopo lo sgombero né in un secondo momento.
– Non si separano i nuclei familiari.
Peccato che stamattina una donna e sua madre anziana, che ora alloggiano insieme in un albergo dopo aver vissuto in via Irnerio 13, abbiano ricevuto la comunicazione dai servizi sociali di dover uscire, e nessuna soluzione è stata proposta alla coppia. Di fatto, le rimandavano per la strada.
L’unica proposta fatta dai servizi era quella di mandare la donna in dormitorio e la mamma in un ospizio o appoggiarsi ai parenti. La prima proposta è contro l’accordo, e se i parenti avessero potuto mantenere due donne sole, di cui una anziana e malata, non avrebbero vissuto per tre anni in un’occupazione.
Con fatica, e grazie anche alla solidarietà reale dei lavoratori dell’albergo, abbiamo ottenuto una proroga fino a mercoledì, con la minaccia di un intervento delle forze dell’ordine se non usciranno.
E la stessa cosa si ripeterà domani per tre ospiti in una struttura, ed è già successa la settimana scorsa, ogni volta il nostro intervento ha garantito rinvii o soluzioni alternative, ma non si può andare avanti così.
Gli accordi vanno rispettati, e va rispettata anche la dignità delle persone, costrette a dormire senza sapere cosa succederà la mattina dopo ancor più di quando vivevano in un palazzo occupato!
E in quel palazzo potrebbero ancora vivere, se fosse stato regolarizzato, creando vero valore sociale: quello che nasce quando un’area vuota viene restituita alla città, a coloro che ne hanno bisogno e diritto e che possono prendersene cura perché per loro è un bene prezioso, necessario.Bologna, asia in corteo
Invece ora in via Irnerio 13 c’è un palazzo vuoto e distrutto, serviranno milioni per riparare i danni fatti dalla celere durante lo sgombero, così come servono un sacco di soldi pubblici per mantenere le strutture d’emergenza. Ma noi questo l’avevamo detto mesi fa, quando bastavano 41000€ per avviare il processo di regolarizzazione e il Comune non ha voluto contribuire per mancanza di volontà politica. Era chiaro già allora che i costi di uno sgombero sarebbero stati molto superiori a quella cifra.
Ma come al solito, l’amministrazione miope ha scelto la via della precarietà e dell’emergenza, dando il via libera allo sgombero e, in questo modo, peggiorando la vita degli abitanti con soluzioni emergenziali mentre bisognerebbe investire per riqualificare le case vuote e assegnarle a tutti coloro che ne hanno bisogno.

ROMPIAMO LA LOGICA DELL’EMERGENZA!
CASA PER TUTTI, SUBITO!

As.I.A.-USB Bologna

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