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Roma. I disoccupati si organizzano, sabato assemblea

Sabato 23 Settembre al CSOA Intifada ci sarà un’altra assemblea cittadina dei disoccupati. Durante gli ultimi anni, varie realtà si sono aggregate per contrastare il fenomeno della disoccupazione e per influire politicamente sui provvedimenti che le istituzioni devono mettere in atto.

Comitati di disoccupati si sono formati a Tiburtina, Cinecittà e Primavalle e tutti, con diverse modalità, si sono mobilitati per coniugare il bisogno lavorativo di parte della popolazione con l’evidente e indecorosa scarsità di servizi nella manutenzione della città. Le lotte di queste diverse realtà hanno l’obiettivo di mostrare l’incapacità delle Istituzioni nel far incontrare la manodopera senza lavoro con il lavoro che sarebbe effettivamente da svolgere, riguardo alla manutenzione del verde e alla pulizia della città.

L’operato delle istituzioni crea infatti un doppio danno alla città: impedisce da un lato ai disoccupati di dare una risposta al loro disagio continuando ad escluderli dal mercato del lavoro, e dall’altro limita la cittadinanza nel poter usufruire di spazi comuni con strade pulite e ambienti salubri e fruibili. A Primavalle e Cinecittà sono state costituite leste di disoccupati che hanno portato avanti interlocuzioni congiunte con i rappresentanti dei Municipi (rimaste senza seguite e disattese nei fatti), al fine di far approvare la clausola sociale sui servizi pubblici del quartiere per garantire una percentuale minima di assunzioni fra i disoccupati della territorio stesso e di avere la gestione di alcune aree verdi ATER, ad oggi senza manutenzione.

A Tiburtina i disoccupati hanno costituito il gruppo Lavoro Minimo Garantito che, oltre a interloquire con alcuni esponenti regionali al fine di far approvare una legge regionale sul lavoro minimo di partecipazione, sono riusciti, con il Comune, a far indire un bando con il quale sono state assunte 50 persone con contratto precario da 20 ore settimanali a 600 euro al mese. Nonostante la condizione di precariato, i lavoratori hanno saputo affiancare efficientemente il Servizio Giardini, contribuendo a limitare il degrado cittadino nonostante la carenza di mezzi e persone. I disoccupati che servirebbe assumere però sono ancora tanti e ad oggi il contratto dei 50 manutentori, che scadrebbe a ottobre dopo 16 mesi di servizio, non sembra sarà rinnovato dall’amministrazione. Facciamo un breve riassunto degli ultimi avvenimenti:
All’indomani della grande assemblea di Lavoro Minimo Garantito al CSOA INTIFADA del 26 Luglio, dove si è discusso di un progetto di Legge Regionale sul lavoro minimo di partecipazione che dovrebbe garantire programmi d’impiego almeno per i disoccupati appartenenti ad alcune fasce d’età e con determinati requisiti reddituali e che ha visto una grande partecipazione popolare, i Disoccupati e Precari Roma Nord Ovest hanno interrotto il Consiglio Municipale del Municipio XIV.

Nonostante le condizioni di degrado e disoccupazione, questa amministrazione cittadina sta pensando prima a tagliare i costi che a risolvere i problemi e questo e ciò che i disoccupati sono andati a rimproverare. I contenuti delle critiche mosse hanno riguardato la troppa leggerezza rispetto ai provvedimenti da prendere per risolvere i problemi del territorio, oltre a voler denunciare una sempre più grande mistificazione del lavoro gratuito e volontario come esempio di comunità, che invece rappresenta uno Stato inefficiente.

In particolare si è fatto presente che il lavoro sul parco Dominique Green e sull’Anna Bracci è ancora in alto mare, sia per quanto riguarda l’assegnazione del servizio di manutenzione, sia per quanto riguarda il passaggio dei due parchi dall’ ATER al Comune. Le associazioni Working Class, Lavoro Dignità Diritti e la Lista Disoccupati e Precari Roma Nord Ovest si sono poi fatte firmatarie di un documento inviato in data 28/08/2017, via PEC, ai rappresentanti competenti di ATER, Municipio XIV e Giunta Capitolina, a riguardo della annosa questione dei parchi del Municipio XIV, in particolare “Anna Bracci” e “Dominique Green”, ma portando a margine l’attenzione anche sull’Archeoparco del Quartaccio che da anni condivide la medesima condizione di degrado e abbandono, pur non essendo gestito da ATER.

Nel documento le rivendicazioni sono chiare: mettere fine alla situazione indecorosa tramite un intervento straordinario almeno bimestrale nelle aree suddette, che sia ad opera del servizio interno per il verde dell’ATER, del Servizio Giardini, del reparto ambientale AMA o anche dei 50 Manutentori Civici che in questi mesi hanno mostrato come l’impiego dei disoccupati in questi settori sia indispensabile per garantire il servizio; come impegno politico, si è chiesto che finalmente si crei un connubio che possa impiegare sempre più disoccupati del quartiere nei servizi che sono ad oggi carenti, in particolare, parlando di aree verdi, nei servizi di pulizia, falciatura e tutto ciò che può essere considerato manutenzione ordinaria, oltre a una guardiania farebbe da deterrente ad utilizzare in maniera inappropriata le strutture presenti nei parchi in questione.
Nel documento si fanno precise proposte a riguardo, proponendo in primo luogo l’internalizzazione dei disoccupati in enti predisposti esistenti ma, se tale via si rivelasse impercorribile, anche accettando (come da recente Collegato al Bilancio Regionale) che siano stipulate convenzioni fra Comune e forme associative no profit, che permettano di recepire contributi regionali, evidenziando però come questi contributi dovrebbero essere destinati unicamente a forme associative che impieghino i disoccupati del quartiere sui parchi e sul del quartiere stesso, contribuendo così ad arginare anche la mancanza di lavoro e le difficoltà economiche in cui riversano i cittadini delle periferie.

Si è cercato di portare idee e proposte, di coinvolgere tutte le parti in causa e i rappresentanti istituzionali. Si è cercato di far capire che è finito il tempo delle chiacchiere, e che bisogna che le istituzioni si mettano all’opera con tutti i mezzi amministrativi disponibili.

Ma evidentemente i progetti di chi governa la città per risolvere il problema della mancanza di servizi sono diversi.

Basta guardare infatti il bando a procedura ristretta, in un unico lotto, per la scelta del socio privato di società mista, pubblico-privata e per l’affidamento di servizi per il funzionamento delle strutture educative e scolastiche di pertinenza di Roma Capitale e la manutenzione del verde pubblico non di pregio, scolastico e delle piste ciclabili, per un periodo di 8 anni. 60 Milioni di Euro l’anno.
I disoccupati hanno chiesto la gestione di determinate aree secondo regolare norma, in quanto gli affidi diretti sono previsti dalla legge quando abbiano un costo di finanziamento totale inferiore ai 30.000 Euro, eppure qualcuno al Municipio evidentemente ha avuto paura che questo tipo di procedura potesse risultare poco trasparente.
In totale controtendenza invece esce questo bando. Per chi non lo sapesse, a differenza della procedura aperta, la procedura ristretta prevede che tutti gli operatori qualificati per una tipologia di appalto possano richiedere di partecipare all’assegnazione di un contratto, ma solo quelli successivamente invitati dalla stazione appaltante potranno poi proporre un’offerta.
Ormai le realtà di lotta per il lavoro si sono moltiplicate a Roma e realtà come i I 50 Manutentori Civici hanno mostrato nella pratica come l’impiego dei disoccupati sia fondamentale per risolvere i problemi del verde romano. Adesso che anche quella realtà si vede scadere il contratto a metà Ottobre, ancora senza prospettive di rinnovo, un bando come questo è uno schiaffo alla città.
Il Movimento 5 Stelle non si era presentato come quella forza politica che avrebbe dovuto combattere le “mafie” e ridurre gli sprechi?
Con questo tipo di bandi si esternalizza di fatto gran parte del servizio in oggetto e si crea un interesse economico talmente smisurato che di fatto la “mafia” si rischia di produrla.
E poi dov’è la trasparenza in un bando a procedura ristretta? Non è più trasparente fare iniziative e incontri pubblici, rendere la cittadinanza partecipe alle scelte pubbliche? Strano che in un momento difficile come questo per la città, ci sia interesse per il superfluo e il gossip politico ma poca attenzione su vicende come questa.
Per questo è importante partecipare all’assemblea cittadina dei disoccupati fissata per Sabato 23 Settembre alle 18 al CSOA Intifada: ci sono cittadini e lavoratori che continuano a lottare e che non si arrendono alle logiche capitalistiche e lucrative delle istituzioni che governano la nostra città.

 

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