Menu

TPL Roma, martedì 5 dicembre lavoratori in sciopero e mobilitazione

Nel silenzio assoluto della stampa e del governo della città negli ultimi mesi le aziende PRIVATE che gestiscono il 20% del trasporto pubblico locale di Roma continuano a vivere una fase difficile sul versante dei mancati stipendi.
Lavoratori che continuano a prestare la loro opera nonostante si continui a trattarli come figli di un dio minore, con carichi di lavoro che aggravano il loro stato di salute per aumentare solo i profitti dei PRIVATI che li gestiscono; PRIVATI che non garantiscono i diritti minimi, come i versamenti per fondi previdenziali integrativi; i mancati versamenti da parte dell’azienda alle finanziarie con cui i lavoratori hanno contratto un prestito; facendoli inserire nelle liste dei cattivi pagatori senza contare tutti i disagi che le famiglie di questi lavoratori vivono per gli affitti e i mutui pagati in ritardo a causa dei mancati versamenti degli stipendi.

COSA DEVE CAMBIARE?
L’Amministrazione Comunale si deve far garante di questi lavoratori e delle loro famiglie, attivando il pagamento diretto da parte del Comune degli stipendi dei lavoratori come aveva promesso in campagna elettorale, deve attivare tutto quello che politicamente può essere messo in campo per imporre a queste aziende il corretto comportamento nei confronti dei lavoratori, fino alla cessazione del contratto di servizio, i lavoratori non possono essere usati dalle aziende come arma di ricatto nei confronti dell’amministrazione per avere pagamenti garantiti delle loro fatture facendo pagare il rischio d’impresa ai lavoratori.
Questo è il risultato delle privatizzazioni del servizio pubblico, le spese le pagano utenti e lavoratori.
Il comune deve rilanciare il diritto alla mobilità pubblica, attraverso il reperimento di risorse ed investimenti economici, tenendo fuori il trasporto di Roma dai vincoli di bilancio e dalle regole del mercato. Deve lavorare di concerto con la Regione Lazio per la costruzione di un’unica azienda pubblica del trasporto a livello regionale, per evitare sperpero di denaro pubblico e guadagni ai privati.
Siamo ancora in tempo per cambiare la deriva delle scelte politiche sul trasporto pubblico locale, ma dobbiamo unire le forze e mobilitarci per far sentire la nostra voce.
Aderiamo compatti allo sciopero di 24 ore il 5 dicembre 2017
dalle ore 08:30 alle ore 17:00 e dalle ore 20:00 a fine servizio
troviamoci tutti in piazza del campidoglio alle ore 15

*****

Atac, referendum subito! Martedì 5 dicembre sciopero e mobilitazione

Compiuto l’ennesimo atto contro i lavoratori ATAC con la firma di un nuovo accordo vergognoso. L’azione più grave l’hanno compiuta i sindacati concertativi, CGIL-CISL-UIL-CISAL-UGL, tradendo chi gli paga una tessera sindacale nella speranza di essere difeso nei diritti e nella salute sul posto di lavoro.

Questi pseudo sindacati perseverano, dopo aver firmato gli accordi ERA1 e 2 che hanno solo peggiorato le condizioni di lavoro senza risanare ATAC, e firmano un piano industriale che stravolge la vita lavorativa di tutto il personale.

Ma le responsabilità sono anche della politica, non dimentichiamocelo, che ha saputo solo depredare e sottrarre fondi per anni all’ATAC.

E dell’attuale amministrazione che dovrebbe rilanciare il diritto alla mobilità pubblica, attraverso il reperimento di risorse ed investimenti economici, tenendo fuori il trasporto di Roma dai vincoli di bilancio e dalle regole del mercato.

E della dirigenza aziendale, che per giustificare la sua incapacità ha sottoposto i lavoratori nel giro di 2 anni a due pesanti piani industriali.

I LAVORATORI PURTROPPO SANNO CHE:

l’innalzamento dell’orario settimanale da 37 a 39 ore non risanerà ATAC, farà solo aumentare il personale inidoneo, effettuare turni di 6h e 40’ continuativi per le vie di Roma, con il traffico e il dissesto delle strade, e rappresenterà un aggravio ulteriore delle già scarse condizioni di sicurezza e salute per gli autisti.

Tutti i giorni, con la firma di questo accordo, il personale di superficie potrà effettuare turni di 6h e 30’ minuti con il calcolo della media su 26 settimane (6 mesi), una condizione che pone l’autista sotto stress per gli eccessivi carichi di lavoro, e non garantisce la sicurezza per i passeggeri…
Far guidare i macchinisti 6h e 30’ nelle gallerie comporta gravi ripercussioni per la salute, non solo per le polveri sottili a cui si è esposti, ma anche per il calo d’attenzione fisiologico dovuto ai lunghi tempi di stazionamento nel sottosuolo ed alla ripetitività delle manovre.
La perdita di alcune indennità e l’innalzamento dell’orario di lavoro vanno a disattendere anche le promesse sul mantenimento degli stessi salari; al contrario si pretende di far lavorare di più e gratuitamente.

Il nostro è un lavoro usurante e gli aumenti di carichi di lavoro, la reperibilità, la flessibilità e le plurimansioni, clausole contenute nel Piano Industriale, sono inaccettabili. L’azienda dovrebbe preservare i propri dipendenti, l’unico patrimonio che può assicurarle il futuro, con incentivi e piani di prevenzione e salvaguardia, anziché sfruttarli fino al limite della sopportazione.
Queste organizzazioni sindacali ci diranno che lo hanno fatto per il nostro bene, per non far fallire l’azienda, che sono stati costretti perché pensano al nostro futuro, ma tutto questo non è vero, perché anche se ATAC fosse fallita, ai lavoratori non sarebbe potuto capitare di peggio di quello che loro hanno già firmato, questo Piano industriale serve solo a favorire le privatizzazioni.
Atac, referendum subito! Martedì 5 dicembre sciopero e mobilitazione

Compiuto l’ennesimo atto contro i lavoratori ATAC con la firma di un nuovo accordo vergognoso. L’azione più grave l’hanno compiuta i sindacati concertativi, CGIL-CISL-UIL-CISAL-UGL, tradendo chi gli paga una tessera sindacale nella speranza di essere difeso nei diritti e nella salute sul posto di lavoro.
Questi pseudo sindacati perseverano, dopo aver firmato gli accordi ERA1 e 2 che hanno solo peggiorato le condizioni di lavoro senza risanare ATAC, e firmano un piano industriale che stravolge la vita lavorativa di tutto il personale.
Ma le responsabilità sono anche della politica, non dimentichiamocelo, che ha saputo solo depredare e sottrarre fondi per anni all’ATAC.
E dell’attuale amministrazione che dovrebbe rilanciare il diritto alla mobilità pubblica, attraverso il reperimento di risorse ed investimenti economici, tenendo fuori il trasporto di Roma dai vincoli di bilancio e dalle regole del mercato.
E della dirigenza aziendale, che per giustificare la sua incapacità ha sottoposto i lavoratori nel giro di 2 anni a due pesanti piani industriali.
I LAVORATORI PURTROPPO SANNO CHE:
l’innalzamento dell’orario settimanale da 37 a 39 ore non risanerà ATAC, farà solo aumentare il personale inidoneo, effettuare turni di 6h e 40’ continuativi per le vie di Roma, con il traffico e il dissesto delle strade, e rappresenterà un aggravio ulteriore delle già scarse condizioni di sicurezza e salute per gli autisti.
Tutti i giorni, con la firma di questo accordo, il personale di superficie potrà effettuare turni di 6h e 30’ minuti con il calcolo della media su 26 settimane (6 mesi), una condizione che pone l’autista sotto stress per gli eccessivi carichi di lavoro, e non garantisce la sicurezza per i passeggeri…
Far guidare i macchinisti 6h e 30’ nelle gallerie comporta gravi ripercussioni per la salute, non solo per le polveri sottili a cui si è esposti, ma anche per il calo d’attenzione fisiologico dovuto ai lunghi tempi di stazionamento nel sottosuolo ed alla ripetitività delle manovre.
La perdita di alcune indennità e l’innalzamento dell’orario di lavoro vanno a disattendere anche le promesse sul mantenimento degli stessi salari; al contrario si pretende di far lavorare di più e gratuitamente.
Il nostro è un lavoro usurante e gli aumenti di carichi di lavoro, la reperibilità, la flessibilità e le plurimansioni, clausole contenute nel Piano Industriale, sono inaccettabili. L’azienda dovrebbe preservare i propri dipendenti, l’unico patrimonio che può assicurarle il futuro, con incentivi e piani di prevenzione e salvaguardia, anziché sfruttarli fino al limite della sopportazione.
Queste organizzazioni sindacali ci diranno che lo hanno fatto per il nostro bene, per non far fallire l’azienda, che sono stati costretti perché pensano al nostro futuro, ma tutto questo non è vero, perché anche se ATAC fosse fallita, ai lavoratori non sarebbe potuto capitare di peggio di quello che loro hanno già firmato, questo Piano industriale serve solo a favorire le privatizzazioni.
LAVORATORI LA LOTTA È LA RISPOSTA!

INIZIAMO CON IL TOGLIERE LE DELEGHE SINDACALI A CHI SVENDE LA NOSTRA VITA
PRETENDIAMO UN REFERENDUM SUBITO

ADERIAMO COMPATTI ALLO SCIOPERO DI 24 ORE IL 5 DICEMBRE 2017
DALLE ORE 08:30 ALLE ORE 17:00 E DALLE ORE 20:00 A FINE SERVIZIO
TROVIAMOCI TUTTI IN PIAZZA DEL CAMPIDOGLIO ALLE ORE 15
COSA

LAVORATORI LA LOTTA È LA RISPOSTA!

INIZIAMO CON IL TOGLIERE LE DELEGHE SINDACALI A CHI SVENDE LA NOSTRA VITA

PRETENDIAMO UN REFERENDUM SUBITO

ADERIAMO COMPATTI ALLO SCIOPERO DI 24 ORE IL 5 DICEMBRE 2017
DALLE ORE 08:30 ALLE ORE 17:00 E DALLE ORE 20:00 A FINE SERVIZIO
TROVIAMOCI TUTTI IN PIAZZA DEL CAMPIDOGLIO ALLE ORE 15

 

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *