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Il Comune di Roma non si pieghi al Decreto Salvini. Manifestazione al Campidoglio

Presidio al Campidoglio – giovedì 22 novembre, ore 15. Nelle ultime settimane diversi Comuni italiani (Torino, Bologna, Firenze, Ravenna, Bari, Palermo, ecc.) hanno approvato un ordine del giorno in cui si chiede al Ministero dell’Interno e al Governo la sospensione “in via transitoria fino alla conclusione dell’iter parlamentare” dell’applicazione del Decreto Salvini in materia di immigrazione e sicurezza, e ad aprire un confronto fra le città italiane per rivalutarne l’impatto in termini economici, sociali e sulla sicurezza dei territori. Una presa di posizione politica molto interna alle dinamiche di governo, in quanto supportata da forze politiche che poco potrebbero dire sui temi dell’accoglienza e della sicurezza, a partire dal PD, responsabile del Decreto Minniti rispetto al quale l’attuale Decreto Salvini si pone in continuità, o dallo stesso Movimento 5 Stelle (nel caso di Torino), attuale forza di governo. Ma pur sempre una presa di posizione politica forte in opposizione a un decreto – che potrebbe divenire presto legge – che sancisce la guerra verso e fra i settori popolari. E su cui chiediamo che anche il Comune di Roma si esprima.


In questo senso, è dalle periferie e dalle realtà politiche, sociali, associative e sindacali che lottano per e sui territori che deve partire la pressione affinché il consiglio comunale di Roma si pronunci contro il decreto. Si tratta di politiche sull’immigrazione che condanneranno centinaia di migliaia di persone all’irregolarità dal punto di vista giuridico e alla precarietà di vita, con tutte le conseguenze in termini di marginalità e tensione sociale in territori già abbandonati dalle istituzioni. E di politiche securitarie di criminalizzazione della povertà – come l’estensione del Daspo urbano e le misure contro le occupazioni – e delle lotte sociali e politiche, su cui pendono nuove, arbitrarie, misure di controllo e repressione.
Questa pressione assume poi un’ulteriore centralità nella città di Roma, dove la gestione comunale a 5 stelle ha fatto proprio fin da subito il “metodo Salvini” tramite la riproposizione delle direttive sugli sgomberi e la criminalizzazione delle occupazioni e delle lotte sociali. E dove ha già dimostrato una totale incapacità gestionale e irresponsabilità nell’attuazione di azioni repressive senza la proposta di alcuna soluzione alternativa, soprattutto nelle condizioni di precarietà e disagio sociale conseguenti agli sfratti e agli sgomberi. Lo sgombero del Baobab, la vicenda dei rifugiati di via Scorticabove, le prospettive tracciate per l’Ex Penicillina e le condizioni precarie delle famiglie sfrattate di recente sono la perfetta dimostrazione delle conseguenze delle politiche di governo.
Di recente la sindaca Raggi, parlando dei futuri sgomberi, ha dichiarato che ce ne saranno altri “nell’ordine in cui si troveranno le sistemazioni per le persone”. Una presa di coscienza, quella rispetto all’insostenibilità di sgomberi senza soluzioni alternative, decisamente tardiva ma che può e deve rappresentare il primo passo per una assunzione di responsabilità da parte dell’amministrazione comunale in opposizione al Decreto e alla sua attuazione. Giovedì è necessario essere quindi in Campidoglio per chiedere al Consiglio Comunale di esprimersi, prima che il decreto sia convertito in legge.
Presidio al Campidoglio – giovedì 22 novembre, ore 15

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