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Comitati civici pontini a difesa della sanità pubblica

Nella provincia pontina da alcuni mesi c’è una mobilizzazione per scongiurare la chiusura dei PPI (punti di primo intervento, declassamento dei tradizionali Pronto Soccorso). Chiusura annunciata l’estate scorsa dalla Regione Lazio e che interessa tutti i Comuni in cui questi sono attivi (Cisterna, Sabaudia, Gaeta, Minturno, Priverno, Cori e Sezze). A questa notizia i cittadini più sensibili al problema si sono organizzati in comitati.

Uno fra tutti quello Civico di Cori e anche il più agguerrito visto che circa 18 anni fa, proprio in questa località, si sono visti chiudere l’efficiente ospedale civile locale nonostante la popolazione abbia fatto di tutto, compresa l’occupazione del Municipio, per scongiurarne la dismissione.

L’esperienza vuol dire molto ed è per questo che soprattutto a Cori il comitato, nel quale sono subito confluiti molti di quei cittadini che all’epoca vissero la sconfitta di vedersi chiudere una delle strutture sanitarie più attrezzate ed efficienti della zona, si è subito costituito e messo in moto. Fino a organizzare per il 30 novembre scorso una manifestazione a Latina che ha visto sfilare un migliaio di persone, i Comitati Civici e ben 14 sindaci con tanto di fascia fin sotto il palazzo direzione generale ASL di Latina. Lì, prima i sindaci e poi i portavoce dei comitati, sono stati ricevuti dal direttore Casati. Il funzionario ha cercato di tranquillizzare la delegazione dichiarando che il pericolo dell’immediata chiusura era intanto scongiurato per tutto il 2019 e che in futuro si sarebbe lavorato contro la chiusura e per il potenziamento degli stessi.

I Comitati Civici hanno apprezzato la buona volontà del funzionario ma evidenziato lo scetticismo per quelle dichiarazioni che al momento sono solo verbali. Per questo da quel giorno il comitato civico di Cori che si può considerare, senza ombra di dubbio, il trascinatore di questa lotta non ha riposto le armi ma ha continuato e continuerà il suo lavoro di informazione della popolazione e di vigilanza assidua per scongiurare qualsiasi sgradita sorpresa. Inoltre ha dato inizio a una raccolta firme, ancora in atto, per una petizione popolare da portare all’attenzione del Parlamento, del Senato, del Governo Italiano e della Regione Lazio, ciascuna per le proprie competenze.

Nel frattempo sono giunte notizie che nei PPI di Minturno e Cori verrà attuato il servizio di telemedicina. Veramente quello di Minturno è già stato inaugurato ma non è ancora in funzione. “Piccoli dettagli” che portano i Comitati ad attuare una vigilanza sempre più assidua.

Nonostante questi segnali il comitato civico di Cori continua la sua battaglia e rilancia per avere, presso l’idonea struttura ospedaliera esistente, ulteriori servizi sanitari che sono stati tolti negli anni attraverso le politiche di depauperamento attuate dalle varie giunte regionali. Quindi dovrebbe riaprire anche l’ambulatorio di radiologia.

Si vocifera inoltre un’altra possibilità: lasciare aperti i PPI solo nelle ore diurne (8-20). Possibilità inaccettabile perché a livello normativo il percorso, in gran parte su strade di montagna, da Cori e località vicine (Rocca Massima e Giulianello) all’ospedale di Latina supera abbondantemente i 20 minuti previsti entro i quali è possibile inglobare tutte le strutture esistenti a quella più grande, in questo caso Latina. Gli ultimi esempi di quanto questo sia pregiudizievole nei confronti della vita dei cittadini si sono avuti durante le ultime feste di Natale quando è stato possibile salvare la vita di due persone grazie proprio all’esistenza del PPI di Cori che altrimenti non ce l’avrebbero fatta.

I Comitati Civici stanno quindi combattendo una dura battaglia per difendere quanto sancito dall’Art.32 della Costituzione (La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti…) che le istituzioni e in questo caso in primis la Regione Lazio (Zingaretti!) invece ignora spudoratamente.

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