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Roma. Picchetto e assemblea popolare a Casalbruciato. Alla fine è arrivata anche la Raggi

Ultim’ora. A Casalbruciato, a casa di Maria Pia, anziana sotto sfratto, è arrivata anche la sindaca Raggi. Lo sfratto è stato bloccato, l’eco dell’iniziativa si è sentito chiaro e forte. E’ una vittoria della mobilitazione popolare. Ma adesso serve un cambio di passo sull’emergenza abitativa e le periferie.

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Questa mattina il cortile delle case popolari di via Casalbruciato si è riempito di gente, e non certo per cacciare o impedire l’ingresso di una famiglia rom. Piuttosto per impedire che Maria Pia, una donna anziana con manifestazioni di Alzeimher venisse sfrattata.

Il picchetto è iniziato la mattina presto. Su un tavolino in mezzo al cortile le cibarie per una “colazione resistente” offerta a chi ha deciso di sbarrare il passo all’ennesimo dramma per una figura sociale debole come Maria Pia. Ben visibili le bandiere di Asia-Usb e Potere al Popolo. Ma ci si è visti presto anche per “dissuadere” eventuali presenze dei fascisti (che infatti non si sono fatti vedere) e mandare un segnale chiaro e forte: le comunità popolari difendono i diritti di tutti.

Le telecamere e le troupe girano tra la gente del picchetto popolare, salgono a casa di Maria Pia. Stavolta l’immagine del quartiere non è quella disegnate nelle settimane scorse. Al picchetto partecipano anche immigrati impegnati nella lotta per la casa, il fatto che il problema sia comune viene materializzato anche con questa presenza al picchetto. Inutile negare che la questione rom sia difficile da spiegare tra la gente, eppure lo sforzo è proprio quello di insistere sul fatto che chi complica l’esistenza delle famiglie proletarie non sono qualche nucleo familiare di rom o di immigrati, sono le istituzioni che hanno la responsabilità di risolvere e gestire l’emergenza abitativa evitando di alimentare la guerra tra poveri.

Verso le 9.30 il picchetto si trasforma in una assemblea popolare sotto le case. Gli obiettivi vengono spiegati uno per uno: sanatoria, definizione degli affitti e delle quote servizi, risposte da Comune Ater e Regione alle richieste della piattaforma complessiva presentata da Asia-Usb nei mesi scorsi. Viene ribadita la denuncia sulle complicità tra i dirigenti del Dipartimento Politiche Abitative e i gruppi neofascisti (le soffiate, le gole profonde che segnalano preventivamente ai fascisti le assegnazioni “critiche”). Ma è evidente che serve qualcosa di più, serve una visione generale dei problemi delle periferie e dei quartieri popolari, serve “la politica”. Un primo messaggio è stato lanciato martedi con la carovana di auto e motorini che dalla periferia ha raggiunto il centro di Roma. Le proposte da mettere in campo sono in discussione per diventare un programma generale che ruoti intorno alla questione del “riscatto”, uno slogan che dà identità di classe, obiettivi concreti e fissa delle priorità nelle scelte sociali nel governo della città. Un riscatto che trova in Casalbruciato una occasione per diventare programma, per la storia politica e sociale del quartiere e i presìdi già esistenti ma che vede un “combinato disposto” tra fascisti e istituzioni intenzionato a saggiarne e spezzarne la coesione sociale e i punti di resistenza.

Tra i palazzoni di Casalbruciato si gioca una partita importante, per le figure sociali deboli come Maria Pia e per tutti.

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Qui di seguito il comunicato dell’Asia Usb al termine della mattinata, incluso lo smantellamento documentale delle frottole diffuse dall’Ater sullo sfratto di Maria Pia:

Sfratto sospeso a Casal Bruciato, vittoria della mobilitazione di Asia USB. Raggi blocchi gli sgomberi e si dissoci dalla linea del Dipartimento Politiche Abitative

Questa mattina, 16 maggio, era previsto lo sfratto di Maria Pia, un’anziana che vive in via di Casal Bruciato, nel quartiere al centro delle polemiche dopo l’assegnazione di un alloggio ad una famiglia Rom. La donna ha 77 anni ed è gravemente malata, per questo si è trovata nell’impossibilità di difendersi dall’accusa di morosità, rischiando di trovarsi in mezzo alla strada in precarie condizioni di salute e senza che l’amministrazione cittadina abbia minimamente tentato di dare una soluzione all’emergenza abitativa.

La mobilitazione di Asia USB è riuscita a scongiurare il tentativo di sfrattare Maria Pia: come comunicato ai delegati dall’assessorato regionale la procedura di sfratto è stata sospesa e non soltanto rinviata. Solo grazie alla presenza di decine di persone accorse per mostrarle solidarietà e opporsi al suo sfratto, si è riusciti ad ottenerne la sospensione.

La stessa sindaca Raggi si è recata a visitare la donna, tornando così a Casal Bruciato per la seconda volta nel giro di dieci giorni: un evento più unico che raro.

Da tempo Asia USB denuncia le politiche che alimentano la guerra tra poveri messe in campo dal Dipartimento Politiche Abitative del Comune di Roma e che adesso sembrano essere seguite anche dall’Ater. Lo sfratto di Maria Pia è determinato infatti da quelle politiche che mirano a colpire i poveri e non la povertà.

Il Comune ha la responsabilità dell’assegnazione delle abitazioni e l’Ater ha sposato la linea di sgomberi inaugurata dal Dipartimento Politiche Abitative.

Dalla sindaca Raggi ci si aspetta quindi una presa di posizione ben differente: il rilancio dell’edilizia pubblica, una rinnovata attenzione verso le periferie contro l’abbandono dei quartieri popolari, il blocco della politica degli sfratti per chi ha i requisiti.

Le vicende di questa mattina sono sintomatiche del fatto che chi alimenta la guerra tra i poveri, tra inquilini italiani e no, ha come vittima esclusivamente le classi più svantaggiate della popolazione. Il problema, è stato ribadito anche oggi, non sono presunte assegnazioni preferenziali ai Rom o agli stranieri ma le politiche di un’amministrazione che non solo non fa nulla per risolvere l’emergenza abitativa ma che spesso, per colpa dell’attuale gestione come già denunciato da Asia USB, dà spazio a chi fa demagogia nei quartieri popolari.

Ma L’Asia Usb ha colto l’occasione anche per smentire le frottole diffuse oggi alla stampa dall’Ater.

In una nota diffusa alla stampa l’Ater di Roma dichiara: “È del tutto priva di fondamento la notizia secondo cui oggi sarebbe stato previsto lo sfratto per morosità di una signora ottantenne da un alloggio Ater a Casal Bruciato.

Il caso risale al 2012 e nel 2018 il giudice ha emesso una sentenza di sfratto per morosità. Accertate le gravi condizioni di salute della signora, Ater ha bloccato il procedimento di sgombero.

È inaccettabile speculare su una situazione delicatissima quale quella a Casal Bruciato senza accertarsi dell’effettivo stato dei fatti”.

CON IL DOCUMENTO CHE ALLEGHIAMO STENDIAMO UN VELO PIETOSO SU CHI, PUR DI NASCONDERE LE PROPRIE RESPONSABILITA’, ARRIVA A NASCONDERE LA VERITA’ E A FARE DELLE GRAVI AFFERMAZIONI CHE OFFENDONO LA STORIA DEL NOSTRO SINDACATO.

 

Le foto sono di Patrizia Cortellessa

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1 Commento


  • pieroreds

    Una nota di cronaca: questa mattina a Casal bruciato erano presenti anche realtà di base quali collettivi territoriali romani,,partecipazione di pezzi dei movimenti di lotta ,più altri compagni autorganizzati e solidali
    La 2 nota di merito, che secondo me è estremamente illusorio affermare che la Raggi potrebbe ora dietro l’incalzare dell’iniziativa proletaraia sui bisogni sociali invertire la rotta di quel percorso caratterizzato da tre anni di governo cittadino di malaffare,livore e indifferenza contro le forme in cui si sono espresse le rivendicazioni sociali dal basso,e cosi via discorrendo..Fin troppo palese che la sua doppia presenza in 10 giorni a Casalbruciato sia solo espressione di una volontà di una rapida ricostruzione d’immagine legata alla scadenza prossima elettorale

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