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Roma. Tiburtina, ancora contestata la Raggi

“La Tiburtina non è un pranzo di gala”, soprattutto se sei l’ennesimo sindaco tutto chiacchiere e distinitivo che tradisce le promesse fatte in campagna elettorale, anche nei territori dove al primo turno hai sfiorato il 40% dei consensi.

Così, dopo Casal Bruciato e San Basilio, le contestazioni nei confronti di Virginia Raggi arrivano anche in una scuola di Casal Monastero, dove la sindaca era stata invitata per un incontro sul tema del bullismo. Ma proprio qui, senza sminuire l’importanza del tema trattato, il Comitato Popolare San Basilio ha preso la parola per ribadire in maniera civile (a differenza di una certa vulgata di comodo appiccicata sui suoi abitanti) ciò che lo aveva già portato in strada la scorsa settimana, ossia la pretesa sia di un confronto serio sulle condizioni e sulle necessità del quartiere, sia delle scuse del Comune dopo il “rastrellamento” eseguito dalla Polizia locale martedì 26 novembre mediante lo svolgimento del prossimo Consiglio proprio a San Basilio.

Alla conclusione della lettura della messaggio (che di seguito vi riportiamo per intero), hanno fatto seguito gli applausi del pubblico presente, mentre un’impreparata Raggi non ha saputo proferire risposta sensata alle richieste della cittadinanza.

La voglia di rivincita fa capolino tra gli abitanti delle borgate romane, sempre più insofferenti dinanzi alle “passerelle da campagna elettorale” a cui non viene mai abbinato un vero progetto politico fatto di lavoro, trasporto pubblico efficiente, spazi verdi puliti, asili nido, case popolari, manutenzione per quelle già esistenti, ecc., che riqualificherebbero quei territori abbandonati da anni di indiffererenza e polizia istituzionale.

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Scriviamo a voi che siete le autorità di questa città e avete giurisdizione sui quartieri popolari e sugli insediamenti di case comunali e dell’Ater, quello che resta dell’edilizia residenziale pubblica. 

Vi chiediamo di sospendere la guerra che avete ingaggiato contro gli abitanti delle case popolari e di mettervi seduti a ragionare con le persone dei problemi che viviamo in queste zone.  

Che i nostri caseggiati siano abbandonati da decenni non siamo noi a dovervelo ricordare, lo sapete bene. Vale per Tor Bella Monaca come per San Basilio, per Ponte di Nona come per Tor Sapienza, Villa Gordiani o Primavalle, Laurentino, Tufello, ecc. Dove ci sono le case popolari, i muri sono scrostati, l’acqua piove dai soffitti e tutto l’insieme ha un’aria di precarietà.

Per noi e i nostri problemi non avete soluzioni, questo ormai è evidente. Ci state martoriando da anni con l’idea che chi vive in questi alloggi sia un privilegiato, uno che se ne approfitta, che vuole rubare la casa a qualcun altro. Cacciate persone anziane dalle abitazioni, madri sole con figli piccoli, persone malate per far posto ad altri meglio posizionati in graduatoria, provocando una continua guerra tra poveri che non risolve niente, perché la casa trovata ad una famiglia corrisponde ad una casa tolta ad un’altra che ne ha ugualmente diritto.  

Non solo non stanziate fondi per nuovi alloggi pubblici, ma non spendete neanche quei pochi che avete stanziato negli anni, sommando disagio a disagio in una spirale senza fine. 

La vostra incapacità o forse non volontà di affrontare la situazione vi ha spinto negli anni a concepire i nostri problemi come una questione di ordine pubblico, da affrontare con l’azione di polizia. Un’azione sempre più intensa ed asfissiante, al punto da arrivare alle misure delle ultime settimane ed ai veri e propri rastrellamenti che avete organizzato nei nostri caseggiati.  

La violenza che state usando contro di noi è inaccettabile e il marchio che ci state cucendo addosso, per il solo fatto di abitare nelle case popolari, è odioso e insopportabile. L’irruzione che avete fatto la mattina del 26 novembre nelle abitazioni di San Basilio è oltre il limite che pensavamo di dover subire, creando una situazione di allarme tra gli abitanti che non è sopportabile in un paese che non ha dichiarato guerra a nessuno.

Viviamo il rapporto con lo Stato esclusivamente come controllo e repressione, mentre quando chiediamo il riconoscimento dei nostri diritti ad una casa dignitosa, servizi sociali e lavoro nessuno è disposto ad ascoltarci. La politica arriva esclusivamente in prossimità degli appuntamenti elettorali per poi allontanarsi dopo gli scrutini.  

Vi chiediamo di disporvi all’ascolto, di affrontare la situazione con il dialogo, di venire a discutere con noi, gli abitanti. Non pretendiamo soluzioni facili ma il rispetto per la nostra dignità di cittadini. Abbiamo diritto ad un gesto di scuse per lo sfregio che avete inferto al nostro quartiere e che state riproducendo per le periferie di Roma. 

Vogliamo che il Consiglio Comunale sia convocato in seduta straordinaria qui a San Basilio, aperto alla partecipazione degli abitanti. Vogliamo che veniate a parlare con noi, disarmati una volta tanto.

Comitato Popolare San Basilio

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