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Il fascismo non è un’opinione, è un crimine

Lanciata su change.org e trasferitasi poi nelle piazze, è in corso in Lombardia la campagna di raccolta firme per mettere fuori legge le organizzazioni neofasciste e neonaziste. La Regione guidata dal leghista Maroni è ormai tra le principali mete europee di incontri, raduni e concerti dei nuovi seguaci di Hitler e di Mussolini. Il prossimo oltraggio a Milano, domenica 5 giugno, con il torneo di calcetto promosso da Lealtà azione.

Basterebbe partire dalla sponsorizzazione di lunedì 17 maggio del torneo di calcetto promosso dal gruppo neofascista di Lealtà azione, previsto per domenica 5 giugno a Milano, nel giorno stesso in cui la città è chiamata al voto per il rinnovo del sindaco e del consiglio comunale. Stiamo parlando della regione Lombardia guidata dal leghista Roberto Maroni.

Ancor prima, nell’aprile del 2012, in occasione di un raduno di reduci repubblichini, la stessa giunta fece pervenire una corona di fiori al cimitero Maggiore che fu beffardamente, come riportato dal Corriere della Sera, posta a fianco di un’insegna delle SS.

Sta anche in questi atti una delle ragioni non secondarie per cui la Lombardia si è progressivamente collocata a livello europeo come meta di incontri, raduni e concerti di ispirazione neonazista. Quasi impossibile ricordarli tutti, dalla “festa” del 20 aprile 2013 a Malnate (Varese) per il “compleanno” di Adolf Hitler all’incontro del 15 giugno dello stesso anno a Rogoredo, promosso dagli Hammerskin con gruppi neonazisti da tutta Europa, al convegno milanese di Casa Pound con Alba dorata del 15 marzo 2014, al concerto nazi del 1° novembre dello scorso anno a Trezzano, con arrivi da Germania, Austria e Finlandia, al meeting internazionale di Forza nuova a Cantù a metà settembre dello scorso anno, con organizzazioni europee antisemite, al festival nazionale di Casa Pound a Castano Primo, sempre lo scorso settembre, all’Hammerfest 2015 del 28 novembre passato. Ultimo, in ordine di tempo, un convegno il 20 maggio promosso a Caidate (Varese) dalla cosiddetta «Comunità militante dei Dodici raggi» (Do.Ra) con tanto di svastica al tavolo della presidenza.

Tra complicità e indifferenze
In alcune di queste occasioni si è addirittura giunti all’esibizione di gruppi musicali banditi nei Paesi d’origine. Un caso unico in Europa che ha fatto di questa regione un’enclave accogliente, grazie al mancato contrasto di questure e prefetture, secondo i nuovi dettami governativi volti a consentire lo svolgimento di qualsiasi manifestazione razzista o apologetica del fascismo, accompagnato dall’indifferenza di importanti amministrazioni comunali, vedi Milano. Il bilancio della giunta Pisapia, sotto questo profilo, è decisamente negativo.

In un crescendo, tra colpevoli silenzi, disattenzioni, ma anche alcune complicità, si è passati in novembre dall’iscrizione al Famedio, dove sono posti i nomi dei cittadini illustri di Milano, di Franco Maria Servello (il federale missino dei tempi di San Babila e dell’uccisione con una bomba a mano il 12 aprile 1973 dell’agente di polizia Antonio Marino nel corso di una manifestazione dallo stesso promossa), alla posa per la prima volta di una corona del Comune (grazie all’assessore Franco d’Alfonso) in omaggio dei caduti repubblichini al campo 10 del cimitero (dove giacciono anche le spoglie di diverse SS), allo scandaloso sfilare in ordine militare sia il 24 che il 25 aprile, nel giorno della Liberazione, di folti gruppi di neonazisti nello stesso cimitero al grido di «Sieg Heil!». Mai nulla di simile in precedenza era accaduto.

Nelle strade e nelle piazze
Di fronte a questo evolversi, a partire dal dicembre scorso, un ampio arco di forze, composto tra gli altri da diverse sezioni dell’Anpi, dalla Fiom e dall’Arci di Milano, dall’associazione Dax e dal comitato Carlo Giuliani, dalle reti antifasciste di Brescia, Cantù, Cremona, Sondrio e Varese, da Memoria antifascista e dall’Osservatorio democratico sulle nuove destre, ha promosso su change.org una petizione popolare on-line («Per la messa fuori legge di tutte le organizzazioni neofasciste e neonaziste») rivolta al Presidente della Repubblica e ai presidenti di Camera e Senato per la messa fuori legge di tutte le organizzazioni neofasciste e neonaziste.

Lo slogan, «il fascismo non è un’opinione come le altre è un crimine», si ispira alla famosa frase di Giacomo Matteotti, assassinato dai fascisti nel 1924 dopo aver denunciato in Parlamento i brogli elettorali e le ruberie del nascente regime.

La campagna si è presto allargata al contributo di altri soggetti non solo lombardi e da aprile si è trasferita nelle piazze e nelle strade con banchetti e presidi superando a oggi complessivamente le 25 mila firme. Continuerà fino alla fine dell’estate. Alcune legittimazioni nella campagna elettorale in corso a Milano, dalla presenza di dichiarati neofascisti nelle liste della Lega alla disinvoltura del Pd, il cui segretario metropolitano, Pietro Bussolati, si è recentemente confrontato amabilmente con il candidato sindaco (Nicolò Mardegan) della lista sostenuta da Casa Pound (con buona pace del ministro Boschi), dicono della bontà e necessità di questa iniziativa.

 

Saverio Ferrari

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