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Milano. Nuove condanne per EXPO, ma la speculazione continua

In questi giorni a Milano è in corso un simbolico passaggio del testimone tra quello che è stato EXPO e il dopo EXPO. Ma è un passaggio che avviene nel segno della più assoluta continuità: grandi speculazioni immobiliari che hanno attraversato giunte milanesi differenti per colore politico ma tutte accomunate dalla visione di una città sempre più orientata a incarnare gli interessi nazionali e internazionali della borghesia e delle élites finanziarie.

Una città a tal punto funzionale al capitalismo impegnato nella competizione globale da far dire a Sala, ora sindaco e già amministratore delegato di EXPO, che Milano è una “città sistemica” che ha tra i suoi doveri quello di mettere al servizio del paese il suo modello e che, in assenza di risposte, si rivolgerebbe direttamente all’Europa e alle sue risorse per continuare ad attrarre il mondo della finanza e delle imprese.

Accade così che proprio mentre arrivano a conclusione i primi procedimenti penali riguardanti gli appalti per la realizzazione di EXPO, a giorni l’Università Statale dovrà deliberare sul progetto per il nuovo campus universitario in area EXPO, assai caro al Rettore Vago, che dello spostamento delle facoltà scientifiche dall’attuale sede di Città Studi all’ex area di EXPO ha fatto il proprio cavallo di battaglia; il nuovo campus sorgerà nell’ambito del più vasto progetto Human Technopole, che prevede anche la creazione di un centro di ricerca sostenuto dal governo con un finanziamento di circa 150 milioni all’anno per 10 anni e di cui saranno parte anche multinazionali del farmaco: un’occasione d’oro per riaffermare il “modello Milano”.

Nelle aule del Tribunale intanto – in cui riecheggeranno ancora a lungo i contrasti, legati proprio alle inchieste su EXPO e giunti fino al CSM, tra il pm Alfredo Robledo e l’ex capo della Procura Edmondo Bruti Liberati – sono cadute in primo grado le accuse di associazione a delinquere ma ci sono state condanne, lo scorso 8 maggio, per turbativa d’asta e falso che consentono d’ intravvedere come, dietro le speculazioni edilizie realizzate, si celassero appetiti non sempre leciti.

E così – se per Sala è arrivato il proscioglimento dall’accusa di abuso d’ufficio e turbativa d’asta per la piantumazione della piastra di EXPO e il 7 giugno inizierà il processo a suo carico solo per l’accusa di falso, legata alla presunta retrodatazione di verbali – tra i condannati ci sono personaggi del calibro di Antonio Rognoni, ex direttore generale di Infrastrutture Lombarde spa, gigante da 11 miliardi di investimenti, condannato ora a tre anni e già definito dal Gip “mente del sodalizio criminale”, manager considerato vicino a Comunione e Liberazione ai tempi di Formigoni ma rimasto in auge nel passaggio della Regione al leghista Maroni.

A proposito di continuità va ricordato, tornando indietro di qualche anno, che erano di Comunione e Liberazione gli assessori allo sviluppo del territorio delle giunte Albertini (Maurizio Lupi, successivamente anche ministro delle Infrastrutture) e Moratti (Carlo Masseroli, già uomo forte di Forza Italia e ora direttore generale di Milanosesto spa, la società che si occupa del progetto dell’ex area Falck) negli anni in cui nascevano i progetti delle aree ex FIERA ( poi Citylife) ed ex Centro Direzionale (poi Porta Nuova).

E’ bene sottolineare che i progetti in questione, approvati dalle giunte milanesi di centrodestra, sono stati poi attuati come capisaldi della modernizzazione della città dalle giunte Pisapia e Sala proprio negli anni in cui la Commissione europea, attraverso il concetto di “rigenerazione urbana”, individuava le aree metropolitane come luoghi strategici in cui concentrare gli investimenti per favorire il processo di valorizzazione capitalistica.

Tornando all’attualità, Vago – rettore dell’Università Statale – parla di “opportunità imperdibile e irripetibile” riferendosi al trasferimento delle facoltà scientifiche che costringerebbe a quotidiani trasferimenti assai dispendiosi in termini di tempo e di costi (è annunciato tra l’altro a Milano a breve l’aumento del costo dei servizi pubblici di trasporto) quasi 20.000 studenti e 2.000 lavoratori. Per questa “imperdibile opportunità” Renzi e Maroni, firmando il patto per la Lombardia, hanno stanziato 130 milioni di fondi pubblici, vincolando l’erogazione allo spostamento della sede nell’area in cui verrà costruito il campus. La realizzazione del progetto vale complessivamente 318 milioni di euro e, dalle informazioni che non senza difficoltà iniziano a trapelare, il colosso australiano delle cosruzioni LendLease ne metterebbe 134 in cambio della possibilità di gestire per 99 anni il business, l’Università Statale 55 milioni per le attrezzature, oltre a sobbarcarsi circa 19 milioni di euro per 27 anni per affitti, servizi e fornitura di energia. E ovviamente il Politecnico e la Bicocca hanno iniziato a immaginare investimenti immobiliari nell’area attualmente occupata dalle facoltà della Statale .

Così la Capitale materiale vicina all’Europa continua a essere anche una sorta di laboratorio del neoliberismo urbanistico, a tutto ed esclusivo vantaggio delle imprese e dei loro appetiti, che sta espellendo gli abitanti delle classi meno abbienti spingendoli a vivere in condizioni di crescente disagio verso le zone periferiche.

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