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Milano. ItalExit: perché è necessaria la rottura dell’Unione Europea

Milano 21 giugno: ‘Italexit, verso un’area euromediterranea. Perché è necessaria la rottura dell’Unione Europea. Apriamo il dibattito nella Milano vicina all’Europa, dell’EXPO e della finanza’
Giovedì 21 giugno, ore 20:30, CAM Garibaldi a Milano (corso Garibaldi 27; M2 Lanza)

Da tempo la Rete dei Comunisti affronta il tema della formazione del polo imperialista europeo, delle sue caratteristiche classiste e antipopolari, e di conseguenza gli importanti interrogativi su come inceppare e rompere i suoi ingranaggi, e delle possibili alternative.

Dai risultati delle elezioni italiane, così come dai referendum di diversa natura con cui i popoli europei si sono pronunciati negli ultimi anni, emerge sempre più chiaramente una diffusa ostilità nei confronti dell’Unione Europea, mentre nei ristretti circoli dell’establishment si lavora ad un inasprimento dei suoi meccanismi e non tramontano le ipotesi di un’Europa a due velocità.

Vogliamo con l’iniziativa del 21 giugno, assieme a Luciano Vasapollo, aprire il dibattito sulla nostra prospettiva di ITALEXIT popolare e di classe. Intendiamo farlo anche nella città agganciata al “nucleo duro” dell’UE e che incarna una visione di “Italia a due velocità”.

Una città, Milano, sempre più orientata a rappresentare a tal punto gli interessi nazionali e internazionali della borghesia e delle élites finanziarie da far dire al sindaco Sala, già amministratore delegato di EXPO, che Milano, in assenza di risposte, si rivolgerà direttamente all’Unione Europea per continuare ad attrarre il mondo della finanza e delle imprese.

La nostra prospettiva di ITALEXIT scaturisce dalla constatazione dell’irriformabilità in senso democratico e progressista dell’attuale Unione Europea. Del resto l’aumento delle disuguaglianze e l’allontanamento degli spazi decisionali da quelli democratici attraverso i quali i popoli possono intervenire non avvengono per caso, ma sono il risultato ricercato e funzionale agli interessi delle classi padronali che questa UE l’hanno costruita a loro immagine e somiglianza. E non è pensabile che in un progetto del capitale, voluto dal capitale e guidato dal capitale ci siano gli spazi per il miglioramento delle condizioni delle classi popolari.

L’ITALEXIT di cui discutiamo con Luciano Vasapollo è volta a creare le condizioni per un processo di liberazione dalla gabbia dell’austerità imposta dall’Unione Europea attraverso i trattati e l’euro e che ha portato in questi anni, anche tramite l’introduzione del pareggio di bilancio in Costituzione con la modifica dell’art.81, ad attacchi pesantissimi e generalizzati ai diritti dei lavoratori e allo smantellamento dei servizi pubblici negando il diritto a un’istruzione accessibile a tutti, alla salute, all’abitare, a un lavoro stabile e retribuito dignitosamente.

Ma ITALEXIT per noi è anche uscita dalla NATO, un’alleanza militare che ha per l’Italia dei costi altissimi e che pur con la fine della guerra fredda, nei mutati scenari geopolitici, ha dimostrato di continuare ad essere al servizio degli interessi degli Stati Uniti.

Con Vasapollo discuteremo di un percorso che vuole smascherare la retorica “sovranista” di chi vorrebbe dar fiato alle imprese e alle classi più agiate aumentando ulteriormente le disuguaglianze magari mediante l’introduzione della flat tax, e fomentando la guerra fra i poveri e l’odio verso i poveri; discuteremo infatti di una Italexit che rompa gli attuali meccanismi e che può farlo solo rimettendo al centro la sovranità popolare e democratica, e che apre la possibilità a nuove alleanze internazionaliste fra i popoli del Sud Europa e di altri paesi che affacciano sul Mediterraneo. Prospettiva che parte e si rafforza nella constatazione dell’esistenza di condizioni materiali, sociali ed economiche simili, che aprono spazi oggettivi per nuovi equilibri bastati su principi di cooperazione e solidarietà.

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