Menu

Gap Milano. Non si gioca con le iniziative del Pd!

Prendiamo parola pubblicamente a seguito dell’adesione di Potere al Popolo! Milano alla manifestazione del 30 settembre promossa da “intolleranza zero”.

Come già avvenuto lo scorso 28 agosto in occasione dell’iniziativa dei “Sentinelli”, tali decisioni sono state prese, per la seconda volta, con colpevole fretta e superficialità, e in definitiva con una presa di posizione ancor più grave se si considera che il comunicato d’adesione ad essa, va ancor più in la del presente e preannuncia, a prescindere, altre adesioni ad iniziative con il carattere distintivo come quella di ieri.

Il voto per alzata di mano del coordinamento provinciale provvisorio di Potere al Popolo, ancora una volta, impedisce qualsiasi forma di riflessione o costruzione a percorsi che siano altro rispetto al mantra dell’”unità del popolo della sinistra”. Unità che, lo sottolineiamo, se non si rivolge al blocco sociale, agli sfruttati, ai colpiti dal montare della repressione, al popolo effettivo delle periferie e dell’hinterland della metropoli lombarda, è solo una sgangherata scialuppa per ceti politici di basso cabotaggio e poco più.

Crediamo che la rincorsa ad uno stantio modo di fare politica asservita alla logica del meno peggio e all’illusione di “pesare dall’esterno” non solo sia inutile ma decisamente dannosa. Continuare su questa strada significa uscire dal solco tracciato dalla nascita di Potere al popolo! come momento di discontinuità e rottura con la “vecchia sinistra” ormai identificata come parte del problema.

Non intendiamo cedere sul terreno dell’Antifascismo e dell’Antirazzismo alle strumentalizzazioni di chi fino a ieri lo derubricava ad atteggiamento retrò o lo declinava unicamente come tensione moralistica. E tra i promotori effettivi, quelli sotto mentite spoglie e i nuovi parvenù c’è ne sono, eccome!

Riteniamo necessaria e non più rimandabile la costruzione di un antifascismo popolare che abbia, anche, la capacita di proporsi a chi è impaurito ed incattivito da più di dieci anni di crisi. Solo così si potrà far comprendere che l’altro, il migrante, non è un soggetto verso il quale rivolgere la propria frustrazione e rabbia o, di contro, carità e pietà ma è una risorsa ed un compagno di lotta per il miglioramento delle condizioni materiali di tutte e tutti. Solo così potremo andarci a riprendere i nostri.

Con lo scopo di argomentare e sostanziare la nostra posizione alleghiamo quanto scritto da alcune/i compagne/i in occasione dello scorso 28 agosto in una accorata lettera alle compagne ed i compagni di Potere al Popolo! Milano.

Gap Milano

*****

GAP-Milano. Comunicato n°1 : ripetita non iuvant.

Lettera aperta alle compagne e i compagni di Potere al popolo di Milano.

Cari compagne/i, vogliamo con questa lettera rendere esplicite delle riflessioni fatte da alcuni di noi.

Abbiamo partecipato tutte/i insieme alla difficile costruzione di Potere al popolo nel territorio milanese, spesso fianco a fianco, ragione importante per cui riteniamo fondamentale aprire un dibattito su alcune questioni dirimenti da affrontare, specie in vista dell’anno politico che ci attende.

La stessa nascita di Potere al popolo ha rappresentato, fin dall’inizio, una sfida che tutte/i abbiamo voluto raccogliere nonostante e a dispetto delle diverse provenienze ed esperienze. Pur nelle differenze e nelle difficoltà soggettive ed oggettive, siamo state/i in grado di aprire un confronto e iniziare ad immaginare un modo, per certi versi, nuovo e diverso, di fare politica, avendo ben chiaro la volontà di rimettere al centro gli interessi di quelli che abbiamo definito “i nostri”, la nostra Classe. Fin dalla prima assemblea è emerso un elemento fondamentale e caratterizzante di Potere al Popolo: mettersi in Rottura e come Alternativa al centro-sinistra, avendo memoria del processo costitutivo del PD,tanto quanto quello di Liberi e uguali che con le sue varie anime belle tentava di ricostruirsi una verginità politica e “pesare dall’esterno”.

Ha sempre fatto parte di questo “vecchio mondo” anche la logica del meno peggio, quella per cui si è sempre stati costretti a rinunciare a parte considerevole della propria identità avendo come risultato finale agli occhi di chi si vuol rappresentare, non il rafforzamento ma l’insignificanza, la percezione di essere “parte del problema”, e in conclusione motivare molti compagne e compagni alla rinuncia all’attività politica.

In questo senso approcciarsi alla scadenza elettorale è stato uno strumento, un pretesto per farsi conoscere, mettere in campo un’ ipotesi che fosse capace di riattivare le compagne ed i compagni delusi da queste dinamiche, dare una piccola seppur parziale risposta ai bisogni di rappresentanza delle classi popolari che, è bene ricordacelo, nella scorsa tornata elettorale, l’hanno riversati al M5s e alla Lega quanto nell’astensione; dare la possibilità a nuovi soggetti di avvicinarsi alla politica; saper dialogare con le tante esperienze di lotta e di solidarietà che esistono sul territorio, dalle lotte contro le grandi opere, all’associazionismo, al sindacalismo di base e alternativo a CGILCISLUIL, ai piccoli grandi esempi di resistenza e organizzazione contro la precarietà e lo sfruttamento, così come opporsi alla guerra fra poveri promossa dalla destra.

Ora, per continuare questo percorso in maniera sempre più efficace, crediamo necessario porre alcuni punti di chiarezza alle compagne ed i compagni, alla “base” di Potere al popolo della realtà milanese.

Arriviamo subito al merito della questione. Per noi, la deriva xenofoba del governo giallo-verde quanto la folgorazione sulla via dell’antirazzismo di maniera del PD e transfughi, costituiscono una minaccia da combattere senza distinguo e senza ipotesi di seppur lontane, parentele ideologiche. Dietro le due diverse scenografie si nasconde la stessa sostanza liberista. Far percepire qualsiasi tipo di ammiccamento verso una delle due significherebbe recidere, senza possibilità di recupero, ogni tentativo fatto di ricostruire il collegamento con il blocco sociale che vorremmo rappresentare.

Il montante clima di odio e di razzismo si combatte non con l’indignazione social (una sorta di moralismo aristocratico) ma riscoprendo, con la concretezza dell’esempio, la forza della solidarietà, del mutualismo e dell’organizzazione facenti parte del nostro DNA. È proprio questo che bisogna proporre alle classi popolari, scoraggiate ed incattivite da dieci anni di crisi. Solo così si potrà far comprendere che l’altro, il migrante, non è un soggetto verso il quale rivolgere la propria frustrazione e rabbia o, di contro, carità epietà ma è una risorsa ed un compagno di lotta per il miglioramento delle condizioni materiali di tutte e tutti. Solo così potremo andarci a riprendere i nostri.

Affinché questo avvenga, la distanza con tutta quella sinistra che per responsabilità oggettive è stata identificata come establishment, va rimarcata ad ogni occasione. Va ricordato il Jobs-act, la legge Fornero, la Buona scuola e l’alterrnanza scuola/lavoro, l’avvio del lavoro gratuito inaugurato proprio a Milano dall’attuale sindaco Pd Sala alla vigilia dell’Expo con la partecipazione di CgilCislUIl con cui fu firmato un accordo la complicità con le misure di austerity dell’UE. Se da un lato bisogna smascherare l’utilizzo del tema migratorio quale arma di distrazione di massa da parte del governo, dall’altro bisogna evidenziare l’ipocrisia di chi oggi parla di tolleranza ed inclusione e solo ieri votava e sosteneva una legge fascista come la Minniti –Orlando . Legge che ricordiamo è in vigore, basata su due capisaldi quali colpire chi attenta al “decoro” delle nostre città, e la regolamentazione del flusso migratorio. Questa legge che ha tramutato la povertà e l’indigenza in ordine pubblico e tolto ai migranti un grado di giudizio, legge che ha militarizzato le professioni di operatori sociali, servizi di igiene ambientale, trasporti pubblici e criminalizzato gli attivisti con un bel foglio di via, in barba ai principi penali. Legge che rivendica gli accordi con la Libia dei lager.

Parliamo di “personale politico” in carne ed ossa, in prima linea lo scorso martedì a Milano: Boldrini, Grasso, redivivo Veltroni, addirittura il sindaco di Ventimiglia, colui che vieta di dar da mangiare ai rifugiati accampati al confine. E l’elenco è ben lungi dall’essere terminato.

Per questo dobbiamo essere tutte/i consapevoli che piazze come quelle di Martedì a Milano, seriproposte con identica modalità, saranno ulteriormente oggetto di speculazione dei soliti noti, sia mediatica che politica. Come chi va per mare sa, il rischio è quello di andare alla deriva e scomparire all’orizzonte.

Più che rincorrere appuntamenti dell’agenda politica di questi soggetti, serve invece, specie per un’esperienza nuova come la nostra, una presa di posizione indipendente, che delimiti una barriera tra noi e chi ha dirette e pesanti responsabilità nel processo di distruzione dei diritti e prospettive delle classi lavoratrici a cui abbiamo via via assistito ovvero il Pd e quanti conservano, ad esser buoni, oltre ad altrettante responsabilità, ambiguità insopportabili, come LeU.

In questo senso, la diversità di Potere al Popolo! Sul piano politico va declinata rifiutando non solo qualsiasi ipotesi di “fronte democratico” ma anche di “fronti della sinistra” formalmente indipendente ma in realtà ad esso complementare.

Compagne e compagni, a nostro avviso, l’esempio di come attraversare le piazze che, siamo sicuri, si riproporranno nei prossimi mesi, non è l’educato presidio di Milano ma quello conflittuale di Catania.

Vedere invece le bandiere di Pap di fianco a quelle del PD, così come assistito sempre martedì scorso, sullo sfondo dell’intervista alla Boldrini che parla di antirazzismo e poco dopo sui social si scusa con Salvini, non ci pare cosa di cui andar fieri.

Devono esistere le condizioni materiali per poter essere presenti e soprattutto dare continuità a quanto espresso a Catania. Non basta condividere principi comuni basati sull’antifascismo ed antirazzismo per condividere una piazza o un percorso. Ciò non vuol dire “rinunciare” agli appuntamenti politici cittadini, ma affrontarli tenendo presente quali sono i nostri obiettivi, le nostre ragioni e posizioni. Potere al popolo si pone un’ altro obiettivo, quello di differenziarsi da queste forme “plurali” e costruire un antifascismo popolare, un’alternativa sociale che parta dai nostri, dal basso rompendo con i vecchi sistemi del passato ed affrontare il terreno della crisi, del fascismo, del razzismo e della guerra tra i poveri giorno per giorno, radicandosi sui territori.Siamo convinti che tutti condividiamo la necessità di portare avanti e rafforzare questo progetto, con la speranza che queste righe contribuiscano al dibattito interno.

Le compagne ed i compagni

Davide Bonfante, Simona Mele, Nico Vox, Pietro Ambrosio, Claudio Zito, Damiana Mele, Lucia Donat Cattin, Pierluigi Oreste, Sandro Monti, Mario Gaglio, Marco Nebuloni, Pietro Domenico Scalzo, Gabriele Belloli, Fabrizio Fassardi, Fulvio Porzio, Lidia Salvati, Bianca Tedone, Angelo Junior Avelli, Paolo Galante, Mattia Zonza, Angela Zito, Giovanni Panice, Rocco Spinelli.

Alcune mail per contatti: davideb.hm@gmail.com, nicovox53@hotmail.com, r_spinelli1@virgilio.it, simonamele.ap@gmail.com

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *