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Torino. Niente sgomberi a Falchera almeno fino all’incontro con il Comune

Buon risultato ottenuto ieri da una delegazione di rappresentanti di Asia Usb e del “Comitato Figli di Micciché” all’incontro con l’Agenzia Territoriale per la Casa di Torino riguardo alla situazione di grave emergenza abitativa vissuta dagli abitanti del quartiere Falchera, che ha portato nelle scorse settimane all’occupazione di alcune case popolari lasciate vuote da anni. Si è ottenuto un blocco temporaneo degli sgomberi almeno fino all’incontro, la cui data è ancora da fissare, con il nuovo assessore comunale alle politiche abitative; incontro in cui verrà riaffrontato un problema che a livello cittadino ha raggiunto dimensioni enormi (solo nel 2015 oltre 4600 sfratti esecutivi) e per il quale urgono soluzioni politiche strutturali.

Di seguito il comunicato dell’Asia Usb

(Redazione Contropiano Torino)

OTTENUTO IL BLOCCO TEMPORANEO DEGLI SGOMBERI

Ieri pomeriggio è avvenuto l’incontro ottenuto grazie all’occupazione dell’ingresso dell’ATC durato alcune ore, il giorno dopo i violenti sgomberi di tre famiglie di Falchera.

L’incontro ha visto la partecipazione del Presidente e del Vice direttore dell’ATC, dell’Assessore regionale alle politiche sociali, della Presidentessa della Circoscrizione 6, di un Consigliere regionale del Movimento 5 Stelle e di un funzionario del Comune di Torino. Tutti i vertici al completo quindi, con l’eccezione dei rappresentanti politici del Comune che ancora devono insediarsi. Al tavolo ci siamo seduti a fianco di alcuni occupanti e di un rappresentante del Comitato Figli di Miccichè, mentre fuori dall’ATC era in corso un presidio solidale e partecipato, durato alcune ore.

Quello di ieri è stato un tavolo lungo e non semplice, nel quale abbiamo chiaramente mostrato che le occupazioni di Falchera sollevano i molti problemi delle politiche abitative della città e che la situazione di queste famiglie non è diversa da quella di tante altre che vivono il dramma del disagio abitativo. L’esclusione delle famiglie dalle graduatorie e dalla possibilità di avere una soluzione abitativa stabile e dignitosa è purtroppo una situazione molto comune a Torino e in tutto il Piemonte, aggravata dalla crisi che colpisce duramente anche questi territori.

Abbiamo ribadito che la crisi e il problema abitativo che ne consegue non sono risolvibili senza porre in atto politiche strutturali in controtendenza rispetto alla dismissione del patrimonio residenziale pubblico previsto dal Piano Casa di Renzi. Siamo partiti da richieste chiare: il blocco temporaneo di sfratti e sgomberi, la rimessa in discussione delle politiche abitative attuali, la sanatoria per le famiglie senza titolo. Misure necessarie per risolvere il problema di tutte quelle famiglie che non possono permettersi una casa sul mercato privato e alle quali l’amministrazione pubblica non è in grado di dare una soluzione.

Purtroppo ci siamo trovati di fronte a istituzioni più preoccupate a non legittimare la pratica dell’occupazione piuttosto che a porre un rimedio immediato a questa situazione. Tuttavia dopo due ore di intenso confronto qualcosa siamo riusciti a strapparglielo: un impegno scritto di blocco degli sgomberi fino all’incontro con il nuovo assessore comunale che si occuperà delle politiche abitative. Un tempo che può sembrare breve, ma che rappresenta una boccata di ossigeno per le famiglie occupanti che nelle ultime settimane hanno vissuto con il terrore di rivivere uno sgombero all’alba e che ora possono invece riportare i loro problemi sul piano politico. Inoltre, abbiamo ottenuto che non venga al momento applicata la misura di esclusione dalle graduatorie delle case popolari a seguito di occupazione abusiva.

La palla ora passa in mano alla nuova amministrazione comunale, che speriamo sarà più attenta ai problemi dei cittadini di quelle periferie grazie a cui è stata eletta.

Il passaggio dal piano di ordine pubblico ad un piano di discussione politico è un passo avanti in un cammino che sappiamo non sarà né breve né facile e che non si fermerà alle occupazioni, ma tratterà di tutti i problemi di quelle famiglie che vivono l’emergenza abitativa quotidiana. 

Siamo determinati ad ottenere soluzioni che non siano soluzioni temporanee al ribasso, ma soluzioni stabili che vadano a dare una risposta concreta agli occupanti e che rappresentino un precedente per iniziare a cambiare realmente le politiche abitative di questa città.

AS.I.A. USB Torino

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