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Contra a s’ocupatzione militare de sa Sardigna

COMUNICATO STAMPA – 08 gennaio 2019

Per la chiusura delle basi. Per le bonifiche. Per la restituzione delle terre.

di A Foras

 

La riconsegna di Porto Tramatzu? L’ennesimo specchietto per le allodole

Regione Sardegna e governo italiano celebrano con grande risonanza la riconsegna della spiaggia di Porto Tramatzu ai sardi ma, al di là delle altisonanti dichiarazioni del presidente Pigliaru e del ministro Trenta, la realtà è ben diversa. La firma del protocollo d’intesa arriva proprio nei giorni immediatamente successivi alla pubblicazione sul sito dell’Esercito di foto e resoconti delle ultime esercitazioni di carri armati a Teulada, dove si vede, chiaramente, qual è il risultato di decenni di devastazione.

http://www.esercito.difesa.it/comunicazione/Pagine/Il-4-Reggimento-carri-a-Teulada-181219.aspx?fbclid=IwAR0qU32buYxnffr6cuAjiqs0AVtm9lEQ-QGIzzRMDJgzuLImRk5V_z1jJFU

La firma del protocollo d’intesa non rappresenta alcun passo in avanti per quanto riguarda la liberazione della Sardegna dal peso dell’occupazione militare, ma una sceneggiata utile solo alla campagna elettorale. Infatti viene celebrato come storico un avvenimento che in realtà non cambia di una virgola la situazione precedente: sono tantissimi infatti i sardi e i turisti che frequentano da anni la spiaggia di Teulada.

Inoltre ci chiediamo: come è possibile celebrare questa riconsegna, se nel protocollo d’intesa è previsto espressamente che si deve garantire la normale attività del poligono? In realtà questa messinscena serve esclusivamente allo scopo di distrarre l’attenzione dalle vere problematiche relative alla presenza dei poligoni e delle servitù militari nell’isola.

Da quando esiste il poligono, Teulada ha visto dimezzarsi il numero degli abitanti: non crediamo che una spiaggia in più nella disponibilità dei residenti possa invertire questa tendenza. Certamente, per la Regione e per la Difesa, è più facile parlare di Porto Tramatzu, ma noi preferiamo puntare l’attenzione sulla penisola Delta, quell’area del poligono di Teulada che gli stessi vertici militari hanno definito ormai non più bonificabile: una discarica di materiali bellici inquinanti, nella quale è vietato l’ingresso persino ai militari.

Sembrano poi parecchio stonate le dichiarazioni delle parti politiche coinvolte. Da un lato Pigliaru e la maggioranza regionale che celebrano questi accordi, dimenticandosi che, grazie alla loro inconsistenza politica, da anni il ministero della Difesa organizza le sue attività, senza che i sardi possano nemmeno conoscere il calendario delle esercitazioni.

Dall’altro il Movimento 5 Stelle e il candidato Desogus, che parlano di una nuova politica sulle basi militari presenti in Sardegna, ma da quando sono al governo non hanno mai mosso un dito nella direzione di un effettivo smantellamento della presenza militare nella nostra isola e non si sono curati di dire una sola parola sull’inquinamento e sulle morti di civili e militari connesse ai fenomeni inquinanti, non mancando però di rilasciare dichiarazioni a sostegno della presenza militare.

Insomma, A Foras invita le cittadine e i cittadini sardi a non lasciarsi distrarre da questi teatrini. La spiaggia di Porto Tramatzu è visitabile e frequentata da anni, ma è utile – soprattutto in periodo di campagna elettorale – celebrare risultati inesistenti, per esempio distraendo la popolazione da quell’area inquinatissima – la penisola Delta – che si trova solo a pochi chilometri da lì.

Noi invece vogliamo puntare l’attenzione su questi aspetti e proprio per questo domenica 13 gennaio si terrà a Nuoro, in via Romano Ruju 24, una nuova assemblea generale di A Foras, durante la quale si parlerà proprio del nuovo anno di mobilitazioni.

 

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