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Catania. Il Mua occupa l’ex bar dell’ateneo e… al rettore “ritorna la memoria”

Ieri mattina, studentesse e studenti del MUA – Movimento Universitario Autorganizzato – hanno occupato uno dei tanti spazi totalmente inutilizzati dell’ateneo, l’ex bar, presso l’ex convento dei Benedettini, in piazza Dante, ad oggi totalmente inutilizzati, “al fine di riqualificarlo e trasformarlo in un’aula autogestita”.

La decisione del MUA di occupare l’ex bar universitario non è un frutto di una scelta improvvisa o “immatura” come definita da qualche parte, considerata la mobilitazione che ha visto il MUA raccogliere circa MILLE firme presentate al rettore per chiedere un’aula autogestita, e senza ricevere alcuna risposta dal Magnifico o da chi per lui: 

“La nostra campagna – spiega il MUA subito dopo l’occupazione dell’ex bar – si è chiusa con l’invio di una richiesta al rettore, sostenuta da circa 1000 firme, di trasformare in aula autogestita uno dei tanti spazi oggi inutilizzati. A distanza di giorni, però, nessuna risposta è arrivata e, come per ogni nostra richiesta, l’università continua a rimanere in silenzio, forse perché alle associazioni universitarie spetta uno spazio dell’Università, quindi nessuno si è posto il problema di come rispondere a studenti che, in quanto studenti e basta, chiedono uno spazio da gestire autonomamente. Ciò per noi è assolutamente inconcepibile, non possiamo accettare che gli studenti non possano autorganizzarsi e chiedere uno spazio che appartenga a tutte e tutti. Da un’università che ci mette continuamente sottopressione con scadenze rigorose e improrogabili, così impaziente quando si tratta dei nostri doveri, pretendiamo almeno il rispetto dei suoi di doveri. Durante la mattinata rimetteremo in sesto i locali dell’ex bar abbandonati da ormai due anni e per i quali vi è ancora un contenzioso aperto con gli ex gestori e per i quali non vi è nessuna prospettiva concreta che non sia una promessa del rettore di riaprire, non si capisce bene quando e come, il bando di assegnazione”.

Ma l’occupazione è stata seguita da una serie di “colpi di scena”, come dimostrano anche le foto qui pubblicate.

–  Entrati nella struttura, le studentesse e gli studenti si trovano davanti a un locale totalmente nel caos, un disordinato deposito. Nella realtà doveva essere un locale sgombro. Ma, le sorprese non sono finite. Infatti, nell’ex bar occupato si precipitano dirigenti, funzionari dell’ente universitario e anche dei rappresentanti degli studenti – tutti, ma proprio tutti – a chiedere spiegazioni per l’occupazione, e condannandola.

“Stanchi di aspettare –  si legge in una nota del MUA –  di non ricevere risposte, di attendere un dialogo con i piani alti dell’ateneo che forse non sarebbe mai avvenuto, abbiamo deciso di entrare nei locali dell’ex bar e dichiararlo occupato. Cosa è successo? È successo che abbiamo avuto la fortuna e la possibilità di dialogare contemporaneamente con la direttrice del nostro dipartimento seguita dal suo staff, di parlare con il il vicario del rettore, davanti a studenti interessati, Digos ed anche studenti che, esplicitamente schierati con partiti (ma non solo), hanno affiancato dirigenti e polizia in questa discussione più o meno pubblica su quanto stava accadendo. Ci è stato detto che questo bar è sotto sequestro da parte della magistratura (non si capisce però perché sia diventato un grande magazzino dove vengono depositati mobili, sedie, tavoli e quant’altro) e ci hanno invitato ad uscire e a parlare. Noi non siamo usciti e, prima di farlo, abbiamo voluto avere la certezza che il tavolo di discussione su questa vicenda con il rettore avvenisse realmente. Abbiamo già mandato l’email e ci è stato garantito ufficialmente e davanti a testimoni che questo incontro avverrà la prossima settimana. Di cosa discuteremo? Noi pretendiamo di sapere, in maniera trasparente e pubblica, la storia di quel bar, avere davanti ai nostri occhi il verbale di sequestro e sapere che progetti ci sono per il futuro per quello spazio. Inoltre apriremo un dialogo sulla questione centrale di questo nostro percorso di lotta, ovvero la possibilità di avere uno spazio autogestito da noi studenti all’interno di questo ateneo. Abbiamo aperto uno spazio, ma abbiamo soprattutto aperto delle questioni di interesse pubblico e collettivo, perché abbiamo il diritto di riunirci, di sapere, di avere totale trasparenza sulle questioni che ci riguardano direttamente, essendo studenti iscritti a questo ateneo (paghiamo tasse, more, siamo soggetti a scadenze e a un’infinita burocrazia).  Con questa nostra azione abbiamo dimostrato di voler avanzare dei passi a testa alta, responsabilmente e che è possibile creare attraverso la lotta quotidiana, attraverso l’impegno e la partecipazione delle alternative valide”.

Subito dopo che il MUA ha cessato l’occupazione, nel portone d’ingresso dell’ex bar, è stato affisso a cura dall’ente universitario il cartello che avverte che quel locale è stato sequestrato dal tribunale nell’aprile scorso. Prima dell’azione del MUA, non c’era stato alcun cartello del genere…

–     Nel tardo pomeriggio di ieri, addirittura,  il comunicato del rettore:  

A seguito della manifestazione di protesta di questa mattina al Monastero dei Benedettini – scrive –  ritengo necessario intervenire per precisare che l’Università di Catania valuta con attenzione la richiesta degli studenti di poter avere a disposizione, secondo le regole previste, ampi e confortevoli spazi per la didattica e lo studio, nonché per iniziative culturali e ricreative. E in quest’ottica l’Ateneo sta lavorando, già da tempo, come si evince dal programma triennale per l’edilizia, per allestire nuovi locali o recuperarne e riadattarne altri che attualmente sono in disuso o impiegati diversamente. Questa mattina il Prorettore, prof. Giancarlo Magnano San Lio, e la Direttrice del Disum, Maria Caterina Paino, hanno spiegato ai nostri studenti, che reclamavano per la prolungata chiusura dello spazio fino a poco tempo fa utilizzato come bar del dipartimento, che tale chiusura è purtroppo dovuta a un provvedimento di sequestro amministrativo causato da una vicenda giudiziaria che ha coinvolto la ditta affidataria della struttura e che, speriamo, possa risolversi in breve tempo. Al tempo stesso, hanno rassicurato gli studenti sul fatto che il rettore è sempre disponibile ad incontrarli e ad ascoltare le loro richieste, pur non risultando al momento pervenuta agli uffici del rettorato, contrariamente a quanto dichiarato, alcuna specifica petizione. In tal senso, avendo individuato come punto cardine del mio mandato alla guida dell’Università di Catania proprio la “centralità dello studente”, confermo ampia disponibilità al confronto e al dialogo, sia nelle sedi preposte – organi di governo e Consulta degli studenti – sia creando occasioni di incontro su temi specifici, e con diversi interlocutori quali gli esponenti del Movimento Universitario Autorganizzato, in modo da poter raccogliere e valorizzare le istanze di tutta la componente studentesca”.

Al Magnifico rettore, evidentemente, l’azione compiuta dal MUA ha fatto ritornare… la memoria, tanto da  ricordarsi dei “suoi” studenti, fino a poche ore prima ignorati, nonostante le MILLE FIRME raccolte. Ma, è bastata l’occupazione dell’ex bar per….

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