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Catania. “Da Sigonella a Gerusalemme, la stessa strategia imperialista”

Accade in Sicilia, dove lo spazio aereo degli aeroporti civili di Catania e Comiso sono sottomessi ai movimenti aerei della base NATO e USA di Sigonella, con un forte calo di voli in arrivo e in partenza, e un evidente problema di sicurezza per i civili, mentre l’amministrazione comunale a guida PD di Catania e la stessa direzione della SAC, la società che gestisce lo scalo catanese, parlano di problemi legati all’obsoleto radar in dotazione all’Aeronautica militare di Sigonella, che, per la eventuale sostituzione è valutato un costo di ben 50 milioni di euro, sborsati dalla Regione Siciliana attraverso dei fondi europei.

  • La FGCI Catania – dichiara a Contropiano Amedeo Salice, segretario provinciale FGCI – esprime una dura condanna al dilagante imperialismo targato USA. La continua militarizzazione del territorio siciliano, vittima delle politiche guerrafondaie nordamericane e di un governo nazionale che approva supinamente le strategie messe in atto da NATO e Stati Uniti, aggrava le pesanti condizioni di disagio di una terra già martoriata da mille problemi. I servi della NATO che hanno già una volta chinato la testa davanti al progetto del MUOS continuano nel loro operato servile e non si smentiscono davanti al tacito consenso nell’iperdronizzazione della base militare di Sigonella, considerata ad oggi di importanza strategica per le operazioni statunitensi in Nord Africa. C’è dell’altro. Perché senza aver informato né il Parlamento né, tanto meno, l’opinione pubblica, il Governo italiano a guida PD fa passare sotto silenzio l’installazione nella base militare di Sigonella della JTAGS (Joint Tactical Ground Station), stazione di ricezione e trasmissione satellitare del sistema di “pronto allarme” nordamericano per l’identificazione dei lanci di missili balistici. Questa è la vera causa dei nuovi ed ulteriori disagi causati già da parecchi giorni alla popolazione siciliana, la quale vede adesso anche limitato il traffico aereo per gli aeroporti di Catania e Comiso, in nome degli interessi di uno stato straniero che, oggi più di ieri, continua ad “esportare” in giro per il mondo solo morte e miseria”.

  • Per Alfonso Di Stefano – del Comitato NoMuos/NoSigonella – “Le recenti dichiarazioni del sindaco Bianco (obsolescenza del radar di Sigonella e suo ammodernamento) e di una nota SAC ( carenza di risorse nell’ufficio dell’Aeronautica Militare, ubicato a Sigonella) non affrontano il cuore del problema: conta di più l’incremento del turismo in Sicilia o l’interesse bellico degli Usa e delle sue basi militari? Proprio nell’anno in cui si raggiungeranno 9 milioni di passeggeri a Fontanarossa, emergono limitazioni dei voli, che non possono essere giustificate con esigenze “tecniche”. Pochi giorni fa abbiamo organizzato a Catania un seminario sugli attacchi dei droni ed il diritto internazionale violato, con giuristi di rilevanza internazionale e si è deciso di lanciare una campagna di controinformazione sulla micidiale funzione di morte della base di Sigonella e sulle devastanti ripercussioni nella nostra isola. Con l’entrata in funzione delle 3 parabole del Muos a Niscemi, in seguito al suo dissequestro nell’agosto 2016, la situazione s’incancrenisce; inoltre si sta tentando di cancellare anni di resistenza popolare aumentando la repressione ed i processi al movimento NoMuos, proprio domani a Gela ci sarà la prima udienza a 124 attivisti/e”.

  • Per la Comunità Resistente Piazzetta: “A tutti è ormai ben nota l’importanza strategica della base militare di Sigonella nel lancio dei droni statunitensi in Nord Africa e in Medioriente ( basti pensare alla guerra in Libia), e l’appoggio dell’Italia in questi attacchi aerei.
    Quello che non tutti sanno é che tra Italia e Usa esiste un accordo volto a stabilire che gli Stati Uniti possono utilizzare droni armati in partenza da Sigonella, previa autorizzazione del comandante italiano. Ecco spiegato come l’Italia si rende costantemente complice degli attacchi condotti con i droni che partono da Sigonella. C’è chi come noi vuole altre informazioni. L’ organizzazione no profit ECCHR (European Center for Constitutional and Human Rights) ha infatti intrapreso un’azione legale per poter accedere a dati concernenti i droni statunitensi di Sigonella, in particolar modo per conoscere l’uso e il numero effettivo di questi droni, i costi della base, quante e quali autorizzazioni sono state fino ad oggi concesse dal comandante italiano per l’impiego di droni armati all’estero e quindi il ruolo dell’Italia nelle operazioni condotte dagli Stati Uniti al di fuori dei confini nazionali. Pretendiamo informazioni precise e dettagliate subito, da aggiungere a tutto quello che sappiamo già.
    Sappiamo già quali siano le strategie militari celate dietro questa base militare che noi continuiamo a non volere sul nostro territorio, sappiamo già che lo stato italiano investe infinitamente di più sulle spese militari piuttosto che su quelle sociali, sappiamo già di avere sporche le mani del sangue di gente che vive a migliaia di chilometri distante da noi, e che nemmeno conosciamo”.

    Interviene, con una nota, Terra e Liberazione, movimento indipendentista, che da anni conduce una campagna di denuncia su Sigonella: “Nell’epoca del VOLO AEREO, lo SPAZIO AEREO è un campo di battaglia. E’ territorio strategicamente conteso. E come ogni altro SPAZIO siciliano (terrestre o marino) anche lo SPAZIO AEREO è un territorio a multiforme dominio neocoloniale: civile e militare. Lo SPAZIO AEREO siciliano è dominato nella relazione strategica tra ROMAFIA CAPITALE e WASHINGTON. Il MERCATO MONDIALE nell’EPOCA del VOLO AEREO è determinato da STRATEGIE POLITICHE SOFISTICATE sulle quali interi STATI investono con lungimiranza: gli Emiratini del Golfo, con un aeroporto e una compagnia aerea, in appena trent’anni, vi hanno costruito una NAZIONE! La Sovranità sullo Spazio Aereo, nell’Isola CONTESA, l’abbiamo stimata in 45.000 kmq. Al centro del Corridoio mediterraneo che collega l’Oceano Atlantico all’Oceano Indiano, sul quale scorre circa 1/3 del commercio e dell’informazione globali, la COLONIZZAZIONE dello SPAZIO Aereo dell’Isola CONTESA, tanto nella sua dimensione CIVILE quanto in quella MILITARE, proietta in Cielo i conflitti del suo TerraMare. Come in Terra così in Cielo. Nell’EPOCA del VOLO AEREO, l’ISOLA senza CIELO è un’Aquila senza Ali, nell’impotenza cafona e parassitaria della Regione tricolorata della SICILIA ITALIENATA. Con le sue Cam Com squattrinate e truffaldine, sintesi di una borghesia coloniale e mercenaria, “incapace di conquiste spettacolari” – che si azzuffa in faide campanilistiche, sprofondando nelle nebbie coloniali dei suoi “porti senza mare”. E’ l’Isola REMOTA di Bruxelles che elemosina sconticini sui ticket impugnando la sua “insularità handicappante”. E’ l’idiotismo del colonizzato (credit: Gramsci e Fanon. www.terraeliberazione.wordpress.com”.
  • Claudia Urzì, del Coordinamento nazionale USB Scuola, fa appello all’ internazionalismo : “Rifiutiamo la guerra permanente, la cultura della paura, l’ imperialismo USA e dell’ Unione Europea, causa delle guerre e delle stragi delle sorelle e dei fratelli migranti. Con forza ribadiamo il nostro NO alla NATO e lavoriamo perché la nostra bella terra, la Sicilia, non sia una zona di guerra con le basi USA e NATO come quella di Sigonella, da dove partono i droni che seminano morte, e di Niscemi con il MUOS, vero e proprio strumento per la guerra. In questo scenario, la decisione del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump di trasferire la propria ambasciata a Gerusalemme, riconoscendo di fatto alla stessa il ruolo di capitale dello Stato di Israele, ribadisce le scelte guerrafondaie adottate dall’amministrazione statunitense in ogni parte del pianeta. Come USB condanniamo l’iniziativa di Trump e sottolineiamo il servilismo del governo italiano e delle istituzioni sportive italiane che hanno accettato, per qualche milione di euro, di legittimare, danneggiando il poppolo palestinese, la “israelizzazione” di Gerusalemme ancor prima dell’operazione Trump, facendo partire a maggio 2018 il Giro d’Italia proprio da quella città. Per questo ribadiamo la ferma opposizione del nostro sindacato a questa tappa del giro d’Italia, anche attraverso il sostegno delle campagne in corso per impedire che ciò avvenga. Quello che accade a Sigonella, a Niscemi e a Gerusalemme fa parte della stessa strategia imperialista che solo la lotta internazionalista può disarticolare”.


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