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Catania. Studenti medi: occupazioni e assemblee in corso

Archimede, Emilio Greco e Principe Umberto in stato di agitazione: iniziano le occupazioni!

Ed eccoci qui, a comunicare l’azione che abbiamo deciso di fare e soprattutto il perché abbiam deciso di farla.
Per chi ha seguito le nostre vertenze da inizio anno scolastico ad oggi avrà più facilità a capire. Ma noi ribadiamo i motivi che ci hanno portato a questa scelta e il percorso che abbiamo fatto fino ad oggi.

Dopo aver partecipato alla prima manifestazione studentesca del 13 ottobre, giorno in cui era stato indetto lo sciopero studentesco in tutto il territorio nazionale contro la Buona Scuola del PD, ci siamo fatti un ragionamento molto semplice: dobbiamo mantenere un piano di lotta più generale (contro la Buona Scuola, e nello specifico contro il potere accentrato nelle mani del dirigente scolastico e contro l’alternanza scuola-lavoro) e un piano di lotta più locale. Dobbiamo insomma lottare e creare, opporci e costruire, resistere ed attaccare, non voltare le spalle alle barbarie, ma alzare la testa e sognare una scuola diversa, migliore, solidale, eguale, libera. Da anni cerchiamo di lavorare su questi due livelli: famoso è il nostro video-documentario contro l’alternanza scuola lavoro, le manifestazioni di piazza, le autogestioni; così come sono famose le nostre vertenze sulla precarietà dei nostri edifici scolastici, storia più vecchia della Bibbia. Sì, vecchissima: è da anni che ci battiamo affinché i nostri luoghi possano essere sicuri, agibili, ricchi di strumenti didattici, spaziosi. Mai però siamo stati ascoltati. Andiamo nello specifico…

Il 27 ottobre abbiamo lanciato una mobilitazione verso il Provveditorato: circa 10 scuole catanesi presenti e più di 150 studenti in presidio sotto l’ente. Una delegazione è salita e ha consegnato un documento al Vice del Provveditore, dove si richiedeva l’intervento di ispettori MIUR nelle scuole catanesi utile a verificare i problemi da noi sollevati (l’esempio più emblematico è quello del liceo artistico Emilio Greco, dove gli studenti e le studentesse sono costretti a disegnare nei corridoi, a terra, per assenza di spazi). Ci ha detto che ci avrebbe fatto sapere, ci avrebbe fatto incontrare con qualcuno della Provincia. “SUFFURU”, come si dice dalle nostre parti. NESSUNA risposta. Pazienza, ci siamo detti…

– 10 novembre: altro sciopero, altra manifestazione, altre problematiche portate nelle piazze. Abbiamo deciso di socializzarle, di comunicarle, di condividerle tutte e tutti insieme…

– 28 novembre: altra manifestazione: stavolta proviamo ad andare al Comune di Catania. In centinaia abbiamo attraversato le strade del centro storico catanese dirigendoci verso Palazzo degli Elefanti. Arrivati lì, al solito, una delegazione è salita e ha parlato con chi di dovere. “Vi faremo sapere”…SUFFURU! NESSUNA risposta.

– In questi giorni abbiamo riempito di e-mail la Provincia, ennesimo ente indicatoci. Abbiamo chiamato, messaggi, e-mail…e dopo tempo una luce si è accesa su di noi: otteniamo una risposta! Evviva. Ma di cosa? Una risposta di un incontro, proprio per oggi, proprio oggi pomeriggio. Risultato? IL NULLA PRATICAMENTE. “Non ci sono fondi, vedremo cosa possiamo fare”. Fondamentalmente è questa la risposta che ci è stata data. Che dire…

Insomma, siamo stanchi. Ci siamo rotti! E siamo stati pazienti, abbiamo seguito tutta la prassi burocratica (noiosissima), abbiamo atteso, e atteso, e atteso.

ADESSO BASTA! ADESSO DECIDIAMO NOI, FACCIAMO DI TESTA NOSTRA!
ADESSO OCCUPIAMO.

Ecco perché abbiamo deciso di fare quest’azione. Ci vogliamo riprendere i nostri spazi, vogliamo avere visibilità, alzare la voce, imporre il nostro gioco!

Perché non è vero che siamo una generazione fallita, apatica, omologata, appiattita, vogliosa solo di giocare e bighellonare. Noi siamo i giovani che vogliono scrivere la storia, che si incontrano i pomeriggi per studiare insieme e sognare insieme, gli stessi che però fanno l’alternanza scuola-lavoro, gli stessi dunque che vengono sfruttati, che lavorano gratis, che vengono abituati all’idea di precarietà, mobilità e flessibilità. Siamo quelli che vengono imbottiti di informazioni false, di nozioni, che vengono considerati dei numeri, delle cifre, dei codici, che non hannospazio di autogestione, di confronto libera e reale, di tempo da sfruttare per attività ludiche e creativite, culturali e artistiche.

NOI ABBIAMO SETE DI SAPERE, PER QUESTO STIAMO OCCUPANDO: perché vogliamo scuole sicure, perché odiamo profondamente la Buona Scuola, perché pensiamo che negli ultimi 20 anni almeno i vari governi hanno distrutto l’istruzione pubblica.

Sappiamo benissimo che con questo atto non aboliremo la Buona Scuola, ma che sia chiaro: quest’azione servirà a noi per organizzarci, per riprendere spazi e tempi sottratti a noi negli anni, per confrontarci, per crescere, e per dare un segnale chiaro alle istituzioni politiche di questo paese.

RIVENDICHIAMO:

– L’opposizione con forza alla legge Buona Scuola e nello specifico all’alternanza scuola-lavoro e all’accentramento del potere nelle mani dei dirigenti scolastici. IL POTERE AGLI STUDENTI!

– L’opposizione a questo sistema educativo, fatto di nozionismo, chiusura e immobilismo totale; competizione, individualismo e numeri. VOGLIAMO COSTRUIRE UN NUOVO PARADIGMA EDUCATIVO, DOVE LO STUDENTE VENGA MESSO AL CENTRO DEL PROCESSO EDUCATIVO E DOVE SI PRATICHI VALORI COME LA SOLIDARIETA’, LA CONDIVISIONE E IL MUTUALISMO, L’AGGREGAZIONE E LA SOCIALITA’.

– Il rifiuto di ogni operazione militare e di ogni tipo di spesa pubblica rivolta al militarismo: CREDIAMO NELLA CULTURA DELL’ANTIMILITARISMO. CREDIAMO CHE LE GUERRE IMPERIALISTE GIOVINO SOLO AI GOVERNI DI TURNO E AI RICCHI PER FARE PIU’ SOLDI. PRETENDIAMO CHE I SOLDI PUBBLICI VENGANO SPESI NEL SOCIALE, E DUNQUE ANCHE NELLE SCUOLE. D’ALTRO CANTO NON CADREBBERO A PEZZI…

VOGLIAMO IMMEDIATAMENTE:

– Che le istituzioni locali si muovano immediatamente sulle richieste e le problematiche sollevate due mesi fa da noi studenti, possibilmente prima che ci crolli qualche tetto sulla testa o che lo stesso voli via come è successo due anni fa al Principe Umberto. Noi non abbiamo nessuna intenzione di lasciare le nostre scuole fino a quando non avremo risposte, e invitiamo gli studenti degli altri istituti a occupare, autogestire il proprio tempo e il proprio spazio e seguire questo piano di rivendicazione presente in questo comunicato, perché uniti si è più forti. Uniti si vince!

LE STUDENTESSE E GLI STUDENTI DELL’ARCHIMEDE, EMILIO GRECO E PRINCIPE UMBERTO

POTERE AGLI STUDENTI!★ ”.

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