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Catania. Luca, Emma e Roberta (LPS) hanno “profanato” Confindustria

Ieri mattina, a Catania, due studentesse, Emma e Roberta, ed uno studente, Luca, aderenti al gruppo degli studenti medi LPS-Liberi Pensieri Studenteschi, si sono incatenati davanti all’ingresso degli uffici della CONFINDUSTRIA, per protestare contro l’ Alternanza Scuola-Lavoro, uno degli aspetti più contrastati della controriforma renziana denominata “Buona scuola”. L’azione dei tre LPS è stata messa a segno in occasione della manifestazione “La lotta non va in ferie!”, indetta per ieri dagli stessi LPS.

Alla Digos non piace la presenza del giornalista

Mentre il corteo, da Piazza Roma stava per raggiungere, dopo aver percorso parecchi chilometri, la sede di Confindustria Catania, i tre LPS incatenati decidevano di “liberarsi” dalle catene per potersi unire, appena sarebbe arrivato, al corteo. In questo delicato momento, alcuni compagni LPS hanno chiesto la mia presenza come giornalista, al primo piano dell’edificio, accanto ai tre studenti, controllati a vista dalla Digos. Un funzionario digossino ha tentato di “persuadermi” a non salire: “Non creiamo inutile tensione. Stanno per scendere, per uscire”. Alla mia decisa insistenza nel voler raggiungere, intervistare e riprendere con il telefonino  le due studentesse e lo studente al momento dell’uscita, dopo una breve consultazione con altri suoi colleghi, il funzionario della Digos si è rassegnato a farmi salire.

– “Il coraggio e la determinazione studentesca

– “Chiaramente – mi hanno subito detto Luca, Emma e Roberta – la nostra è stata un’azione simbolica, e sappiamo bene che non incide enormemente nella lotta per impedire la distruzione della scuola pubblica. Nonostante questo, come LPS, abbiamo ritenuto necessario spingerci così tanto perché riteniamo che l’Alternanza Scuola-Lavoro sia assolutamente anti-sociale, e non rispecchia minimamente l’esigenza delle studentesse e degli studenti, costretti a lavorare gratis , a studiare all’interno di strutture fatiscenti e con un programma didattico non più alla portata dei nostri tempi. Abbiamo voluto dimostrare il coraggio e la determinazione studentesca di questa città nel mettere quotidianamente nel creare un modello di scuola e di educazione differente, che pone al centro dell’attenzione lo studente e non il profitto di pochi… Siamo qui, davanti all’ingresso della sede di Confindustria, perchè vogliamo che si interrompa immediatamente il rapporto tra dirigenti scolastici delle scuole catanesi e Confindustria Catania: i progetti con le imprese non sono ciò che vogliamo. Pretendiamo, invece, progetti validi ed educativi che vanno al di là della Buona Scuola e, nello specifico, dell’Alternanza Scuola-Lavoro, ritenuta da noi assolutamente inutile e dannosa per la vita di noi studenti”.

Arriva il corteo…

Il corteo, rumoroso e colorito, avvolto nel verde (è il colore dei LPS) dei fumogeni, ha raggiunto la sede di Confindustria. Io, Emma, Luca, Roberta e la tanta Digos, “tutti assieme”, scendiamo quelle scale. Fuori, il corteo esplode di gioia nel “riprendersi” le due compagne e il compagno, mentre la celere in tenuta antisommossa blinda l’ingresso dell’edificio. “Tutti assieme” raggiungiamo la vicina Piazza Michelangelo, dove, dopo un’assemblea, con le ultime riprese “cinematografiche” della Digos, la manifestazione si scioglie.

– Bilancio della giornata catanese.

Mentre l’apparato comunale retto da una amministrazione di centrosinistra , sindaco Enzo Bianco (PD), subiva l’ennesima retata della DIA, con arresti e connessi per una vasta tipologia di reati contro la cosa pubblica, Luca, Emma e Roberta hanno “profanato” Confindustria, tempio del profitto.

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