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Messina. Costituito il Comitato “Il Sud Conta” contro l’autonomia differenziata

Il Sud Conta – Messina

Il regionalismo differenziato è un accordo tra alcune regioni e lo stato centrale italiano; questo prevede la cessione di alcune importanti competenze, da parte dello stato, appunto alle regioni.

Ad “accompagnare” queste nuove competenze saranno le trattenute fiscali di cui queste regioni potranno beneficiare per garantire i servizi. Il primo pre-accordo venne siglato nelle ultime settimane del governo presieduto da Gentiloni; al tavolo vi erano i governatori di Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna, cioè le tre regioni a statuto ordinario più “ricche” d’Italia.

Con l’insediamento, lo scorso anno, dell’attuale governo – a maggior ragione con la Lega protagonista – le trattative sono riprese con un nuovo accordo preliminare siglato pochi mesi fa. Molto, in tema di effettive competenze e soprattutto in tema di risorse economiche, è avvolto dalla segretezza.

Ma, grazie al lavoro di molti studiosi e accademici e, dall’altro lato, per via delle dichiarazioni dei governatori coinvolti (Zaia in particolare), si è iniziato a prefigurare qualcosa di quel che potrebbe accadere. La prospettiva reale è che si stia lavorando ad un processo di “concentrazione” di ricchezze e risorse nelle aree più sviluppate del paese a danno delle altre.

Il problema è duplice, infatti. C’è l’aspetto (o gli aspetti)“di principio”; e c’è l’aspetto materiale. L’idea è che, avendo gli indici di ricchezza più elevati in quelle regioni, queste debbano avere maggiori possibilità (diritto) di spesa delle altre. Ciò, però, non tiene conto della complessità delle economie in questione, né della loro interazione.

Se è vero che questi indici sono più elevati, è altrettanto veritiero affermare che questi indici sono tali anche grazie ai sacrifici perpetuati nelle regioni più povere; capitale umano, sociale, ambientale; mercato di consumo; flussi dei risparmi; flussi di persone: sono queste alcune delle categorie volutamente ignorate dai governatori proponenti questa possibile riforma. Se quelle regioni hanno raggiunto alti standard è anche grazie alle regioni del Mezzogiorno.

L’affermarsi di un simile principio inoltre nega la Costituzione stessa, carta che fa riferimento ai principi di solidarietà tra le aree del paese e di progressività nella politica economica.
Ed eccoci alla questione materiale: quale perversa mente può ritenere giusto destinare la maggior parte delle risorse alle regioni già più sviluppate del paese affermando che questo sia un bene per tutti?! È invece molto più logico affermare che così facendo “chi ha i mezzi ne avrà sempre di più; e viceversa!”.

Così lo scenario più probabile è quello per cui, in poco tempo, avremo scuole, ospedali, mezzi pubblici e infrastrutture di Serie A nel centro-nord, di Serie B al sud: così cittadini teoricamente dello stesso paese non potranno godere dei medesimi diritti.

Si tratta, insomma, di un vero e proprio GOLPE DEI RICCHI.

L’assemblea costituente ha deciso di partecipare al corteo del 10 maggio a Palermo e che verrà organizzato un incontro pubblico di approfondimento per la fine di maggio.

La prossima riunione è stata convocata per il 6 maggio alle 18.30 presso la sede del CESV in Salita Cappuccini, 31.

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