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Acitrezza (CT). Comitato Rodotà: “Non ci sono strumenti per difendere i beni comuni”

Il coordinamento provinciale del Comitato Rodotà di Catania, ad Acitrezza, presso la sede dell’Area Marina Protetta, sita all’interno di un bene confiscato alla mafia, in sinergia con il Comune di Acicastello, ha svolto una conferenza  sull’utilità dei BENI COMUNI.

“Il relatore, il presidente nazionale del Comitato Rodotà, il  giurista Ugo Mattei, affiancato dalla professoressa Marisa Meli – spiega Anna Bonforte Papale, rappresentante  del Forum Siciliano dei movimenti per l’Acqua e i Beni Comuni – ha marcato la debolezza di un ordinamento giuridico apparentemente rigido nel definire inalienabili e inusucapibili i suoi beni demaniali, in realtà sguarnito da anni di privatizzazioni forzate e preda ideologica della grande svendita per mantenere un equilibrio estrattivo a favore del capitalismo imperante, che non ha difese rispetto alla volontà politica di scegliere il passaggio da una categoria giuridica ad un’altra, spesso da pubblico a privato in maniera irreversibile, mentre non ci sono strumenti per difendere i beni comuni, già acquisiti nella nozione di diritto riconosciuta da sentenze e regolamenti comunali, ma non previsti nella definizione di una legge quadro”.

“Un’anomalia – continua la Bonforte – che fa gioco al governante di turno poco interessato a spogliarsi di un’arbitrio ora gestibile sine conditio, mentre la circoscrizione di una norma positiva porrebbe un limite anche alla sua scelta discrezionale. Le categorie di beni ad appartenenza necessaria, di beni pubblici sociali e di beni pubblici fruttiferi, insieme alla neo categoria di beni comuni, qualunque ne sia la proprietà, definiscono, pertanto, la nuova tassonomia giuridica proposta nel disegno di legge d’iniziativa popolare. Strumento ancora monco nella realizzazione  compiuta di una democrazia diretta, che tuttavia il Comitato Rodotà ha scelto di privilegiare per valorizzare il ‘processo di conoscenza’ e alfabetizzazione giuridica diffusa in una campagna su strada, tra le persone, per costruire una contro-egemonia nel discorso sull’ecologia nella legge che ci liberi dallo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e per aprire ad una nuova coscienza  eco-sostenibile anche tra giuristi sensibili ad un lavoro sul diritto ‘vivente’ che si contamini con le lotte presenti e future”.

Dopo Mattei, gli interventi di Salvatore Castro sulle dismissioni della gestione sanitaria pubblica; del consigliere comunale di Catania Giovanni Grasso, sull’aeroporto Fontanarossa di Catania e sulla prossima speculazione edilizia; della professoressa Giusy Clarke Vanadia, del coordinamento regionale Rodotà, che ha ricordato con  affetto il senatore Nicola Cipolla, promotore instancabile dei beni comuni; di Orazio Vasta,  della Federazione del Sociale USB  Catania che ha denunciato la gestione privata dei beni confiscati alla mafia, (Da cosa nostra a cosa loro); di Zaira Dato su un caso specifico di autorizzazioni probabilmente illegittime frutto di connivenze insospettabili tra opere storiche ed installazioni non congrue.

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