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Catania. Il Centro Direzionale San Leone: non esiste, ma è costato 5,2 milioni

A distanza di quasi quattro anni dall’inaugurazione sono andato, come cittadino che doveva richiedere un certificato di stato di nascita storico, al numero 23 di  via La Marmora, in un luogo dove una megastruttura destinata ad essere un Centro Direzionale è stata trasformata in un centro di servizi demografici, mentre il comune ha ospitato  l’odioso Frontex nei locali storici dell’anagrafe cittadina di via Castello Ursino, trasferita nella struttura di via La Marmora.

Era una delle grandi incompiute di Catania. Ci sono voluti quindici anni ma adesso Catania ha uno dei più bei centri direzionali d’Italia”.

Con queste parole il 1° dicembre 2015  il sindaco Enzo Bianco, del PD, inaugurava la nuova sede dei Servizi Demografici, Decentramento e Statistica, in Via Alessandro La Marmora n 23, all’interno di quello che in realtà sarebbe dovuto essere il Centro Direzionale San Leone, che si trova nell’omonimo quartiere popolare, sorto negli anni Cinquanta.
La grande incompiuta di Catania, di cui parlava Bianco durante l’inaugurazione, ha un’area di circa 12.000 metri quadrati, in gran parte destinati a verde, dove ufficialmente ci sono i Servizi demografici (Anagrafe, Stato Civile, Ufficio elettorale, Toponomastica), i Servizi di Decentramento e Statistica e alcuni servizi del Corpo della Polizia Municipale, con cinque distinti padiglioni contraddistinti, al momento dell’inaugurazione, da lettere e da una segnaletica colorata per facilitare l’accesso ai vari servizi. In realtà, dopo poco più di quattro anni dall’inaugurazione, gran parte della segnaletica non corrisponde più alla reale disposizione degli uffici per cui, non ci vuole tanto per capire cosa accade alle cittadine e ai cittadini che seguono i cartelli in un’area che si estende in 12 mila metri quadri! Non solo. I 5 famosi padiglioni sono praticamente monumenti al nulla che avanza. Dei 12 mila metri quadri di struttura tutta l’attività è concentrata in un lato pianoterra.

Il Centro Direzionale di San Leone è stato ideato nel biennio 1997-98. Il faraonico progetto  è stato approvato nel 2003 con una determina dirigenziale.  I lavori, appaltati nel 2006 per un importo di 5,2 milioni di euro, proseguirono regolarmente fino al 2009, quando furono sospesi per un’informativa antimafia nei confronti dell’impresa capofila dell’ATI che si era aggiudicati gli appalti . Ma com’è stato possibile affidare un appalto del genere senza i dovuti controlli antimafia?

Nel 2010 il Tribunale di Catania dichiarò il fallimento della ditta in odor di mafia e nel 2011 subentrò un’altra azienda dell’Associazione Temporanea di imprese. A questo punto un altro colpo di scena: il Comune, in corso d’opera, decide delle varianti nei lavori. Era stato deciso di trasformare il tanto decantato Centro Direzionale in un plesso per i Servizi demografici. Bianco abbandona il progetto iniziale del Centro Direzionale, smonta l’anagrafe di via Castello Ursino e consegna l’intero edificio dell’ex anagrafe a FRONTEX, l’agenzia europea sorta per reprimere le migranti ed i migranti nel Mediterraneo. L’edificio è stato concesso gratuitamente, anzi sono a spese del comune di Catania vigilanza e la manutenzione ordinaria.

Le strade del Centro Direzionale inesistente e del Vaticano s’incrociano. Infatti, a ridosso dell’ ingresso di via La Marmora 23 , c’è un   terreno (tra via Ambrosoli e la via La Marmora) di proprietà del Vaticano, della Santa Sede e non della Diocesi di Catania.  Prima dell’apertura  questo terreno era abbandonato a se stesso, poi il Comune ha chiesto alla Santa Sede di  realizzare un parcheggio  con annesso e un nuovo ingresso del Centro. Ad oggi c’è solo l’ingresso centrale. A proposito di parcheggio. Attorno alla struttura sono stati realizzati degli stalli a striscia bianca, che puntualmente sono “gestiti” dai parcheggiatori abusivi.

160 unità lavorative? Non pervenute.

Al momento dell’inaugurazione, nella pianta organica annunciata spuntava il numero 160, cioè il numero delle unità lavorative che sarebbero state impiegate nella struttura. Ho visto poco personale impiegato. Dov’è stato spostato il resto del personale, ammesso che non ci sia stato solo sulla carta… dei fac-simili elettorali?

Potrebbe scapparci anche una risata, se il comune di Catania, a causa del dissesto finanziario non versasse – ad esempio – il Buono Casa di 250 euro mensili ai nuclei familiari che ne hanno bisogno.

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