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Terni. Far fronte al deserto che avanza

A Terni non c’è spazio per i giovani . E’ un’affermazione che sempre più sembra constatare una triste realtà di fronte alla quale le istituzioni da diversi anni non mostrano interesse , o se lo mostrano è per reprimere quei pochi spazi di aggregazione che sono presenti nella città.  Negli ultimi mesi , infatti , la giunta Leghista guidata dal sindaco Leonardo Latini, appena insediatasi a Palazzo Spada si è resa protagonista di due provvedimenti che vanno a ledere il diritto dei giovani a vivere il contesto cittadino.

Il 21 Dicembre il sindaco Latini ha firmato un’ordinanza in cui si vieta l’uso di “skateboards e altri analoghi dispositivi elettrici acceleratori della velocità nelle piazze del territorio comunale precluse alla circolazione dei veicoli” e  la pratica della disciplina del parkour negli spazi pubblici” come piazze o parchi, in quanto «comportamenti definibili come contrari al decoro e alla decenza della normale convivenza civile».

E’ necessario ricordare che il codice della strada già disciplina l’utilizzo di tavole e pattini e ne vieta l’impiego lungo le carreggiate e negli spazi riservati ai pedoni. Inoltre a Terni non vi sono spazi adibiti a questo tipo di attività come skatepark, su cui già da molto si richiede un intervento del comune. Riguardo al Parkour , dal 2017 è una disciplina riconosciuta dal Coni e vietarne la pratica in quanto comportamento contrario al decoro e alla decenza sembra quanto meno indecente.

La questione ha ovviamente creato un certo clamore e a seguito di una manifestazione spontanea promossa su Facebook, il sindaco Latini ha deciso di ritirare l’ordinanza.  Purtroppo , però un altro provvedimento rischia di cancellare anni di aggregazione giovanile e promozione culturale , in nome del risparmio per via della condizione di dissesto economico  in cui versa il Comune di Terni dall’anno scorso. Con la delibera di giunta del 28 dicembre 2018 l’amministrazione dichiara che ‘non intende proseguire con il servizio dei centri di aggregazione giovanile’. Pertanto dal 31 dicembre 2018 tali servizi non sono più attivi.

Nella delibera si indica la data del 29 marzo 2019 come termine per la riconsegna della chiavi delle strutture con la conseguente chiusura di tre centri giovanili (Palmetta, Progetto Mandela, e Nuvole Verdi) e la messa a bando dei restanti (La Siviera, Sant’efebo e Macondo). Tali spazi hanno creato  negli ultimi 25 anni aggregazione giovanile e offerta culturale attraverso concerti , spettacoli teatrali incentrati sui temi dei diritti umani, hanno dato l’occasione a migliaia di giovani di incontrarsi in contesti diversi dai soliti quattro pub e due discoteche mettendo in pratica i propri interessi attraverso attività costruttive.

Nei giorni successivi viene coinvolto anche il Centro Sociale Germinal Cimarelli, attraverso un articolo di giornale in cui il comune , nella figura dell’assessore alle politiche giovanili Elena Proietti afferma che non vi sono i documenti di agibilità ( i quali dovrebbero essere consegnati dal comune in quanto proprietario della struttura ) , che “gratis è morto” e che “cifre importanti” sarebbero state erogate dalle giunte precedenti per finanziare le attività all’interno di questo spazio.  

Lo stesso Centro sociale risponde all’assessore chiarendo che “dalle sue origini il centro sociale Germinal Cimarelli non è costato nulla alle tasche dei cittadini o dell’amministrazione comunale, perché ha agito sempre attraverso l’autogestione. Un gruppo di associazioni ha preso in gestione uno spazio comunale abbandonato e devastato, e con spese e mezzi propri, lo ha ristrutturato e reso agibile a tutta la popolazione per centinaia di iniziative: concerti, presentazioni di libri, dibattiti, incontri pubblici, mostre, esposizioni, performance, graffiti, spettacoli teatrali.

Per dare spazio ai giovani, permettendo loro di esprimersi, ritrovarsi, riconoscersi, dire la loro su questa città; ai migranti, organizzando un corso di italiano ed in totale otto tornei di calcio antirazzista cui partecipano squadre con persone che vengono da tutto il mondo. […] Vogliono cancellare l’esperienza del centro sociale autogestito Germinal Cimarelli, con la scusa tecnica dell’agibilità, ma sappiamo che questo è solo il pretesto inconsistente per una decisione che è assolutamente politica”.  

Negli ultimi giorni, così tutte le associazioni e i cittadini che hanno vissuto all’interno di questi luoghi si sono incontrati in una serie di assemblee, per dare una risposta comune e una propria visione della città, creando il Comitato per i beni comuni. L’intenzione di questo gruppo di persone di tutte le età non è solo quella di difendere gli spazi e i rapporti che si sono creati al loro interno, ma anche pretendere una città diversa e migliore, affrontando quei problemi comuni a tutta la cittadinanza; come il problema ambientale per cui ogni anno aumenta l’incidenza di tumori dovuti all’inquinamento di inceneritori e poli industriali, quello della disoccupazione giovanile oltre il 40% che costringe moltissimi under-30  a lasciare il territorio per trovare fortuna altrove, quello dell’assenza di una proposta culturale che venga dalle istituzioni.

Si chiede all’amministrazione di ascoltare i bisogni dei cittadini, di promuovere la partecipazione e il confronto, anziché farsi scudo con un bando, che mostra il dito e non la luna. Questo processo di presa di coscienza civica da parte della cittadinanza giungerà al 9 Febbraio in piazza Europa alle ore 17.00 , con quella che sarà la prima mobilitazione per la difesa dei beni comuni.

Chi crede che le città non siano solo dei luoghi , ma degli insiemi di rapporti che le rendono vive , chi crede che siano di chi si spende per migliorarle e sentirsi protagonista del proprio territorio, chi sente di dover fermare il deserto che avanza dovrebbe essere presente a questa e alle prossime mobilitazioni. Per Terni e per l’Umbria.

da http://lalocomotivaonline.com/

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