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Umbria. La finta “sinistra” che grida “al lupo” e fa le stesse cose

Vedo molta gente in Umbria, soprattutto a “sinistra”, anche sui social, preoccupata del possibile pericolo fascista in Umbria, se il 27 ottobre dovesse vincere la Lega ed il centrodestra.

E allora daje con il tormentone del voto utile e degli appelli accorati a fermare la destra.

A noi la settimana scorsa è invece arrivato il messaggio di un gruppo di lavoratori di una cooperativa cosiddetta “rossa”, che ci chiedevano attenzione e solidarietà rispetto ai trattamenti vessatori che vengono loro riservati, fino anche alle minacce per una riunione sindacale svolta fuori dall’orario di lavoro, tutto nella totale indifferenza della politica e del sistema consociativo.

Oppure potremmo parlare del trattamento riservato ai lavoratori epurati dalle ex società partecipate di Sviluppumbria, o delle intimidazioni rivolte ai ragazzi del comitato contro l’acquedotto “magna magna” in Valnerina… Ma si sa, il pericolo fascista c’è solo se vince la Tesei.
Intanto, nelle scorse settimane, sono state sgombrate con la forza due nostre case del popolo, a Palermo ed a Padova: attenzione, Salvini non c’entra, le operazioni sono avvenute sotto il dicastero della Lamorgese, quella che non ha i social, e con la compiacenza delle due amministrazioni comunali di un centrosinistra allargato, dove il Pd governa insieme ai diversamente democratici di Liberi e Uguali.

Però funziona così: quando i lavoratori e gli attivisti sociali prendono le mazzate ed al governo c’è Berlusconi o Salvini è fascismo; quando governa il centrosinistra va tutto bene e tutti zitti, allineati, coperti e recchie basse.

Infine è notizia di questi giorni della condanna e dell’ordine di carcerazione per Nicoletta Dosio, per la resistenza contro il cantiere Tav in Val di Susa. Non ci risulta alcun messaggio di solidarietà nei confronti di questa nostra compagna, nessuna presa di posizione contro le politiche di repressione, soprattutto da parte dei compagnucci della “sinistra”, (fru fru, arcobaleno, ricchi premi e cotillons, o come altro si chiamano adesso). Sempre pronti ad invocare la minaccia fascista e i pericoli per la democrazia… ma solo se c’è Salvini.

 

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