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Verona. Volkswagen “raccomanda” ai propri operai: “votate i partiti europeisti!”

Da un articolo del quotidiano di Verona ‘L’Arena’ dello scorso 12 maggio, apprendiamo che la multinazionale Volksvagen ha inviato ai quasi 800 lavoratori del suo stabilimento veronese una missiva con la quale “raccomanda” loro di andare a votare e, soprattutto, di votare per quei partiti che intendono garantire l’attuale status quo dell’Unione Europea.

Negli ultimi decenni abbiamo sperimentato le politiche di tagli e sacrifici che l’Unione Europea ha imposto alle classi popolari e ai lavoratori europei. Queste politiche antipopolari hanno finito, negli ultimi anni, col causare il crollo elettorale proprio di quei partiti che si erano eretti a promotori della linea iperliberista ed europeista fondata sulle politiche di austerità (gli esempi del PD italiano e del partito socialista francese sono, in proposito, emblematici).

Le feroci politiche di austerità imposte da Bruxelles hanno impoverito le classi popolari del continente, ma hanno generato, per reazione, anche movimenti di protesta (Indignados, Movimenti greci ecc.), rivolte (come quella tutt’ora in corso dei Gilettes Jaunes in Francia) e l’emergere prorompente di partiti che i media mainstream hanno definito “populisti” e che minacciano lo status quo dell’Eurozona. L’Unione, che non ha finora difeso gli interessi di chi lavora, non intende certo rinunciare a portare avanti la sua lotta di classe dall’alto, caratterizzata da deflazione salariale, tagli ai diritti, a sanità, pensioni, scuola ecc. Per fare questo ha però bisogno di continuità e di garanzie politiche.

Ecco allora che la Volksvagen si è sentita in dovere di “dare una spinta” ai propri lavoratori tartassati affinché vadano a votare e votino per i loro carnefici (tragicomica infatti è la parte della lettera in cui il Consiglio di Amministrazione del Gruppo sottolinea che votare in tal modo: “è nell’interesse di voi tutti”).

Fatti come questi dimostrano quali siano i soggetti che dalla struttura “Unione Europea” traggono i loro benefici e i loro profitti. Gli stessi fatti dimostrano anche come, per i lavoratori e per le classi popolari, sia sempre più urgente porre la questione del non rispetto dei Trattati Europei per la tutela dei loro interessi: lottare contro le politiche di austerità dell’Unione significa battersi per lavoro, salario, diritti e dignità.

Per chi vive del proprio lavoro, urge una reale alternativa a questo sistema. Tale alternativa non può essere certo rappresentata dalla Lega che difende gli interessi della media impresa italiana, altrettanto spietata verso lavoratori e classi popolari quanto le multinazionale e il capitale finanziario.

L’unica via d’uscita sta in quel Piano B che ormai diversi movimenti e partiti della sinistra propongono in vari paesi d’Europa, dalla Francia alla Spagna, dal Portogallo alla Svezia (Potere al Popolo! per l’Italia).

Il piano B intende rompere con i Trattati europei per farla finita con quelle imposizioni economiche che ci hanno impoverito e hanno aumentato le diseguaglianza nel nostro Paese e in Europa: serve per dare lavoro, diritti, salario e dignità. Per dirla con lo slogan de La France Insoumise, è tempo che scatti “l’ora del Popolo!”.

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