Il golpe del Maidan è ancora un nostro problema
Il 2 maggio del 2014 alla Casa dei Sindacati di Odessa almeno 42 persone muoiono a causa di un incendio provocato da bande paramilitari guidate dal nuovo governo centrale di Kiev.
All’interno della Casa si erano rifugiati i lavoratori e gli attivisti che avevano organizzato una manifestazione contro il golpe, sostenuto dall’Occidente, avvenuto a fine febbraio e noto come l’Euromaidan, il quale aveva destituito il governo Janukovyč.
Il “regime change” aveva sfruttato le proteste dei lavoratori nate nel novembre del 2013 attraverso un mix di disinformazione di massa, strategia della tensione e infiltrazione nelle piazze di organizzazioni di estrema destra, nostalgiche del collaborazionismo nazista guidato da Stepan Bandera durante la Seconda guerra mondiale.
Durante le proteste e nei mesi successivi, la violenza dell’Euromaidan ha provocato centinaia di morti contro cui si sono organizzate in modo autonomo e indipendente interi “oblast” del Paese, come le autoproclamate Repubbliche di Lugansk e Donetsk. Si calcola che tra il 2014 e il 2022 solo in Donbass 14.000 civili hanno perso la vita a causa della guerra civile scatenata da Kiev.
La strage della Casa dei Sindacati di Odessa rimane la manifestazione più chiara della violenza del regime golpista perpetrata nei confronti degli oppositori del Maidan. I governi filo-occidentali di stanza a Kiev negli anni hanno conosciuto una presenza crescente di componenti banderiste e naziste negli snodi cruciali del potere dello Stato, o di quel che ne rimane dopo due anni di guerra con la Federazione russa.
A distanza di dieci anni da quella terribile giornata, ricordare le cause e i mandanti della Strage sono un esercizio indispensabile per comprendere la natura della guerra in Ucraina oggi e la pericolosa svolta intrapresa dai governi europei e dall’Unione europea nel sostegno incondizionato offerto al governo di Kiev; sostegno fatto di “guerra a oltranza” che nuoce non solo al popolo ucraino, ma anche a tutti coloro (lavoratori, studenti, pensionati ecc.) che subiscono gli effetti dell’economia di guerra nei rispettivi Paesi.
Di questo, ne discutiamo venerdì 3 maggio, alle ore 18:30, al Circolo GAP in via dei Sabelli 23 (Roma), insieme con:
-David Cacchione
-Alberto Fazolo
-Simone Sallusti
GAP è un circolo ARCI. Al GAP è possibile rinnovare la tessera o iscriversi per la prima volta. Se ancora non hai la tessera ti invitiamo a fare la domanda di preiscrizione qui: https://portale.arci.it/preade o scaricando l’App qui: www.tessera-arci.it per poi ritirare la tessera al circolo.
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