Contro ogni guerra, contro la Nato, per un immediato cessate il fuoco e l’avvio di trattative di pace!
Assemblea pubblica cittadina, ore 14.30 al Giardino Parker Lennon

A quale guerra stiamo assistendo? Come uscire dall’attuale pericolosissima situazione? Come e’ possibile che sull’orlo di un conflitto nucleare invece che lavorare per il disarmo del mondo si stia andando verso un riarmo generalizzato? Chi pagherà il prezzo di tutto questo?
L’attuale conflitto che sta svolgendosi in Ucraina è essenzialmente un conflitto tra la NATO e la Federazione Russa: la prima ha continuato ad espandersi ad Oriente, installando basi e sistemi militari nei paesi ex socialisti, contravvenendo ad accordi presi dopo la caduta del Muro di Berlino; la seconda ha deciso di intervenire militarmente invadendo il territorio di uno stato sovrano, scatenando una guerra generatrice di morte e distruzione.
Riteniamo vergognoso l’atteggiamento del governo italiano che, anziché cercare una mediazione tra le parti, è fra quelli che più soffiano sul fuoco della guerra, inviando armi e mezzi all’esercito ucraino e imponendo dure sanzioni economiche alla popolazione russa, rendendo di fatto l’Italia un paese belligerante, in spregio alla Costituzione. E questo, va sottolineato, nonostante la maggioranza dei cittadini e delle cittadine italiane sia fortemente contraria all’invio di armi all’Ucraina e all’aumento della spesa militare.
La propaganda di guerra è a livelli estremi: televisioni e quotidiani, così come le università, sono quasi totalmente schierati con la folle linea interventista del governo Draghi e chiunque si discosti dalla logica amico/nemico o provi a problematizzare anziché arruolarsi seduta stante, viene attaccato, denigrato, ostracizzato.
Inoltre, vediamo già da ora gli effetti delle sanzioni e del muro contro muro sulla nostra vita quotidiana. Salgono alle stelle, guidati anche dalla speculazione i prezzi di generi alimentari, beni di prima necessità, bollette e carburante. Molte aziende stanno rallentando o addirittura fermando la produzione. Se non si aprono spiragli, questa tendenza non potrà che aumentare con l’inasprirsi del conflitto.
La risposta non può essere nella linea politica del governo Draghi, che aumenta le spese militari al 2% del PIL mentre contemporaneamente riduce di altri 8 miliardi la spesa per la sanita’ pubblica e fa marcia indietro sulla decantata transizione ecologica, orientandosi verso soluzioni obsolete, pericolose ed inquinanti, come la riapertura delle centrali nucleari e a carbone o l’ipotesi di trivellare le coste adriatiche.
E la crisi sociale, ambientale ed economica come sempre la pagheranno le fasce più deboli della popolazione
Noi non ci stiamo!
Per tutti questi motivi è urgente e necessario oggi mettere in campo un percorso di mobilitazione contro la guerra e per il disarmo che abbia al centro parole chiare e inequivocabili:
- No alla guerra! Vogliamo la pace! Aggiungere armi alle armi non costruisce la pace ma prepara la guerra infinita. Chiediamo che il governo italiano cessi immediatamente l’invio di ogni tipo di armi e mezzo militare all’esercito ucraino; vogliamo che la politica internazionale si adoperi per l’immediato cessate il fuoco e per la costruzione di trattative di pace tra le parti in conflitto;
- Via le basi Nato dall’Italia e dall’Europa! È venuto il momento di ridiscutere la necessità dell’appartenenza dell’Italia e dei Paesi europei alla Nato, che riteniamo sia un fattore di minaccia per la pace in Europa e nel mondo;
- Vogliamo il disarmo, non l’economia di guerra! Il governo italiano sospenda immediatamente l’aumento delle spese militari e gli investimenti per la formazione dell’esercito europeo; le università ed i luoghi della formazione interrompano ogni collaborazione con il settore militare-industriale. I popoli hanno bisogno di pace e benessere non di armi e nuovi eserciti!
- Fermiamo la catastrofe ambientale! Alla crisi energetica occorre rispondere sviluppando tecnologie energetiche rinnovabili e pulite, non incrementando quelle inquinanti e che hanno applicazioni belliche come l’energia nucleare. Il potenziamento dell’industria bellica è antitetico ad una reale transizione ecologica: l’impatto ambientale del settore militare è enorme e non è contemplato negli accordi per il clima.
- Accoglienza dei profughi in fuga da tutte le guerre compresi i profughi ambientali. Utilizzo dei fondi non spesi in armamenti per opere di aiuto e sostegno delle persone costrette ad abbandonare le loro case per colpa delle guerre e del cambiamento climatico.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa
