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Bologna. “Le lotte sociali non si arrestano!”

In una fase di aggravamento della crisi internazionale tra guerra, carovita, licenziamenti e precarietà, tutti coloro che provano ad opporsi allo sfruttamento e alla recrudescenza della vita di milioni di persone devono essere colpiti e fermati.
Sono infatti anni che questure e prefetture colpiscono gli operai ed i militanti sindacali protagonisti delle dure lotte, in particolare nel settore della logistica, ma non solo. Cariche, denunce, processi, fogli di via, obbligo di firma, arresti domiciliari, revoca del permesso di soggiorno, sono solo alcuni degli strumenti repressivi che vengono usati in modo politico con lo scopo di intimidire le lotte dei lavoratori, degli stranieri, delle donne, degli studenti e di chiunque alzi la testa.
Alla fine di quest’estate, poi, un ulteriore pericoloso salto è stato fatto dalla procura di Piacenza con un’inchiesta antioperaia contro diversi dirigenti sindacali di SI Cobas e USB che sono stati oggetto di perquisizioni ed arresti. La loro colpa era quella di aver organizzato i lavoratori dentro e fuori i luoghi di lavoro per conquistare aumenti di salario, riduzione di orario, più sicurezza e libertà sindacale.
Ciò che è avvenuto rappresenta una lunga catena di atti repressivi voluta e appoggiata indistintamente da governi e politici di centrodestra e centrosinistra.
Come Unione Popolare, invece, siamo sempre stati e saremo sempre al fianco di chi lotta per un futuro migliore e senza mai indietreggiare difenderemo i diritti sindacali e sociali.
Per discutere di questo e non solo ci vediamo martedì 20, ore 18, in piazza dell’Unità con attivisti e militanti sotto processo per le lotte sociali, tra cui anche la nostra candidata Marta Collot e Roberto Montanari, sindacalista USB, sotto processo per le lotte nella logistica.

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