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La vostra repressione non fermerà le nostre lotte

Dibattito live sulla pagina di Potere al Popolo Mercoledì 21 luglio ore 18.30 con: – Marta Collot e Giuliano Granato- Giovanni Ceraolo- Nicoletta Dosio- Edoardo Sorge, Francesco Olivo


A vent’anni dal G8 di Genova e dall’assassinio di Carlo Giuliani, in cui il potere ha dimostrato in modo inequivocabile la sua ferocia repressiva, ci troviamo di fronte a un mondo radicalmente cambiato.

L’avvento del covid 19 ha reso evidente agli occhi di tutti quanto il modello di sviluppo in cui viviamo sia profondamente ingiusto e quanto la classe politica e imprenditoriale non solo sia incapace ma non abbia nessuna intenzione di tutelare la vita della maggioranza della popolazione.

Di fronte a una pesantissima crisi economica e sociale, oltre che sanitaria, i governi nazionali e sovranazionali ne stanno approfittando per accelerare un processo di ristrutturazione del sistema produttivo, i cui costi si abbatteranno ancora una volta sulle classi popolari: le conseguenze dello sblocco dei licenziamenti stanno lì a dimostrarlo.

In questo contesto non c’è nessuno spazio per il conflitto e per il dissenso: pensiamo alle denunce arrivate ai portuali che si erano rifiutati di caricare armi o alle continue intimidazioni sui posti di lavoro in cui i padroni sono arrivati addirittura ad assoldare squadracce per sedare le proteste nella logistica, fino al brutale omicidio di Adil, facchino e sindacalista Si Cobas, ucciso durante un picchetto in modo analogo ad Abd el Salam, sindacalista USB ammazzato 5 anni fa. Ma pensiamo anche ai massacri avvenuti in tante carceri dopo le proteste per le condizioni sanitarie da Santa Maria Capua Vetere fino a Modena, passate perlopiù impunite.

Nelle ultime settimane sono arrivate condanne pesanti e spoporzionate a diversi attivisti sociali e politici alcuni dei quali sono anche coordinatori nazionali di Potere al Popolo, condanne che suonano come degli “avvertimenti”.

Giovanni Ceraolo, dirigente USB livornese è stato condannato insieme a tanti altri compagni a una pena altissima, in termini sia di anni di carcere che di sanzione amministrativa, per essersi permesso di contestare il Partito Democratico nove anni fa, ai tempi del governo Monti.

Eduardo Sorge, attivista del movimento disoccupati 7 novembre e dirigente Si Cobas a Napoli, è stato accusato del pesantissimo capo d’accusa di “associazione a delinquere”.

Nicoletta Dosio, storica attivista No Tav e coordinatrice nazionale di Potere al Popolo non solo ha scontato diversi mesi di carcere per una manifestazione pacifica a un casello autostradale, ma ora si trova accusata di oltre 200 evasioni sostanzialmente per aver rifiutato un’assurda condanna e non aver rinunciato a difendere la sua amata Valle.

Francesco Olivo, coordinatore nazionale di Potere al Popolo oggi si trova condannato insieme ad altri antifascisti a pene altissime per aver difeso da una odiosa provocazione di Salvini il campo Rom di via Erbosa a Bologna.
Condanne che si inseriscono in un clima repressivo che caratterizza ormai da anni lo scenario del conflitto nel paese, utilizzando normative, leggi e provvedimenti restrittivi costruiti con l’obiettivo di prevenire il conflitto di classe.

Di fronte a queste dure condanne, che hanno l’evidente scopo di frenare lo sviluppo del lavoro sindacale e politico è necessario battersi.

E infatti le vicende di Eddy, Giovanni, Nicoletta e Francesco sono accomunate non solo dalla ferocia repressiva ma dalla determinazione che questi compagni hanno dimostrato nel non piegare la testa.

Ogni giorno ci battiamo con la consapevolezza della necessità e dell’urgenza di lottare contro questo sistema sempre più ingiusto, contro questo governo nemico dei lavoratori e delle lavoratrici, contro lo sblocco dei licenziamenti e degli sfratti, per rimettere al centro gli interessi di tutti gli sfruttati.

Con questa determinazione sosteniamo con convinzione la decisione da parte dei sindacati conflittuali di questo Paese di indire una importantissima giornata di sciopero generale il 18 ottobre.

Siamo pronti a dare battaglia, al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici e di chi sceglie tutti i giorni da che parte stare!

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