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Napoli. L’arte negata nella città negata

Mercoledì 21 Maggio, con inizio alle ore 18:30, presso i locali del Civico 7 Liberato di Napoli (Piazza Museo, sotto i portici della Galleria Principe, di fronte al Mann) si terrà una riflessione collettiva sulle condizioni attuali della cultura e dell’arte all’interno della crisi di civiltà del mondo occidentale e delle trasformazioni che stanno determinando i nuovi assetti urbanistici e produttivi all’interno delle metropoli italiane, a partire proprio dalla città partenopea.

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Una riflessione marxista sull’arte e la cultura oggi, deve necessariamente rivelare come esse non siano mai dispositivi neutri e imparziali, ma sempre legati ai rapporti economici e alle strutture di potere dominanti.

A maggior ragione nel contesto italiano attuale, segnato da crisi economica e crescente subordinazione al mercato, la produzione culturale risulta largamente influenzata dal ceto dirigente “borghese”, che controlla i principali canali di diffusione del sapere, trasformando l’arte in un bene di consumo utile al profitto e non certo all’emancipazione collettiva.

L’offerta culturale mainstream è a sua volta indirizzata a manipolare e spegnere la coscienza critica, proponendo contenuti leggeri e commerciali, mentre le forme artistiche più profonde e impegnate vengono opportunamente marginalizzate.

L’autonomia dell’arte è sacrificata sull’altare della redditività, e il valore delle opere si misura sempre più in termini di rendimento economico piuttosto che di impatto intellettuale o sociale.

Nonostante ciò, esistono realtà indipendenti che si oppongono a questa deriva: movimenti dal basso, collettivi, spazi sociali, festival autogestiti che costruiscono alternative e promuovono forme espressive critiche.

Queste iniziative, spesso ignorate dai media ufficiali e private di sostegno, rappresentano però un’importante forma di controcultura, di lotta controegemonica e di resistenza.

Va inoltre evidenziata la crescente precarietà degli operatori culturali. Artisti, tecnici e professionisti del settore vivono spesso in condizioni di instabilità economica quando non di povertà, espressione di quel capitalismo cognitivo che ha reso la creatività un’attività ipersfruttata e individualizzata.

D’altro canto, le istituzioni formative, le scuole e le accademie, sempre più destinate a pochi privilegiati che possono permettersi di pagare una retta non certo accessibile a tutti, lungi dal offrire un’alternativa, tendono anch’esse a replicare le medesime logiche di mercato.

In una simile situazione va posto dunque l’accento sull’importanza di recuperare spazi pubblici e strumenti collettivi per ricostruire un pensiero critico condiviso.

In tal senso, la nostra esperienza come collettivo del Civico 7 Liberato a Napoli vuole rappresentare un esempio di resistenza culturale dove l’arte è messa al servizio di una visione antagonista del presente.

Questo in un contesto metropolitano attraversato da forti contraddizioni sociali e da ristrutturazioni urbane sempre più plasmate da un concetto di città-vetrina ad uso e consumo turistico. Dove il patrimonio pubblico viene svenduto e lasciato nelle mani tentacolari di privati avidi di profitto.

In conclusione, la cultura può ancora essere un terreno di lotta e trasformazione, a patto che si sappia riconoscerne le contraddizioni e sostenere le esperienze che, pur tra mille difficoltà, cercano di costruire un’alternativa all’ordine vigente.

Su questi temi discuteranno e si confronteranno: Cambiare Rotta Roma (campagna “L’arte prende parte”); Collettivo Chiamata alle Arti (Accademia Belle Arti di Napoli); Rete Sottosuono Campania

Civico 7 Liberato

 

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