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Le Americhe fra socialismo e barbarie: una riflessione dopo le elezioni negli Usa. Evento online

Venerdì 6 novembre, ore 18:30, diretta facebook sulla pagina della Rete dei Comunisti Roma

Le Americhe fra socialismo e barbarie: una riflessione dopo le elezioni negli Usa

Ne parleremo con:

Giacomo Marchetti – Rete dei Comunisti

Silvia Baraldini – Ex detenuta politica negli Stati Uniti

Mario Martone – Ex membro del comitato centrale di Mass Action For Black Liberation

Come Rete dei Comunisti abbiamo organizzato un ciclo di iniziative allo scopo di inquadrare la situazione geopolitica delle Americhe, in considerazione degli appuntamenti elettorali di questo autunno e della fase storica che stiamo attraversando.

Nello specifico, in questa tappa romana ci soffermeremo sul contesto degli Stati Uniti alla luce dei risultati elettorali e della fase politica attuale, in relazione alla sempre più evidente crisi, sia di carattere nazionale sia di egemonia globale.

In questo momento, infatti, in nessun altro paese occidentale le contraddizioni si stanno manifestando in maniera tanto evidente quanto negli Stati Uniti. Dopo essersi conteso con un’altra manciata di paesi il titolo di paese che peggio ha gestito la pandemia di COVID-19, ed aver sperimentato la più grande contrazione di PIL della sua storia (-32.9% nel secondo quarto del 2020), gli USA affrontano le elezioni del 3 novembre con un’atmosfera che ricorda quella di una guerra civile, fra le proteste che continuano a seguire gli ennesimi brutali omicidi di afroamericani da parte della polizia e le mobilitazioni di interi settori di working class bianca impoverita da deindustrializzazione e crisi.

Al contempo, a livello internazionale, gli Stati Uniti si stanno confrontando con l’emergere di una competizione sempre più accesa con la Cina e con un rinnovato interesse strategico per quello che considerano il proprio “cortile di casa”, l’America Latina, dove hanno contribuito negli ultimi anni alla creazione di situazioni di significativa instabilità: il golpe in Bolivia; i tentativi di destabilizzazione del Venezuela; il “golpe bianco” in Brasile, la vittoria alle elezioni di Bolsonaro, ecc.

All’interno di questo scontro continentale vanno quindi inquadrati gli appuntamenti elettorali di questi mesi: le elezioni negli Stati Uniti, in Bolivia e Venezuela e il referendum costituzionale in Cile.

Così come va inquadrata la pandemia in corso che, nel mostrare le mancanze del capitalismo, sta rimettendo sul piatto la necessità e la possibilità di un’alternativa di sistema. E in quest’ottica l’esempio di gestione della pandemia da parte di Cuba e Venezuela, due paesi da anni sotto embargo e sanzioni, si presentando agli occhi del mondo come uno smacco alla barbarie che tenta di avanzare.

Questo scontro ci spinge oggi ad affermare che la scelta, mutuando lo storico slogan del movimento comunista “Socialismo o Barbarie”, è quella tra “Socialismo e Barbarie” dove il socialismo è concretamente presente in America Latina e la barbarie è altrettanto concretamente presente negli Stati Uniti. Insomma, il continente meridionale è divenuto l’anello debole del moderno imperialismo, e non solo nordamericano.

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