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LIvorno. Fermiamo il traffico di morte dell'”alleato privilegiato”

ECCOLA, ARRIVA !
E’ in navigazione nell’Atlantico verso il Mediterraneo la Liberty Peace, nave a caricazione rotabile, lunghezza 199 metri, larghezza 32, pescaggio 9,9 e 58 mila107 tonnellate di stazza lorda, dell’Armatore Liberty Global Logistics.
La Liberty Global Logistics ha 4 sue navi (Liberty Peace, liberty Passion, Liberty Pride e Liberty Promise) impegnate nel Programma di Sicurezza Marittima del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America e tutte fanno regolarmente scalo a Livorno.
Il Programma, creato nel 1996, è stato in seguito riconosciuto dal Congresso come “la quarta arma cruciale del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti”.
Si tratta di un Programma che grazie a partnership pubblico-privato con società armatrici di navi con bandiera ed equipaggio statunitensi mette a disposizione del Dipartimento della Difesa una potente flotta privata pronta a sostenere le forze armate e a rifornire le linee del fronte. Al 1° luglio 2017 si trattava di 68 navi.
La Liberty Peace ha lasciato il porto di Charleston sulla costa orientale degli Stati Uniti il 3 luglio e adesso è in navigazione nell’oceano Atlantico verso il Mediterraneo. Era previsto il suo arrivo a Livorno per scaricare e caricare da Camp Darby verso il fronte in Siria e Yemen il prossimo venerdì 13, invece la Liberty Peace arriverà a Livorno il 16, per uno scalo a Casablanca in Marocco non previsto nel programma iniziale. 

Rimane per venerdì 13 il presidio sul lungomare di Livorno, in Piazza San Jacopo in Acquaviva, dalle ore 17,00 alle 20,00 per denunciare come illegittimo il traffico di armi fra Camp Darby e la Siria e lo Yemen e chiederne l’interruzione. 

Le basi Usa in Italia discendano da una “bilateralizzazione” degli impegni derivanti dal Trattato Nord Atlantico. 
Normalmente si afferma che ha luogo una “bilateralizzazione” dell’art. 3 del Trattato Nato che impegna le parti a sviluppare le loro capacità di difesa, individualmente e congiuntamente, e a prestarsi reciproca assistenza per sviluppare le loro capacità di legittima difesa individuale e collettiva. Gli Stati Uniti, essendo distanti dal teatro di eventuali crisi e tensioni, si giovano dell’opportunità di usare le basi all’estero per rendere più efficiente la loro partecipazione alla Nato.
Un uso delle basi per fini diversi da quelli stabiliti dal Trattato, sia come missioni Articolo 5 sia come missioni non-Articolo 5 non dovrebbe essere consentito. 
Accadde invece con la guerra dell’Iraq, accade oggi con la guerra in Yemen e Siria.
Oggi il nuovo Governo, se vuole essere “Governo di cambiamento”, deve ripristinare la legalità anche nelle relazioni internazionale, anche quando si tratta di “Alleato privilegiato”.
Si raccoglieranno firme.

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