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Milano. Afghanistan: gli scenari dopo la sconfitta in occidente

Introduce e coordina: Cambiare Rotta Milano
Interventi di:
-Alberto Negri, giornalista, inviato di guerra, esperto di Medio Oriente (video intervento)
-Lorenzo Piccinini, commissione internazionale della Rete dei Comunisti.
Giovedì 28 ottobre alle 16:30 all’auletta occupata – spazio autogestito chiostro legnaia – Università Statale via Festa del perdono
Ormai da più di un mese gli Stati Uniti hanno abbandonato il territorio dell’Afghanistan, lasciandolo in mano ad un governo di estremisti islamici. Una situazione che, dopo le necessarie attenzioni del primo periodo, è stato completamente dimenticata dall’opinione pubblica.
Quello che abbiamo visto in Afghanistan è stata una vera e propria sconfitta per il mondo occidentale. Sicuramente in primis per gli Stati Uniti, che nell’Afghanistan hanno visto la prova di un tentativo di egemonia nel quadrante asiatico, che ha mostrato tutta la sua inconsistenza.
Questo tentativo, iniziato già negli anni 80 con il finanziamento in funzione antisovietica proprio del fondamentalismo islamico, e che ha subito un’accelerazione dopo l’attentato delle torri gemelle, ha coinvolto tutti quanti gli stati aderenti NATO, piegati agli interessi egemonici degli USA.
In questo contesto, l’Unione Europea ha assunto però pian piano un ruolo sempre più autonomo, sia per il suo coinvolgimento attraverso i singoli stati all’interno dell’ombrello NATO, sia per il consolidarsi delle sue proprie mire imperialiste.
Le recenti discussioni sulla necessità di un piano di difesa autonomo europea vanno lette in questo senso.
Questa sconfitta va contestualizzato all’interno di un esacerbarsi della competizione interimperialista, che vede tra l’altro l’emersione del ruolo della Cina nella scacchiera globale. La situazione attuale ci mostra chiaramente le contraddizioni che questo modello di sviluppo ha raggiunto dopo questi due anni della pandemia, con un chiaro declino delle istituzioni e dell’egemonia degli imperialismi occidentali.
Ora ogni attore in campo cercherà di sfruttare questa situazione: l’Unione Europea sta cercando di rafforzare il proprio interventismo attraverso l’esercito europeo, gli Stati Uniti stanno accelerando la guerra di confronto con la Cina, aumentando le provocazioni economiche e militari.
Quali scenari si aprono a partire fa questa sconfitta? Che geometrie assumeranno le forze in campo e quali tendenze possiamo individuare a partire dal risvolto Afghano?
Un’intera generazione ha visto le mire Americane nel mondo come prospettiva scontata ed inevitabile. Oggi questa prospettiva è in ritirata, per quanto non sconfitta, lasciando lo spazio per un’alternativa reale a questo modello di sviluppo.
Interroghiamoci insieme sull’evoluzione futura degli avvenimenti, tenendo viva l’attenzione su una questione centrale come la possibilità di delineare spazi politici nuovi che si stanno aprendo. La tigre si conferma ancora essere di carta.

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