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Roma. Da via Rasella al 25 aprile. Partigiani antifascisti ieri, partigiani di pace oggi

Mercoledì 19 aprile, ore 15,00 all’Aula Cinema (T19), Università di Tor Vergata

Con

Prof. Paolo Quintili, docente di storia della filosofia

Sergio Cararo, giornalista di Contropiano.org

Verso il corteo antifascista del 25 aprile riannodiamo il filo rosso della storia. La lotta partigiana ci ha liberati dalla guerra e dal fascismo, ma fin da subito la nostra storia è stata attaccata dal revisionismo. Gli ultimi attacchi alla resistenza provengono dai fascisti attualmente tra le più alte cariche dello Stato. Prima da La Russa che infanga l’azione dei GAP a via Rasella, la più grande operazione della resistenza europea contro il nazifascismo, accusando i partigiani di aver ucciso dei “vecchi musicisti”; poi la Meloni che nasconde le responsabilità fasciste dei crimini delle Fosse Ardeatine dichiarando che nell’eccidio furono coinvolte centinaia di persone “solo perché italiani” (!), omettendo il loro essere antifascisti. La resistenza partigiana non solo è stata una lotta per la liberazione, ma anche una lotta di classe contro l’oppressione del capitale per mano fascista. Oggi riconoscersi nei valori dell’Antifascismo e della Resistenza significa schierarsi contro le barbarie del capitalismo, contro la guerra e l’oppressione dei popoli. Noi studenti di Cambiare Rotta abbiamo deciso di organizzare un incontro per discutere di antifascismo durante la guerra e nel dopoguerra e provare a comprendere come mai in Italia (a differenza della Germania, che ha avuto i processi di Norimberga) non siamo riusciti a fare i conti con il fascismo. Vediamo anzi come il revisionismo storico abbia prodotto periodici rigurgiti fascisti, ma sopratutto come la legittimazione dei fascisti da parte di tutte le forze parlamentari di centro-destra e centro-sinistra abbia favorito l’ascesa al governo degli eredi storici del Movimento Sociale Italiano.

 

Di fronte  a questo contesto discuteremo poi delle prospettive che come antiifascisti ci si aprono davanti, a partire dal rifiuto della guerra e dell’invio di armi da parte del nostro paese. Invitiamo tutti gli studenti, i professori e i dottorandi a partecipare e discuterne insieme!

 

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