Verso e oltre la giornata di mobilitazione nazionale del 19 ottobre contro il DDL 1660. Dibattito aperto sul tema del Ddl 1660 a GAP, alle ore 18.30, insieme a Contropiano.org, Movimento per il diritto all’abitare, Potere al Popolo! e Comitato CO.RE.
Nel nostro paese abbiamo visto l’approvazione di ben 4 pacchetti “Sicurezza” solamente negli ultimi 8 anni: provvedimenti legislativi dietro cui si sono celati i peggiori progetti di repressione del dissenso e di propaganda razzista e discriminatoria, firmati trasversalmente dal Partito Democratico, dal Movimento 5 stelle, fino al governo di destra a guida Meloni e Fratelli d’Italia.
Nel 2017 abbiamo visto il Decreto Minniti violare i diritti fondamentali dei migranti e rinchiuderli nei lager in Libia, mentre si cacciavano a colpi di “daspo urbano” le persone senza fissa dimora dai centri delle nostre belle città-vetrina, il tutto in nome della “emergenza” dei flussi migratori e della lotta al “degrado”.
Nel 2018 e 2019 abbiamo poi visto Salvini promuovere altri due decreti sicurezza che colpivano duramente gli occupanti per il diritto alla casa, i lavoratori della logistica e chi scendeva in piazza a manifestare, rilanciando anche lo strapotere dei prefetti per chiudere i porti ai migranti e lasciarli affogare in mare. Oggi, con l’ennesimo pretesto della tutela dell’ordine pubblico e dello stato di emergenza, il governo Meloni vuole zittire chiunque si opponga al genocidio in Palestina, alla crisi economica e sociale, alla partecipazione dell’Italia alla guerra in Ucraina, reprimendo lavoratori, studenti, attivisti ambientali e tutti e tutte coloro che ambiscono a un sistema diverso.
Eppure, se questa fittizia “emergenza” per un motivo o un altro è il filo rosso che lega la legislazione panpenalista degli ultimi 10 anni, ci chiediamo ancora dove siano questi pericolosi terroristi da respingere alle frontiere, dove siano i pericolosi “agenti del caos” che guidano le manifestazioni in piazza, dove siano questi “soggetti non conformi” che minacciano le stazioni ferroviarie e i centri storici delle metropoli italiane.
Quest’atmosfera di costante pericolo viene anche spinta da una narrazione massmediatica a dir poco spettacolarizzante, sempre in cerca di fatti di cronaca da stampare in prima pagina, nonostante i dati ufficiali parlino dei più bassi livelli di criminalità degli ultimi decenni.
Un’atmosfera repressiva dal sapore di ventennio che però non sta impedendo a migliaia di persone di scendere in piazza per la Palestina e contro la guerra in medioriente, con divieti o meno, e nonostante cariche e lacrimogeni come successo il 5 ottobre. E non sta impedendo agli studenti, ai lavoratori, agli attivisti ambientali, alle donne di esprimere il loro sacrosanto dissenso verso questo governo, per la messa in campo di un’alternativa sociale.
In questo senso, ci chiediamo allora “Chi ha paura di chi?”.
Per questo organizziamo un dibattito aperto sul tema, insieme a Contropiano.org, Movimento per il diritto all’abitare, Potere al Popolo! e Comitato CO.RE.
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