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Roma. Presentazione del libro “Decennio rosso” al GAP

Venerdì 10 maggio, a partire dalle ore 18:00, il Circolo GAP – via dei Sabelli, 23 – è lieto di ospitare la presentazione del libro “Decennio rosso”, assieme agli autori Massimo Battisaldo e Paolo Margini, e in compagnia di Pier Paolo De Iullis.

Come scrivono gli autori, il testo cerca di rispondere a quella domanda che la politica e la storia contemporanea tutt’oggi rifiutano di porsi: perché migliaia di giovani, negli anni Settanta, hanno contestato il potere costituito, i vecchi schemi sociali e le antiche gerarchie, fino al punto di mettere pesantemente in gioco la propria vita e imbracciare le armi?

Decennio rosso è soprattutto un racconto carico di umanità e di speranza, che mostra come un’intera generazione, frazionata in tanti gruppi, ma animata da proposte culturali e politiche innovative e originali, sia riuscita a emergere ponendosi al centro del processo di cambiamento della società.

Come affermato nell’introduzione, “eravamo in guerra, ed era in primo luogo la guerra dello Stato contro i lavoratori, mai dichiarata ma sempre combattuta, con migliaia di leggi emanate su misura per il padronato e con manovre oscure di ogni tipo.

“Lo Stato della strategia della tensione, lo Stato delle stragi, lo Stato che tesseva golpe e trame sanguinarie alleandosi con i gruppi neofascisti eversivi, aveva per primo chiuso la strada a una via democratica al cambiamento con la bomba del 1969 a piazza Fontana e tutte quelle che sono seguite: Gioia Tauro, 1970, piazza della Loggia, 1974, Italicus, 1974. Ritenemmo allora che il proletariato avesse il diritto di rispondere a questa guerra con la propria, e la dichiarammo.

“Non intendo così giustificare le nostre azioni, di cui ognuno di noi, singolarmente, porta la responsabilità materiale e morale; non cerco attenuanti, né scusanti, né alibi. Si tratta di ristabilire una realtà storica e politica. Non è facile, ne sono consapevole.

“Ma una cosa è certa: non eravamo ‘terroristi’. Il terrore lo seminavano altri, con le bombe fatte esplodere in mezzo alla gente”.

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