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Roma. Sapienza, tappa di avvicinamento verso la manifestazione nazionale contro il nucleare

Prima tappa verso la manifestazione nazionale a Caorso del 22 maggio

Ci vediamo giovedì 28 aprile, dalle ore 12 alle ore 16, al dipartimento di Scienze politiche (Sapienza), dove saremo con un banchetto e materiali informativi sulla fissione nucleare.

Tra i punti che porteremo c’è il rifiuto delle politiche energetiche imperialiste, ed il nucleare in questo senso non fa eccezione. In questo caso parliamo addirittura di politiche neocoloniali interne, oltre che esterne, dal momento che tra le prime vittime dell’estrazione dell’uranio ci sono le comunità indigene degli stati sfruttatori, come negli Stati Uniti e in Canada (nativi americani) o in Australia (aborigeni australiani).

Al livello di aggressione esterna, invece, come sempre i Paesi in posizione di vantaggio militare lo sfruttano per conquistare risorse e fette di mercato mondiale con la forza. Finora abbiamo assistito a guerre per i combustibili fossili; ma anche l’uranio potrebbe diventare sempre più ambito, soprattutto se si assistesse ad un revival dell’industria nucleare.

Lo sanno bene la Namibia ed il Sud Africa, in cui dal 1940 al 2017 si sono accumulati rispettivamente 718 e 438 milioni di tonnellate di scarti di estrazione radioattivi; sempre in Africa (Maghreb) si stima si trovino anche ingenti giacimenti vergini di Uranio.

Considerando le politiche nucleariste europee e le sue mire espansioniste in Nord Africa, questa potrebbe rappresentare un’ulteriore occasione di rapina da parte di Paesi che hanno intenzione di continuare a saccheggiare il pianeta in nome di un modello che richiede sempre maggiori consumi e maggiore energia, a ritmi sempre più frenetici.

Di quale “sostenibilità” parlate, se a rimetterci sono sempre i popoli oppressi?

La risposta non è tentare di “rinverdire” il capitalismo, ma STACCARE LA SPINA A QUESTO SISTEMA!

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