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Roma. Stato di polizia. Scudo per chi?

Venerdì 24 gennaio, alle ore 18:00, al Circolo GAP (via dei Sabelli, 23 – Roma).

L’omicidio del giovane Ramy Elgaml, svelato in tutta la sua brutalità dai filmati dell’inseguimento dei Carabinieri, e le manifestazioni di protesta duramente represse dalla Polizia stanno rendendo evidente un ulteriore inasprimento della politica repressiva del nostro Paese.

Il governo Meloni sta approfittando della narrazione mediatica – che ha definito le manifestazioni di Milano, Bologna e Roma come un “disegno eversivo” – per accelerare sull’approvazione dell’ennesimo Ddl Sicurezza che attualmente rappresenta uno dei peggiori attacchi al diritto alla manifestazione del dissenso e alle lotte sociali dell’epoca repubblicana.

Un presunto “stato di emergenza” del quale sono responsabili anche i sindaci del Pd Sala, Lepore e Gualtieri, che nelle rispettive città hanno attaccato le proteste e avevano già accolto i poteri speciali delle cosiddette Zone rosse.

Come se non bastasse, la Lega ha presentato la proposta di uno “scudo penale” che impedirebbe l’automatica iscrizione nel registro degli indagati per agenti e militari “quando è evidente che hanno usato l’arma di ordinanza nell’esercizio delle proprie funzioni”.

Praticamente un via libera ai già frequenti “abusi in divisa” e uno strumento di impunità per i difensori di uno stato e di un governo sempre più in aria di ventennio che fa il paio con l’autorizzazione per gli agenti, prevista dal Ddl, di girare armati anche oltre l’orario di servizio.

Quello che si para davanti allora è la lenta e continua involuzione di quello che rimane della “Repubblica” in uno Stato di polizia sul modello statunitense, dove la guerra preventiva al nemico interno – come ci insegnano i movimenti di liberazione degli afroamericani negli USA – riflette in pieno il clima guerrafondaio che attraversa i governi di tutti i Paesi euroatlantici.

E allora, di quali interessi si fa scudo questo Stato? Quale “ordine pubblico” si profila per gli abitanti del nostro Paese? Quali prospettive di manifestazione del dissenso si aprono per il futuro? E a quale sicurezza si fa riferimento davanti a decenni di austerità imposta a colpi di tagli all’istruzione, alla sanità, ai salari e all’assistenza sociale?

Di questo, ne discutiamo venerdì 24, alle ore 18:00, al Circolo GAP (via dei Sabelli, 23 – Roma) con l’avvocato Marco Lucentini e Nunzio D’Erme dell’Osservatorio Repressione.

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