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Siena. Palestina: Resistenza, scontro interimperialista e solidarietà internazionale

Domenica 17 dicembre, ore 17 al circolo Arci Ravaggiano (via Duccio di Boninsegna)

L’operazione militare della Resistenza palestinese del 7 ottobre è stata la risposta di un popolo che da più di settanta anni subisce un’occupazione brutale sostenuta dall’intero occidente. Il regime di apartheid cui è sottoposto il popolo palestinese è certificato da numerosi rapporti di organizzazioni internazionali e risoluzioni ONU.

Il tempismo e la coordinazione con cui il colpo è stato portato hanno colpito l’opinione pubblica e messo in forte difficoltà il regime sionista, impegnato su più fronti interni ed esterni.

La reazione criminale di Israele non ha intaccato il sostegno da parte di USA, UE e alleati occidentali al sionismo. La propaganda occidentale tenta, perdendo progressivamente credibilità, di riproporre la narrazione del “giardino e la giungla”, coniata da Josep Borrell (Alto rappresentante dell’Unione Europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza) nell’ottobre ’22, per definire uno spartiacque colonialista tra l’Occidente e il resto del mondo.

Si torna a soffiare sul fuoco dell’islamofobia equiparando, come dopo l’11/09/2001, resistenza palestinese e terrorismo islamico.

È interessante, anche se grottesco, notare come la retorica della libertà e democrazia occidentali servano in questo caso a sostenere il barbaro massacro di un popolo oppresso.

In Italia il quadro non cambia: parlamento, governo ed istituzioni si sprecano per dimostrare solidarietà e sostegno ai macellai Israeliani nel compiere sistematici crimini di guerra. Il consiglio comunale di Siena ha approvato con voto unanime una mozione che va esattamente in questo senso, con maggioranza ed opposizioni ugualmente incuranti delle numerose e riuscite iniziative e manifestazioni di sostegno al popolo palestinese svoltesi sul territorio comunale.

Nemmeno dall’Università di Siena, nonostante gli accordi con la bombardata Islamic University of Gaza si sono levate voci di condanna né atti concreti. È stata tragicomica la risposta data dai professori presenti all’assemblea nel polo Mattioli alla richiesta di sospendere gli accordi e le partnership con istituti israeliani, in linea con le scomposte ed ipocrite reazioni della sinistra istituzionale.

Gli eventi di oggi stimolano anche una riflessione sui cambiamenti storici in atto, in un contesto di instabilità e cambiamenti negli equilibri geopolitici globali.

L’insurrezione palestinese del 7 Ottobre è un tassello importante del più generale processo di lotte ed emancipazione che stiamo osservando in America latina, Medio Oriente, Africa centrale.

Per contrastare, qui ed ora, la criminale occupazione della Palestina è fondamentale battersi: nell’università per l’interruzione degli accordi di ricerca con Israele, ma anche sui posti di lavoro, per le strade e nelle piazze portando la causa palestinese in tutti i contesti di lotta al sistema e ribadendo con forza il sostegno alla Palestina.

Da anni il movimento BDS (Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni) ha posto questa urgenza all’agenda politica italiana e internazionale. Occorre colpire l’occupazione rompendo ogni complicità tra Italia e Israele dal punto di vista istituzionale come da quello economico.

Come fu per il Sud Africa, è tempo che entri in campo un vasto movimento che metta con le spalle al muro il criminale regime di apartheid perpetrato dallo stato sionista d’Israele in Palestina.

 

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