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Torino. Contro la guerra, esterna e interna

Giovedì 2 novembre ore 18, presso la Casa del Popolo Estella (via Martinetto 5/h, Torino)

Come Potere al Popolo chiamiamo un momento di confronto sulla fase politica in cui ci troviamo e sui nostri compiti. Consideriamo necessario articolare una visione complessiva alternativa a quella, ispirata fondamentalmente alla guerra, che caratterizza il blocco euroatlantico dentro cui agiamo e nello specifico il governo Meloni e la sostanziale totalità dell’arco parlamentare, compreso un centro-sinistra in cerca di un proprio ruolo di finta opposizione.

Guerra esterna e interna allo stesso tempo: esterna, poiché i governi e le nostre classi dirigenti continuano a inviare armi all’Ucraina, a sostenere Israele ormai proiettato alla “soluzione finale” nei confronti del popolo palestinese vessato da 75 anni di occupazione e apartheid, a difendere i regimi fantoccio filo-occidentali, in via di rovesciamento dalle mobilitazioni popolari in centro Africa.

Ma anche guerra interna, perché occorre ai nostri avversari una stretta sulla società e in particolare sulle classi popolari, sia tramite una ulteriore contrazione dei diritti e del welfare per controbilanciare la sempre crescente spesa bellica, che da un punto di vista repressivo e ideologico. Il governo Meloni promuove la caccia al “nemico interno” che rema contro la patria, e scatena una offensiva ideologica volta all’esaltazione della superiore civiltà occidentale e della guerra come fattore decisivo di nation-building (si veda il disegno di reintrodurre la festa nazionale il 4 novembre, giorno delle forze armate e della “vittoria” nella Prima guerra mondiale).

Contro tutto questo, crediamo sia necessario appunto articolare una visione generale e una conseguente mobilitazione e azione politica a tutto tondo.

Abbiamo partecipato il 21 ottobre alle manifestazioni in tutto il Paese contro la guerra, a cominciare da quella di Pisa; parteciperemo sabato 4 novembre alle mobilitazioni contro la guerra, a cominciare dalla manifestazione di Roma, che richiede l’uscita dell’Italia dalla guerra e dalla NATO, il sostegno senza condizioni alla resistenza del popolo palestinese contro Israele, lo stop all’invio delle armi all’Ucraina, il taglio alle spese militari per investire in spesa sociale.

Da mesi, insieme ad altre forze politiche, sociali e sindacali, raccogliamo le firme in tutta Italia per le proposte di legge di iniziativa popolare sul salario minimo a 10 euro l’ora, e sulla istituzione del reato di omicidio sul lavoro. Due battaglie fondamentali per stare tra la nostra gente e portare anche in Parlamento la voce delle classi popolari che chiedono diritti e spesa sociale, non guerra.

Riteniamo occorra sostenere e promuovere il conflitto di classe e le mobilitazioni dei soggetti che si attivano per rivendicare un modello sociale alternativo, ad esempio gli studenti in lotta in queste settimane. E’ necessario opporsi all’offensiva ideologica reazionaria del governo Meloni, che si attua anche nella scuola con la crescente diffusione di ideali bellicisti e nazionalisti. Crediamo inoltre occorra continuare a lavorare alla costruzione di un progetto politico unitario come Unione Popolare, da caratterizzare sempre più chiaramente con contenuti politici netti contro la guerra, la NATO, Israele, disponibile a lavorare ad alleanze elettorali più ampie ma con un profilo autonomo e nettamente indipendente dal centro-sinistra.

Su questo impianto vogliamo confrontarci con:
Marta COLLOT (Portavoce di Potere al Popolo)
Paolo FERRERO (Direzione del Partito della Rifondazione Comunista)
Francesca FREDIANI (Consigliera regionale di Unione Popolare)
Lorenzo GIUSTOLISI (USB)
Irene ROMEO (Coordinamento Docenti Valsusa)
Cosimo SCARINZI (CUB)

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