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Un anno dopo: il carcere, il covid e le rivolte

Giovedì 22 aprile 2021, ore 20
Diretta da Ex Opg Occupato – Je so’pazzo

Segui la diretta qui

Interverranno:
– Giusy Santella, Rete di Solidarietà Popolare
– Francesca Trasatti, Potere al Popolo
– Sandra Berardi, presidente di Yairaiha Onlus
– Tiziana Barillà, giornalista
– Alice Miglioli, portavoce del Comitato per la Verità e Giustizia per i morti del Sant’Anna

È trascorso oramai più di un anno dall’inizio della pandemia. In questi lunghi mesi la popolazione carceraria è stata abbandonata a sé stessa, privata dei contatti con la propria famiglia e non adeguatamente tutelata.
Il carcere è un luogo in cui il contagio si diffonde velocemente, a causa della promiscuità degli spazi e della carenza di condizioni igienico sanitarie adeguate, e i dati dei positivi al Covid-19 tra personale e detenuti ce lo dimostrano.
Ma durante questo periodo è anche diventato un luogo isolato, tradendo la promessa di risocializzazione sancita dalla Costituzione.

La paura e la disinformazione hanno causato rivolte nella maggior parte degli istituti di pena, durante le quali 13 persone recluse hanno perso la vita. 9 tra queste erano detenute nel carcere Sant’Anna di Modena. I loro nomi e i loro volti sono rimasti a lungo sconosciuti, così come le cause dei loro decessi. Nel mese di novembre dello scorso anno cinque coraggiosi detenuti hanno presentato un esposto in cui denunciavano non solo le violenze subite durante le rivolte, ma soprattutto le condizioni della morte di Sasà Piscitelli, deceduto durante il trasferimento dal carcere di Modena a quello di Ascoli Piceno, senza alcuna assistenza, nonostante fosse in chiara overdose da metadone. Poche settimane fa abbiamo appreso che per le altre 8 morti è stata già chiesta l’archiviazione. Come se non ci fosse nulla da chiarire, né alcuna indagine da compiere.

Vogliamo quindi riflettere su quali siano le condizioni attuali dei luoghi di detenzione, anche alla luce del cambio di guida del Ministero della Giustizia, e su quanto sia necessario vaccinare prioritariamente le persone recluse per evitare il rischio di focolai che possono diventare letali. Pretendiamo inoltre che si faccia chiarezza sulle morti avvenute durante le rivolte. Sono necessarie verità e giustizia!

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