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Composizione sociale e orientamenti politici del popolo No Vax

In Italia 8 milioni di persone in età vaccinabile non hanno ancora assunto il vaccino.

Tra i 4 milioni e i 5 milioni di queste sono in età lavorativa, non conosciamo con esattezza la loro incidenza nei posti di lavoro, nelle professioni e nel commercio.

Quante di queste hanno problematiche mediche che impediscono il vaccino? Il dato non è quantificato.

Ammettiamo che 1 milione di persone non possa vaccinarsi per ragioni mediche.

Restano 4 milioni di persone ostili al vaccino. Di queste quanti sono gli esitanti e quale è lo zoccolo duro ideologicamente “antivaccinista”?

Quale è la composizione sociale e territoriale di questo zoccolo duro?

Quanti lavoratori dipendenti, quanti autonomi?

Una indagine Ipsos di agosto scorso diceva che il 7% degli italiani era antivaccinista, ovvero 4,2 milioni. Il che corrisponde alla stima appena accennata.

Il 24% non vuole il green pass, ovvero 14 milioni e mezzo. Dato che mostra come questa misura sia divisiva, poiché con tutta evidenza coinvolge anche i vaccinati.

Secondo l’Ipsos gli ostili al vaccino sarebbero concentrati in prevalenza nel Nord-Est italiano, hanno un’età compresa tra in 35 e i 49 anni, ovvero generazioni nate tra gli anni 80-90 del secolo scorso.

E’ novax l’11% della popolazione con un reddito elevato, il 5% di quella con un reddito medio e l’8% di quella a basso reddito.

Sul piano delle preferenze politiche, le percentuali più alte di contrari al vaccino sono tra le persone che si dichiarano elettori della Lega (14%) e di Fratelli d’Italia (10%), mentre le percentuali più alte di indecisi sono tra gli elettori di Forza Italia e dei partiti minori di centrodestra.

Tra i favorevoli al vaccino prevalgono i laureati, gli elettori di centrosinistra e le persone che si informano attraverso i quotidiani. «Qui si nota una differenza chiara rispetto ai no vax e agli attendisti, che per il 30% si informano sui social, dove il confronto è anzitutto con chi la pensa come te», ha spiegato il sondaggista e amministratore delegato di Ipsos Italia, Nando Pagnoncelli.

A me sembra che questi dati diano una immagine chiara della composizione sociale di questo mondo e dei suoi orientamenti politico-culturali.

Ritengo delle posizioni allucinate quelle che sostengono che questi settori esprimano una “rabbia sociale” e domande che vadano ascoltate, indirizzate, autorganizzate.

Questi sono gruppi sociali dalle pulsioni autoriferite, egoiste, identitarie, animate da sottofondi negazionisti, complottisti, teppa che va contrastata, combattuta, sconfitta, perché rappresenta il retroterra tipico delle svolte reazionarie, massa di manovra su cui surfano ipotesi politiche reazionarie.

Oltretutto la tematica novax e no pass ha totalmente deviato l’attenzione dai punti critici che la pandemia ha messo in luce:

– un sistema sanitario nazionale minato dalla regionalizzazione e dalle politiche liberiste che hanno indebolito l’assistenza pubblica sul territorio a vantaggio della privatizzazione dell’offerta sanitaria;

– il collo di bottiglia dei brevetti privati, la situazione di monopolio raggiunta da alcune compagnie rispetto all’offerta internazionale di vaccini, il che solleva giusti interrogativi sulla scelta finale dei vaccini più adeguati e sulla stessa strategia vaccinale;

– la mancata vaccinazione della stragrande maggioranza della popolazione mondiale che non vi ha accesso.

Sul pass vaccinale alcune osservazioni critiche hanno un fondamento corretto, poiché è contraddittorio pretendere una certificazione obbligatoria di un vaccino non obbligatorio per legge.

Una incoerenza che solleva critiche e opposizioni in punto di diritto, più corretto sarebbe stato imporre l’obbligo vaccinale.

Resta tuttavia che l’ostilità contro il pass – salvo le situazioni non tutelate di chi non può vaccinarsi per ragioni mediche del tutto oscurate dalle modalità con cui viene affrontata questa vicenda – è animata da una polemica di sostituzione poiché serve a fare velo sul problema vero, il rifiuto del vaccino.

Infine, tanto per rendere la situazione ancora più surreale, la gazzarra fascista di domenica che ha portato all’assalto della sede nazionale della Cgil sta diventando il pretesto per una nuova stretta repressiva, un giro di vite contro la libertà di manifestare che colpirà quel che resta dell’opposizione sociale che si occupa di sfruttamento nei posti di lavoro, dei migranti, delle carceri.

Altro che green pass della minchia!

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5 Commenti


  • leo

    Ben detto!


  • Lando

    Meno male che ci affidiamo alle analisi le di Pagnoncelli, un vero esperto . Mi aspettavo un osservazione più utile questa la danno anche al Tg2 , magari ha ragione il Tg2 dico


    • Redazione Contropiano

      Le rilevazioni statistiche dei sondaggisti hanno molti difetti, come si sa e si sperimenta ogni volta. ma le impressioni individuali sono decisamente meno attendibili…


  • giuseppe

    Buonasera, ma anche i lavoratori del porto di trieste che manifestano contro il green pass è teppa che va contrastata?
    Per il resto si, Pagnoncelli docet


    • Redazione Contropiano

      Noiosamente, ripetiamo: il green pass è un documento burocratico, pensato apposta per dividere e fornire a Confindustria uno strumento di comando in più. E’, insomma, un’arma di distrazione di massa per spostare l’attenzione dalle misure economiche e sul mercato del lavoro. Appoggiamo tutti i lavoratori che lamentano questa aggressione ulteriore. Ma nessuna “mobilitazione politica” su questo può essere “sostitutiva” del conflitto di classe.
      Ci tocca notare che tu sei tra quelli che si sono fatti “distrarre” dal governo.

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