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Post-Datagate. Ora Google e Microsoft fanno causa ad Obama

Che tocca fà pe’ campà… Travolte dallo scandalo Datagate, quando Snowden ha rivelato che le due società sono in sostanza due agenzie di spionaggio a disposizione dell’amministrazione Usa, ora Google e Microsoft devono correre ai ripari per “ripulire” la propria imagine e cercare di perdere meno clienti possibile.

Microsoft e Google affilano le armi sulla vicenda Nsagate e sullo scambio di dati con il governo Usa e annunciano di essere pronte a fare causa all’amministrazione e di voler avviare una campagna per la più totale trasparenza. A parlare è stato il vice presidente esecutivo e consigliere generale di Microsoft, Brad Smith, che in un blog del gruppo ha dichiarato: “Oggi le nostre due società

 

stanno insieme. Crediamo di avere un chiaro diritto nella Costituzione Usa a condividere più informazioni con il pubblico”.

 

La richiesta è quella di poter utilizzare le informazioni, ad esempio quelle della National Security Agency, Nsa, senza dover incappare nelle violazioni dell’atto del 1978. Secondo Smith esiste un modo di pubblicare le informazioni senza rischi e questa operazione di trasparenza deve essere fatta “al più presto” perché interesse “vitale” dei due gruppi.

 

“Nelle ultime settimane – ha continuato il vice presidente di Microsoft -il Dipartimento di Giustizia ha rinviato per sei volte le risposte da noi richieste. Ora è il momento di andare in causa e speriamo che la Corte ci dia il diritto di parlare più apertamente”.

 

Il caso Snowden ha messo in luce gli stretti rapporti tra i big dell’informatica e la Nsa americana che faceva accordi con le società per ottenere dati riservati sugli utenti. Molte società, sull’esplodere del caso Grande Fratello, hanno chiesto cospicui rimborsi allo Stato per aver danneggiato la loro immagine.

 

Un po’ tardivi, forse, per essere due colossi dell’innovazione, quindi due inventori di futuro.

 

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