Scene di guerra a Lazarat, villaggio simbolo per la coltivazione della marijuana, nel sud dell’Albania a ridosso del confine con la Grecia.
Un’operazione in grande stile della polizia con la partecipazione di circa 500 agenti contro le piantagioni di cannabis della zona è stata accolta da colpi di armi anticarro, mortai e mitra.
Secondo un comunicato diffuso dai comandi della polizia, “la resistenza armata di alcuni abitanti del villaggio, continua dalle ore della notte”. Il gruppo delle persone che spara contro gli agenti si troverebbe “nell’abitazione di Gane Mahmutaj, persona con precedenti penali e condannato a 22 anni di reclusione, ma scarcerato a seguito di un’amnistia”.
Una pallottola vagante avrebbe ferito un abitante di Lazarat.
I membri delle bande locali hanno attaccato una troupe televisiva dell’emittente albanese A1 Report, mentre tentava di entrare nel villaggio. “Per circa 15 minuti siamo stati tenuti in ostaggio, e ci siamo salvati grazie all’intervento di un abitante della zona”, ha raccontato Gerti Xhaja, giornalista della troupe.
Alcune centinaia di agenti, tra cui anche le unità delle forze speciali, riferiscono i media, sarebbero impegnate all’operazione alla periferia di Lazarat. Due posti di blocco sono stati istituti alle entrate del villaggio.
Lo scorso anno, secondo i dati raccolti dalla Guardia di Finanza italiana, la produzione di marijuana a Lazarat sarebbe stata di oltre 900 tonnellate, che immesse sul mercato al minuto dovrebbero aver fruttato 4.5 miliardi di euro.
Velivoli specializzati del Gdf italiana realizzeranno anche quest’estate, per il terzo anno consecutivo, la mappatura delle piantagioni di marijuana in Albania, grazie alla quale le unità della polizia albanese potranno poi intervenire via terra.
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